‘Parlante come un PESCE’

URTO, lo street artist con il mare nel cuore

 
Fotografia di un'opera di URTO
Fonte: Progeas Family

Il detto ‘muto come un pesce’ in questo caso viene del tutto sovvertito. Sì perché i pesci e gli animali marini dei murales di URTO non sono affatto muti, anzi parlano, ci raccontano, indagano, fanno riflettere. 
URTO, nasce nel 1987 a Catanzaro, solare capoluogo della Calabria, che bagna la sua parte più meridionale nelle acque dello Ionio. La sua “chiamata” artistica arriva molto presto. In terza media scappa (spaventato e felice! n.d.r)  per aver dipinto il bandone di una scuola di danza.
In principio era… un solo spray, una scritta, tutto qui. La sintesi perfetta. Con il tempo gli spray hanno cominciato ad essere due, poi tre, la scritta ha cominciato a prendere una forma ed uno spessore, con un riempimento ed un outline. Con il trascorrere degli anni sono nati i pezzi così come ce li propone ora. 

Quello che Urto non perde mai di vista è la spinta che ha generato qualcosa che tutt'oggi sopravvive, anche se evoluta e cambiata. Quella spinta a lasciare una traccia è la cosa più importante di tutte. “Lasciare un segno - ci dice - significa lasciarsi dietro un pezzo… colorato o argento, curato o veloce (ma anche le cose veloci sono curate a modo loro), sul metallo o sul cemento, questo lo stabilisci di volta in volta, quello che c’è intorno è una pagina vuota da riempire, da raccontare”. La sua sintassi sono le idee, la sua grammatica la forza con cui riesce ad esprimerle. 

URTO si laurea in Visual Design a Firenze, per poi specializzarsi presso L'ISIA di Firenze in Design della Comunicazione. Dopo diverse collaborazione come freelance, attualmente lavora per un’agenzia di comunicazione fiorentina. La sua ultima soddisfazione è l’adesione per la XVII edizione del Future Film Festival - International Festival of Cinema Animation and New Technologies (Bologna, 5-10 maggio 2015), alla “Open Call for Artist FFF 2015 | Eat the Future - Progetto Poster Art”. Sono stati chiamati a raccolta artisti, illustratori e grafici e gli è stato chiesto di proporre progetti di poster art legati al tema "Eat the Future". Racconti, immagini e suggestioni sul cibo del futuro, libera scelta invece sul taglio degli elaborati: dall’ironia, alla denuncia, dal bianco e nero al colore più audace. Le opere selezionate sono state 15 in tutto e tra queste anche ‘Latte di Balena’ firmata URTO. 

Ultimamente disegna solo pesci e animali marini e tutti si chiedono il perché. Perché i pesci? Ci deve essere un perché? Urto ha come pensiero guida il mare, forse perché c’è cresciuto vicino e attualmente si ritrova sempre più lontano dallo stesso. Sostiene di aver frequentemente pensato ai pesci fin da quando, bambino, li scoprì protagonisti in uno dei “libri più famosi al mondo, dove c’è quel tizio con i capelli lunghi che riesce a moltiplicarli insieme al pane”. Ci dice e sorride. Meglio dei super-eroi, no? La storia di quello grande che si mangia quello piccolo poi, non è la versione preferita da Urto: "Se quello piccolo si organizza, è capace di cambiar le carte in tavola e il gioco inizia da 0”.

Acqua dolce, acqua salta, fiumi, laghi, oceani, sotto il ghiaccio, negli abissi… sono ovunque ed anche a grandi distanze, senza utilizzare né lettere, né rabbia… riescono a capirsi. Probabilmente meglio di noi uomini”.

Pagina FB URTO



 
Particolare Arte Cerreta ex Potabilizzatore di Castiglione del Lago
Fonte: Progeas Family

URTO – Arte Cerreta ex Potabilizzatore di Castiglione del Lago  

Il mio graffito è stato realizzato presso l’ex potabilizzatore di Castiglione del Lago. Avrei voluto dipingere tutto l’edificio, ma la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio di Perugia ha concesso solo il lato rivolto alla strada. I muri nascosti sì quelli esterni no. Nessuno ha capito il perché. Ho scelto l’ex potabilizzatore per diversi fattori: è praticamente a pelo d’acqua del lago, quell’acqua che ho voluto usare per diluire la vernice, ed è uno degli “spot” usati dalla gente del posto per pescare.

Il complimento più bello è stato questo: ‘Non parcheggio più qui la macchina, non voglio coprire il muro perché almeno prima di andare a pescare posso fermarmi e guardare il disegno’. Preferisco che i pesci restino dove sono, ma non diciamolo a chi pesca. L’opera, il murales, il graffito, l’intervento di street art (dategli l’etichetta che più vi piace) rappresenta due pesci che giocano con la palla per sottolineare lo sfruttamento di questi animali. Non ci dimentichiamo che i pesci al giorno d’oggi non sono solo un alimento ma anche un divertimento, un ornamento negli acquari. Per questo motivo l’occhio è completamente bianco, vuoto, senza più un anima. Vivere una vita da schiavo non può che ridurti ad un contenitore bello da vedere ma vuoto e privo d’istinto. l’Albero che gli cresce in testa rappresenta il mondo vegetale, perde le foglie, non è vigoroso, esprime il poco rispetto che abbiamo per la natura. Chi è abituato a fare la raccolta differenziata sa che il residuo umido può diventare fertilizzante o biomassa che viene bruciata ed anche le teste e le lische del pesce finiscono nell’umido, anch’essi nutrono le piante, chiudono il cerchio.

Le stelle invece… sono la chiave. Tutto quello che eravamo, quello che siamo e quello che saremo. ‘Tutta la materia di cui siamo fatti noi esseri umani deriva dalle stelle, tutti gli elementi, dall’idrogeno all’uranio appartengono alle supernove, stelle molto più grosse del Sole, che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultano di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle’. (Margherita Hack)         

 

 

Progeas Family e URTO - ERBA magazine
 
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Ultima revisione della pagina: 13/9/2016

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