Dalla caverna alla luna

Un viaggio nel tempo e nello spazio del Centro Pecci

 
'La spirale appare' di Mario Merz, 1990.

“La mostra è esagerata”. Esordisce così alla conferenza stampa del 7 aprile Stefano Pezzato, curatore della mostra “Dalla caverna alla luna”, che si è aperta al pubblico sabato 8 aprile e si concluderà il 28 gennaio 2018. I toni sono alti, così come lo sono le aspettative. Durante la conferenza stampa intervengono Irene Sanesi, presidente della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana, Simone Mangani, assessore alla Cultura del Comune di Prato, Maurice Nio, architetto del progetto di ampliamento del centro e naturalmente Stefano Pezzato, curatore della mostra e conservatore del museo.

Pezzato presenta l’esposizione, frutto dei lunghi anni di lavoro alla collezione del museo e che dà modo di esporre nuovamente opere di indiscusso valore. Si ha finalmente modo di vedere esposta l’immensa opera di Julian Schnabel “Ri de pomme”, nonché di ammirare“La spirale appare”, di Mario Merz.

 
'Luna' di Fabio Mauri, 1968.

L’esposizione di divide in otto diverse sezioni che intendono esplorare tematiche anche distanti tra loro, ma accomunate dal percorso evolutivo che il nome stesso della mostra suggerisce.

Si parte infatti dalla caverna, da quel luogo ancestrale che ha visto gli albori dell’arte e che si configura come il più lontano da noi nel tempo e nello spazio, fino ad arrivare alla luna, il punto idealmente più distante toccato dall’uomo. In tal senso “La caverna dell’antimateria” di Pinot Gallizio e “Luna” di Fabio Mauri sembrano proporsi come emblemi di questo percorso. Ma le suggestioni che si raccolgono per strada sono numerose e invitano il visitatore ad immergersi in ambienti di volta in volta diversi: si può attraversare l’ ”Intercamera plastica” di Paolo Scheggi, immaginare scenari futuribili negli spazi della “Supersuperficie” di Superstudio o condividere il “Multi Bed #1” di Vito Acconci.

Ritroviamo anche alcuni dei percorsi ormai familiari come il grande guscio del “Transcorredor” di Henrique Oliveira e i bagliori di “De cómo la tierra se quiere paracer al cielo II” di Carlos Garaicoa, che diventano la giusta conclusione del viaggio all’interno della collezione Pecci.

 
'Caverna dell'antimateria' di Pinot Gallizio, 1958-1959.

Il museo si apre anche alle opere performative e accoglie al suo interno tre azioni: la prima è quella pensata da Fabio Mauri, nel 1993, che si configura come uno spogliarello al contrario, dove la modella Giovanna Landolfi si riveste davanti allo specchio e a due file di appendiabiti, la seconda è “Oplà. Azione-lettura-teatro”, ideata da Paolo Scheggi nel 1969 e ripresentata anche in occasione della conferenza stampa di venerdì. La terza è “Casa Anas gonfiabile”, ideata dal gruppo UFO nel 1969 ed esposta fuori dal museo, come a segnalare dei lavori in corso presenti nel museo.

Un percorso completo quindi, quello che si snoda dalla caverna alla luna, come un cerchio che finalmente si chiude e che riporta a galla i tesori della Collezione Pecci, troppo a lungo rimasti nascosti nella grotta.


 
'Intercamera plastica' di Paolo Scheggi, 1967.
 
 

Gaia Zipoli - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 14/4/2017

I Social di ERBA Magazine: