Messa a fuoco in dissolvenza

Intervista allo spray artist MUZ


MUZ davanti ad una sua opera su muro
 

MUZ, al secolo Samuel Rosi, nasce il 2 luglio del 1995 a San Miniato (PI). Nel 2009 inizia gli studi presso il Liceo artistico Virgilio di Empoli, diplomandosi nell’anno 2014. Nel 2015 comincia gli studi presso l’Università di Pisa frequentando il corso di “Informatica Umanistica”. Dopo il conseguimento del diploma inizia a percorrere la strada della spray art. Da qui inizia una ricerca, tutt’ora in corso, partita dal tradizionale lettering, che sfocia in un aspetto più figurativo e di ricerca cromatica, che si avvale di figure e lineamenti parzialmente percettivi distinguibili nella totalità dell’opera. Da tale indagine nasce una pittura fortemente evocativa, che si avvale dell’utilizzo iper-sensibile dello spray, sfruttando al massimo la restituzione di un effetto visivo incorporeo e fumoso, derivante dalla facoltà di controllare la pressione e la consistenza del getto.

Ci sono state delle persone o degli eventi che ti hanno fatto avvicinare all’arte o l’hai sempre avuta nel sangue? Raccontaci un po’ quando e perché hai deciso di passare dalla carta/tela al muro esprimendoti attraverso la spray art su superfici più ampie…
Per quando riguarda il mio avvicinamento all’arte, la cosa è avvenuta, diciamo, in maniera casuale. Ho da sempre avuto la passione per il disegno che mi ha portato poi a scegliere il Liceo artistico. Qua ho avuto la fortuna di trovare delle persone che mi hanno fatto aprire gli occhi sotto determinati aspetti sia artistici che non, e con i quali ho affrontato cinque anni fondamentali. In ogni caso prima del diploma non ero mai andato oltre la produzione scolastica. Il mio approccio con la spray art è avvenuto dopo, grazie ad un amico che mi ha avvicinato alla cosa, mi ha insegnato ad usare il “mezzo” e mi ha iniziato alla cultura in sé. Iniziando con il classico lettering, dopo un po’ ho cercato di andare verso un qualcosa di più figurativo fino ad approdare ai miei ultimi lavori.

Ognuno ha il suo alterego a cui dà un nome, il tuo è MUZ, nascendo con il lettering ed il writing la tag ha un valore decisamente importante, dato che rappresenta l’opera stessa. Che cosa racchiude la tua, se ha un qualche significato… oppure suonava solo bene?!
Essendo partito col lettering la tag che stavo cercando all’inizio non doveva andare oltre le 3/4 lettere e averne qualcuna che potesse permettere di spaziare ulteriormente con i vari stili e quindi le varie modifiche su di esse. Quando ho trovato “MUZ” ho ritenuto di averne trovata una con queste due precise caratteristiche. Tuttavia non ha un qualche specifico significato! Un aneddoto carino è come sono riuscito a trovarla. Era già diverso tempo che stavo cercando un nome che mi piacesse e che allo stesso tempo suonasse bene. Ad un certo punto assieme ad un altro ragazzo, presi dalla totale disperazione, ci venne l’idea di mettere delle parole casuali su Google Traduttore e cominciare a spaziare da una lingua all’altra in maniera casuale. Ecco, “MUZ” vuol dire “banana” in turco!

