Morte a Firenze

di Marco Vichi

 
copertina libro
Fonte: www.iltazebao.it

Quarto e ad oggi ultimo capitolo della saga dedicata da Marco Vichi al commissario Bordelli (dopo Il commissario Bordelli, Una brutta faccenda e Il nuovo venuto), Morte a Firenze rappresenta uno spaccato fiorentino duro e amaro che proietta il lettore in una vicenda tanto squallida quanto violenta.

Franco Bordelli, il poliziotto un po' Maigret un po' Partigiano Johnny, si troverà stavolta alle prese con un terribile fatto di cronaca quale l'omicidio di un bambino di soli tredici anni. I suoi carnefici, dopo averlo stuprato ripetutamente, abbandoneranno il corpo di Giacomo Pellissari in un bosco senza lasciare apparentemente alcuna traccia. Spetterà alla squadra capitanata dal fiorentinissimo commissario, coadiuvato nelle indagini dal fido Piras, il tentativo di dipanare una matassa intricatissima.

A fare sfondo ai fatti, una Firenze squassata dall'alluvione. L'acqua irromperà nel libro proprio come nella città di Dante, quella tragica mattina del 4 Novembre 1966 sommergendo la vicenda coi suoi putridi fanghi. La cronaca delle indagini quindi, si mescolerà al racconto del disastro operato dallo stesso commissario coinvolto in prima persona nella macchina dei soccorsi. Fra Via Gioberti e Le Cure, Piazza della libertà e i Lungarni, il Caffè letterario delle giubbe rosse ed il commissariato, si muoveranno assieme a Bordelli anche i suoi compari di sempre: lo scassinatore Botta, la Ex prostituta Rosa Stracuzzi e il cuoco Totò.

Tabagista accanito dalla prima all'ultima pagina, Bordelli lotterà contro i silenzi di una borghesia decadente e corrotta e contro i sui ricordi di guerra, affrontando i suoi incubi e talvolta soccombendo alle istituzioni. Un libro durissimo, scritto con la solita maestria cui Vichi ci ha da tempo abituati.

 


 
 

 

Franco Legni - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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