Il Sinto

di Davide De Matteis

 

Se ne dicono tante su di lui.

Numerose sono le imprese compiute a detta di molti. Io non l'ho mai nemmeno visto, ma so che ha guadagnato il rispetto dei suoi amici riaggiustando i freni di un camper con il tappo di una bic e con un pezzetto della sua anima, mentre il mezzo stava scendendo lungo una strada in discesa con una pendenza da 'fuga di Bartali'.
 
Come? No, no, non è Mc Gyver, il buon vecchio Mc forse non gli lega neppure le scarpe, vista anche l'età odierna. Si chiama Fausto, il cognome non lo sa nessuno, né comunque è chiamato col suo vero nome neppure dai suoi. È noto a tutti come "il Sinto", anche se di chiare origini italiane.

Una volta, questa l'ho sentita da una fonte attendibile circa un anno fa, ovvero da Mario Cinotti, personaggio ultra-settantenne che ormai vive dentro il Bar Fabio (tanto che una volta Fabio il barista, alle 6 di mattina, entra dentro e si sente dire "buongiorno" da un tavolo buio: era Mario che si era addormentato lì la sera precedente non destando nessun stupore tanto era l'abitudine): si narra che "il Sinto" abbia praticamente resuscitato un'automobile.

Era una mattina primaverile e Fausto, in compagnia del suo fedele amico Alessandro, stava vagando all'interno di una discarica, passeggiando come se si trovasse negli Camphs Elysè, tanto era a suo agio. Dopo tre ore abbondanti di ricerca Alessandro, con aria scocciata, gli fa : "Dai, Sinto, non puoi trovare una macchina che viaggi all'interno di una discarica, o comunque messa meglio di un semplice catorcio da rottamare, andiamo, dai, che inizio anche a avere fame".

"Zitto, zitto - ah, dice che non parla mai, urla - malfidato che non sei altro, lo vedi quante cose ho raccolto, mi basta trovare una scatola con delle ruote e stasera andiamo al concerto con la mia..."

"Sì, certo, con la sua... Prato-Milano in scatola, c'hai anche il telepass????"

"Simpatico, se mi dai un'ora ti costruisco anche quello".

Passano dieci minuti e Fausto corre incontro a una vecchissima topolino amaranto del...si esatto, del '46; praticamente una scatola con le ruote veramente, senza il motore, senza lo sportello del copilota, senza una ruota posteriore, ma comunque mancava del tutto il motore: una scatola con tre ruote, forse veramente appartenuta a Paolo Conte in persona (ma non lo sa di preciso nemmeno 'i' Cinotti').

Vabbè, carica tutto sul carrattrezzi (mica si può andare a Milano con un carrattrezzi) e porta tutto il materiale racimolato nel suo 'laboratorio segreto' che si trova a Iolo, in una via che però non esiste, naturalmente.

Insomma la leggenda vuole che alle sette e trentacinque di sera si trovavano dentro San Siro, sotto il palco, a sentire un gruppo spalla dei famosi 'Metallica', in attesa della loro grande esibizione, portati fino al parcheggio dello stadio dalla Topolino amaranto trovata quella mattina (senza pagare il casello dell'autostrada... Alessandro gli aveva dato un'ora per il telepass).
 
Ah, poi Mario secondo me ha voluto esagerare dicendo che Kirk Hammet (il chitarrista-solista) dopo la sesta canzone ha avuto un problema con il cavo della sua elettrica , causa dissaldamento, e che il Sinto, salendo tempestivamente sul palco, glielo ha riagganciato allo strumento fondendolo con un normale accendino senza fargli interrompere l'assolo di "Fade to Black" (che non è uno dei più veloci, ma insomma...).

Ultima revisione della pagina: 23/2/2017