Intervista a Leo Pari

di Alessio Gallorini

 
 

Sabato 16 maggio a Officina Giovani andrà in scena un'intera giornata dedicata al folk; arriva infatti in città il Folk Fest, manifestazione nata a Roma dall'unione di vari artisti della scena romana, ma che adesso stanno portando in tour in giro per l'Italia: in occasione della tappa di Prato abbiamo intervistato uno degli ideatori del Folk Fest, nonchè uno dei cantautori che sabato si esibiranno in piazza dei Macelli, Leo Pari.

Ciao Leo, come è nata l'idea del Folk Fest e quella di portarlo in tour?
E' stata un'idea che ho sviluppato con i miei collaboratori: volevo mettere insieme un po' di cantautori della scuola romana, da me a Riccardo Sinigallia a Roberto Angelini; poi il discorso si è ampliato ed abbiamo interpretato il concetto di folk in modo più ampio, chiamando anche gruppi campani o lombardi che comunque interpretavano a modo loro la musica in chiave folk. Fondamentalmente è la forma canzone a farla da protagonista, a prescindere dalle varie chiavi in cui la si interpreta: si può mischiare il folk col country o col rock o con l'elettronica, ma sono le canzoni e il modo di scriverle che ci interessano nel Folk Fest. Abbiamo fatto due edizioni romane del Folk Fest, nel 2012 e 2013 e sono andate così bene che ci è venuta l'idea di portare il format in giro per l'Italia.  

Sabato sarete a Prato e gli ospiti che avete deciso di coinvolgere sono Marco Parente e Paolo Benvegnù, come è nata questa scelta?
Guarda fondamentalmente noi interpretiamo il concetto di folk in modo letterale, come 'gente', che ne è la traduzione: io credo che il folk corrisponda alla canzone d'autore e sia Marco Parente che Paolo Benvegnù hanno una visione molto personale ma molto italiana della canzone d'autore. La sfida del Folk Fest è proprio quella di ricordare a tutti che la canzone d'autore italiana non è solo quella di Sanremo o delle radio commerciali.

Foto di Leo Pari


La caratteristica del Folk Fest è proprio che ogni serata è unica: ci sarà spazio per duetti irripetibili dunque?

Assolutamente, ci vedremo nel pomeriggio e scopriremo cosa fare: spesso sul palco si sono create commistioni inedite ed è questa la forza del Folk Fest. Per questo pensiamo di tornare in ogni città ogni anno con artisti diversi, per mostrare la crescita e la maturazione del festival e la sua unicità di volta in volta.

Pensi che questo progetto si possa tradurre su disco?

Ancora onestamente non ci abbiamo pensato, ma testimonianze del Folk Fest esistono poichè la diretta delle serate è fornita dalla webradio The Roost (www.theroost.it), che segue tutto il festival ed è possibile recuperare i podcast delle varie serate sul loro sito.

Per maggiori informazioni: www.leopari.com 

 
 
Ultima revisione della pagina: 27/6/2016