Marino Neri

Un viaggio nelle tenebre

 
Locandina "Settembre Prato è spettacolo" di Marino Neri

Marino Neri, classe ’79, nasce a Modena e non tarda a farsi notare in diversi concorsi nazionali e internazionali: nel 2006 vince il primo premio Arena nel Fumetto, il secondo premio al festival del Fumetto di Lucerna e nel 2007 il primo premio ex-equo a Komikazen – Festival del fumetto di realtà.  Nel 2012 ha vinto il premio “Nuove Strade” di Napoli Comicon e Centro Fumetto Andrea Pazienza come miglior talento emergente. I suoi graphic novel ‘Il re dei fiumi’ (2008) e ‘La cosa del lupo’ (2011) vengono tradotti anche all’estero, in diversi paesi. Nel 2016 esce il suo terzo graphic novel Cosmo, per Coconino Press Fandango.   Noi di Erba Magazine lo abbiamo intervistato in occasione del lavoro che ha realizzato per il cartello di ‘Settembre-Prato è spettacolo’.

Una bambina in sella ad un leone girano per una Prato notturna, evocando un luogo quasi metafisico: quale idea ti ha guidato nella realizzazione del cartellone di Settembre Prato?
In accordo con gli organizzatori volevamo giocare con elementi che non fossero riconducibili solo all’ambito musicale, in più ci doveva essere l’idea di un qualcosa di magico. Ho quindi pensato a quest’idea: una ragazza a cavallo di un leone gigante passeggia per una Prato notturna dove grossi fasci di luce si muovono in aria come per annunciare uno spettacolo; ma i pratesi sono probabilmente tutti impegnati a guardare lo spettacolo e non notano la ragazza e il leone gigante che sono così liberi di passeggiare per la città…


 

Da dove nasce la passione per il disegno e il mondo dei fumetti? Come pensi si sia evoluta, negli anni, la pratica dell’illustrazione grafica?
Disegno da sempre. Nei fumetti ho sempre trovato un buon luogo dove perdermi e intrattenermi, è sempre stato così, lo ritenevo il mio cinema privato. Da dove nasca non saprei dirlo, ma a volte, si sa, le passioni si incontrano così, per caso.
Per quanto riguarda l'illustrazione grafica non so se parlerei di evoluzione: l’illustrazione è sempre stata avanzatissima, anche solo rimanendo in Italia penso a quelle che Attillio Mussino realizzò per Pinocchio: sono efficaci e bellissime anche oggi. Forse per un certo periodo, qua in Italia, a differenza di molti paesi d’oltralpe, la grafica in generale si è servita poco dell’illustrazione, preferendo la fotografia. Adesso forse un po’ timidamente si vedono sempre più esempi disegnati e questo è un bene.


Illustrazione Marino Neri

I personaggi delle tue storie, come ad esempio Cosmo, sembrano vivere prevalentemente al buio, come protetti dal nero che li circonda. Che ruolo giocano le tenebre nelle tue storie?
Sono prevalentemente un disegnatore in bianco e nero, anche se ultimamente aggiungo spesso dei colori digitali. La mia quindi è una ricerca di equilibri a “scacchiera”. È vero, ho un amore particolare per le atmosfere notturne, forse perché così puoi giocare di più con le ambiguità delle forme, nascondere una parte del viso con le ombre o far sembrare una cosa quel che non è.

Osservando le illustrazioni si percepisce anche un rapporto con l’oriente, in particolar modo con alcune stampe giapponesi. Qual è il tuo rapporto col mondo orientale e in che modo influenza il tuo lavoro?
Ultimamente mi piacciono tantissimo le stampe di Hiroshi Yoshida, ma ho un debole per tutta la pittura zen, che lascia dei vuoti per costringere lo spettatore a mettere assieme i vari pezzi e ad assemblarli in un secondo momento solo nella propria mente. Anche io nel disegno preferisco alludere piuttosto che descrivere. Poi nella pittura orientale c’è tutto il discorso di “assecondare il pennello”, lasciarlo andare e non interferire. Mi sembra un buon metodo, che io stesso cerco di applicare nel mio lavoro.



 

Le tue storie spesso si popolano anche di animali: quale rapporto li lega con i personaggi umani e quale lega te con il mondo animale e naturale?
La natura e gli animali hanno sempre esercitato su di me un fascino misterioso. Mi piace raccontarli nelle mie storie: nella narrazione animali e natura diventano di volta in volta, simboli, totem immagini di alterità o fratellanza. In ‘Cosmo’ ad esempio il personaggio della volpe diventa una sorta di alter ego del protagonista, braccato e ferito come Cosimo. Allo stesso tempo è un compagno di viaggio muto, capace di trascinarsi dietro tutti i significati che diamo alla volpe: da quelli legati alle favole a quelli delle credenze popolari.   Il mondo animale e naturale si configurano quindi come una scatola di significati dalla quale attingere per allargare la narrazione e arricchirla di allusioni ad altri mondi.


Illustrazione Marino NeriIllustrazione Marino NeriIllustrazione Marino Neri
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Gaia Zipoli - ERBA magazine

Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 26/5/2017

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