Episodio 4: The Beatles - Abbey Road (1969)

Rubrica 'Potrei avere le cuffie?'


THE BEATLES - ABBEY ROAD (1969)
 

Ti scrivo come la penso: i Beatles sono stati i più grandi di tutti, in assoluto, ma un disco davvero buono, completamente buono, non ce l’hanno (mi riferisco più alla godibilità che all’importanza storica).

Intendo dire che secondo me era davvero quella la loro grandezza, probabilmente erano talmente consapevoli di essere I BEATLES e ancora più curiosi di cosa sarebbero potuti diventare, che potevano e dovevano permettersi anche le cadute. Poi, naturalmente, a completarli artisticamente c’era anche il fatto che spesso erano di fuori come balconi (citando Bill Hicks: “I Beatles erano talmente fatti che lasciarono cantare a Ringo un paio di canzoni!”). Per questo, quando penso ai dischi dei Beatles, penso direttamente ai brani peggiori dell’album, lo ritengo un approccio molto più interessante. Questo, ad esempio, è il disco in cui si sono potuti permettere Maxwell’s Silver Hammer: per qualche motivo Paul lo considerava un potenziale successo, io, invece, credo di avergli dedicato già troppe parole. 

Contestualizziamo: questo è il disco di una band ormai sciolta che ha comunque trovato il modo di chiudere in grandezza la propria carriera, benché messa alle strette dalla casa discografica. L’album precedentemente (non) completato, infatti, nonostante fosse stato concepito come uno squisito ritorno alla purificante immediatezza delle origini, finì col caricarsi di tutta una stanchezza emotiva accumulata soprattutto negli ultimi anni, demoralizzando tutti e rimanendo in pratica abbandonato a se stesso.

Bene, considerando tale premessa, questo disco inizia con la frase “Shoot me” (o forse no). La canzone è Come Together, scritta da John Lennon, che di solito era il meno cerebrale e il più diretto dei quattro (leggi tre), pertanto un sarcastico/liberatorio “Shoot me”, se lo dice davvero, potrebbe anche riferirsi, più banalmente, a consuetudini rocchettare (chiamiamole così). Ok, sto divagando troppo, prendi il disco in prestito, se non ce l’hai, e fammi sapere cosa senti tu! L’altro “pezzone” storico del disco è Something, la canzone che Frank Sinatra considerava la migliore scritta da Lennon-McCartney, ignorando che in realtà fosse stata scritta e cantata da George Harrison. Perle un po’ più nascoste sono, invece, Because e tutto il medley di quella che fu la facciata B del vinile, una cavalcata che avrebbe chiuso degnamente la storia del gruppo, ma l’anno successivo fu pubblicato, col nome Let It Be, anche quel disco rimasto abbandonato, quando i quattro erano ormai altrove.

La copertina è una delle più belle e iconiche di tutta la discografia rock ed è nota anche per le vicende legate alla leggenda metropolitana sulla presunta morte di Paul McCartney (che attraversa scalzo e bla bla bla), ancora oggi fa sì che quell’attraversamento pedonale sia meta di pellegrinaggio 24/7.

Avrei voluto salutare col video del finale “mancato” prima del disco e poi della discografia dei Beatles e cioè con The End, ma alla fine ho preferito l’acida tempesta blues che lentamente si sviluppa in I Want You che d’improvviso ti lascia così come la senti.

Il cast:
John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr con Billy Preston e George Martin (e Mal Evans che picchia il martello sull’incudine in Maxwell’s Silver Hammer).

Alla prossima, se vorranno/se vorrai.

Per ascolare qualcosa...

 

 

Alessio Cerasani - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 19/3/2019

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