Col tempo il tuo writing si è contaminato di nuovi elementi. Hai iniziato a riempire la tua tag con paesaggi o scenari onirici con l’utilizzo di questo ‘spray spolverato’ decisamente materico, che poi hai riportato anche nel figurativo. C’è un significato dietro questo particolare uso dello spray che dà alle tue opere un effetto annebbiato? Per i più ‘profani’ come me… puoi spiegarci come fai a realizzarlo?
Questa è una tecnica alla quale mi sono approcciato da circa un anno e mezzo, sotto la fondamentale scoperta e influenza di un artista, Eron. Si basa molto sull’uso sensibile dello spray e sulla pressione del getto, non andando a definire, ma lavorando con scale tonali e aggiungendo/togliendo per rendere meglio i vari giochi di luce ed ombra. La cosa che mi ha colpito di questa tecnica è il fatto che più uno si avvicina all’opera e più essa svanisce. Più uno invece si allontana e più la cosa diventa nitida. La vedo come una sorta di metafora rispetto alle varie vicende quotidiane. Quando uno entra troppo dentro le cose, non riesce più a fronteggiarle e ad avere una visione generale andando il più delle volte a perdervisi. Credo sia fondamentale invece affrontarle sempre in modo tale da avere una visione generale, senza mai farsi schiacciare. Il fatto che abbia scelto di inserire questi elementi all’interno del lettering, è dovuto al voler far presente che la ricerca è anche nella minima lettera e nel ”contenuto” di esse. Anche in un throw up che a prima vista sembra insensato e privo di tutto.

Stile che poi hai applicato anche al figurativo su tela e su muro. I tuoi volti, figure e soggetti più metafisici sembrano quasi evanescenti, come se fossero ologrammi, riflessi o ombre di se stessi… ricordi sbiaditi sul punto di svanire per sempre. È solo un gioco estetico di sfumature per rendere percepibile l’impercettibile o anche in questo caso le tue figure si fanno carico di sensazioni e messaggi più profondi?
Tra la prima serie di lavori che ho fatto, ci sono delle tele raffiguranti volti di popolani presi da foto dei primi decenni del ‘900, recuperate dal museo locale del mio paese. L’intenzione è stata quella di dare voce ed importanza a quelle figure che al tempo non l’hanno minimamente avuta, ma che sono stati vitali per lo sviluppo del territorio stesso. Figure che appunto rischiano di svanire nel nulla senza, a mio avviso, un giusto riconoscimento. La spray art nasce come arte popolare, di strada. Reputo quindi opportuno il connubio che si viene a creare tra il soggetto stesso ed il mezzo, utilizzando questa tecnica che riesce a dare il giusto effetto al fine. Aspetti che, ognuno a suo modo, hanno contribuito alla crescita e all’emancipazione dell'agire popolare.

Nelle tue opere vedo malinconia ma allo stesso bellezza e sensibilità, vedo il tempo che scorre e l’infinito, leggerezza e matericità, sogno e realtà. Quanto c’è di Samuel Rosi in MUZ e quale vorresti che fosse il messaggio che vi trovasse chi andrà a vedere le tue opere?
Le due figure sono ben distinte ma si trovano a coesistere ogni giorno ed a influenzarsi costantemente a vicenda. Oramai l’una fa le veci dell’altra e viceversa, senza sentire un netto stacco. Per quanto riguarda il messaggio, la cosa cambia per ogni mia opera. Tuttavia, ciò che vorrei fosse suscitato a tutti coloro che si trovano e si troveranno a guardare dei mie lavori è un totale divenire, sinonimo di repentini cambiamenti. Il fatto di percepire nitidamente sempre di più il soggetto, andando magari a carpire anche dei dettagli che prima non erano venuti fuori, rapportato su di sé. Una personale crescita che porta a scoprire nuovi lati e nuove capacità di noi stessi, andando a riservarci delle inaspettate sorprese.

Sei così giovane cavolo, classe ’95, e mi sembra tu ti stia dando decisamente da fare… sogni nel cassetto e progetti per il futuro?
Vorrei condividere ciò che ho da dire con più persone possibili. Andando così ad avere la possibilità di confrontarmi con altri e portare avanti il mio lavoro con una crescita costante. In questo momento sto conducendo un po’ di progetti sia dalle mie parti, che fuori. Vedremo poi le cose che piega prenderanno e come si andranno a sviluppare nel futuro!

 
Opera di MUZ su muroQuadro di MUZ con l'effetto dissolvenza
 
Tag di MUZ con riempimento effetto dissolvenzaTag di MUZ con riempimento effetto dissolvenza
 
 
 
 

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Francesca Nieri - ERBA magazine

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Ultima revisione della pagina: 5/6/2018

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