Visionando l’immaginabile

MaoH ed i suoi collage ‘App–made’


Uno dei collages di Maoh76 che lo ritrae insieme al figlio
 

Maurizio Lombardi - Mao per chi lo conosce, MaoH per l’universo internet o Marisa per gli amici più stretti - è nato nel 1976 a Legnano. Inizia presto a lavorare provando migliaia di lavori: dal panettiere, all'operaio, al fattorino. Il suo primo amore la musica; a 16 anni inizia a suonare mettendo su la classica 'band da cantina': alla chitarra preferisce da subito il basso 'meno impegnativo e forse più di nicchia' come ci racconta lui concludendo... 'E mi esce bene! È l’unica disciplina che mi appassiona; studio e sodo anche...'
È così che Mao riesce a vivere gli anni più belli della sua gioventù facendo quello che è per lui il lavoro più appagante al mondo, il musicista appunto, girando tutto il Nord Italia con la sua band, macinando concerti e nei momenti di stop impartendo lezioni. Come ci dice lui però la pacchia finisce scavallati i 30 anni: 'Ahimè però a 32 anni ritorno sul pianeta terra, inizia ad essere dura vivere di musica, lascio tutto ed inizio un lavoro normale... ma è difficile per un ariete non creare. La stanza è decisamente troppo stretta, ma le responsabilità sono molte. Così la vena creativa riaffiora ed ora tutte le notti, dopo aver messo a nanna il mio piccolo Leonardo, mi metto davanti al mio bellissimo MacBook e compongo musica, e gioco un po’ a fare il grafico... eh eh... e mi esce abbastanza bene!".

Lo abbiamo intervistato per la sezione 'In a JIFFY' per capire meglio la sua seconda passione quella per la grafica ed i collages che realizza sovrapponendo più immagini tramite una semplice App del telefonino...


Da dove nasce l’idea di fare dei collages tramite un’app del telefono?
L’idea nasce dall’atavica passione (mai coltivata) che ho sempre avuto per la grafica e per il design. Non so disegnare ahimè, ma credo di avere buon gusto ed intuizione ed il collage, o meglio ancora la fusione d’immagini come la chiamo io, richiede sicuramente meno tecnica e più istinto. Sicuramente con le app che circolano adesso il tutto è ancora più semplice.
Perché uso le app? Facile… ho un bellissimo bimbo di tre anni (le cui foto-collages regnano nel mio profilo Instagram), un lavoro impegnativo, una moglie e poco tempo... App e telefono mi salvano la vita. E poi con questi strumenti riesco a lavorare ovunque e sempre. 

Come procedi alla sovrapposizione delle tue idee fotografiche e qual è il punto di partenza dei tuoi collages?
Scatto sempre molte foto dal telefonino e quotidianamente le passo in rassegna; se una mi colpisce, o meglio mi ispira, la uso come base di partenza e da lì costruisco anzi, decostruisco... taglio, cancello, saturo i colori, capovolgo ed assemblo. Mi fermo solo quando il risultato appaga la mia vista ed evoca in me qualcosa che trascende dall’immagine di partenza. 

 
 

Qual è la sensazione di base che vuoi esprimere attraverso le tue opere?
Non c’è una sensazione di base, le sensazioni arrivano alla fine quando riguardo il risultato prima di cliccare condividi... e sono ogni volta diverse. Non ho un filo conduttore, parto da un’intuizione ed arrivo ad un risultato inaspettato che genera di volta in volta sensazioni diverse. Sarei curioso di sapere quante sensazioni diverse evoca la stessa immagine… 

Essendo anche musicista riesci a far convivere questi due lati della tua personalità o in realtà è lo stesso lato creativo che si esprime attraverso due strade diverse ma in realtà simili nelle emozioni, sensazioni, messaggi?
Ho sempre pensato che la musica sia la forma d’arte a più alto impatto emotivo, ma mi sbagliavo... le immagini legate alla musica raggiungono un livello superiore. Molte volte quando compongo cerco di tradurre in suoni certi fotogrammi e dipingerne l’atmosfera. Avete mai provato a fermarvi vicino ad un bosco in silenzio, gli alberi che ondeggino al vento, alzare lo sguardo e vedere le nuvole che si muovono lente, delle montagne in lontananza?! Provate a tradurre in suoni quello che se sentite e provate… cercate le note giuste... Perfetto, l’immagine e la musica rappresentano per me quel momento. E se, in chi ascolta e osserva, si accende e riaffiora anche solo un ricordo o un’emozione, le immagini hanno evocato suoni, i suoni hanno generato sensazioni legate ad immagini di un preciso istante.

 
 
 
 
 

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Francesca Nieri - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 8/5/2018

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