Perché la reale bellezza non si manifesta…

Jacq e ‘quel vedo non vedo’ che racconta i #voltidiprato

 

Di te sappiamo solo che hai capelli corti, un bel cappello a tesa larga (vedi autoritratto) e che il tuo nome da artista è Jacq. Hai deciso di mantenere l'anonimato; come mai questa scelta? Raccontaci un po' di te (Ma non troppo...)
I volti che ritraggo non sono anonimi. Hanno un nome e un cognome, loro si rivelano per me. Inoltre l’anonimato è uno dei modi per essere giudicati senza pregiudizi su chi dipinge. Comunque sono pratese e sono cresciuto in una casa piena zeppa di quadri per la maggior parte dipinti da pittori livornesi (mio padre è di Livorno).

C'è sempre un'idea, una sensazione, un periodo, una persona, un profumo che accendono la fiammella della creatività? Tu da cosa hai tratto ispirazione per pensare ed ideare il progetto #voltidiprato?
Ho dipinto il primo quadro circa sei anni fa (l’autoritratto). Dietro non c’era nessun significato, solo un banale dipinto. Con il tempo ho iniziato a ritrarre le persone che mi colpivano. Ho impiegato anni per rendermi conto che inconsapevolmente avevo iniziato un percorso che parlava di Prato e della sua gente. Ho messo insieme i pezzi come in un puzzle e ho deciso di condividere questa cosa con tutti.

I tuoi personaggi sono persone che realmente esistono e caratterizzano la Prato di oggi. I loro volti vengono privati di alcuni lineamenti eppure rimangono riconoscibili grazie alla tua abilità di far risaltare nel bianco del volto quell'elemento o accessorio che li rende unici. Con quale criterio decidi di volta in volta di celare o mettere in evidenza singoli elementi del volto e che gioco e significato c'è dietro?
Dietro non c’è nessun concetto complicato o irraggiungibile. Ognuno di noi ha un modo diverso di descrivere le persone. Io lo faccio rappresentando le caratteristiche che ritengo più idonee per rendere identificabile il soggetto in modo che si possa cogliere la sua ‘anima’ e la sua sintesi. La cosa strana (e interessante) è che non sempre ci riesco: a volte amici e conoscenti rivedono in un dipinto una persona che in realtà non è. Dunque entra in gioco il fattore ‘somiglianza’, un aspetto che non avevo considerato ma che mi fa riflettere perché crea smarrimento e curiosità. Per concludere penso che la “potenza” di questo progetto siano le persone coinvolte, non i quadri.

 

Con quale tecnica e su quale supporto realizzi i tuoi dipinti? Ritrai dal vivo i soggetti o preferisci mantenere anche con loro l’anonimato? Ti ispiri a qualche artista in particolare?
Ho un cavalletto e al momento dipingo solo olio su tela. I miei soggetti non sono mai ritratti dal vivo. L’eventuale coinvolgimento del soggetto avviene solo nel momento in cui la persona si riconosce (e non sempre si riconosce). Cerco sempre di mantenere una posizione di anonimato ma non è semplice perché le voci girano, la gente mi conosce ed è praticamente impossibile restare sconosciuto in una città come Prato. Sono sempre stato incuriosito dai volti delle persone, Modigliani è uno degli artisti che mi ha colpito maggiormente.

Dalla tela alla strada. Ultimamente ho notato alcuni tuoi stickers attaccati per le strade del centro di Prato. Dietro Jacq si cela forse uno street artist o semplicemente credi che sia un modo per arrivare anche alle nuove generazioni?

Al pensiero di essere considerato uno street artist o un artista mi vien da sorridere perché non mi sono mai visto sotto questa luce. L’idea degli stickers mi è venuta pensando a come potevo raggiungere le persone adottando vie non convenzionali. Il mio progetto è dedicato a tutti i pratesi, anche se il target di età maggiormente colpito è quello che va dai 20 ai 40 anni, il solito che ha vissuto la rinascita di Prato e del suo centro. E’ per questo che mi piace raccontare delle persone che vivono costantemente le vie del centro storico. Ultimamente a Prato noto un fermento creativo e penso che tutti noi si debba creare e apportare valore aggiunto alla nostra città. Prato ne ha bisogno e anche noi.

Quanto influiscono i social e la pubblicità che questi generano sul tuo progetto e in generale sul lavoro degli artisti?
Oggi i social sono un mezzo molto potente. Rappresentano una grande opportunità per tutti, soprattutto per chi come me ha un’idea e parte dal basso. Influiscono molto perché con un investimento minimo e una targettizzazione adeguata ti permettono di raggiungere migliaia di persone, cosa impensabile fino a dieci anni fa. E’ anche vero che siamo bombardati da molti contenuti e dunque, per risultare attrattivi, si deve proporre contenuti di qualità; pochi ma di qualità.


A proposito di social se volete maggiori informazioni su Jacq visitate:

Pagina Facebook Jacq


Profilo Instagram Jacq

 

 
 
 

Francesca Nieri - ERBA magazine

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Ultima revisione della pagina: 14/2/2017

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