Santa Clarita Diet

La dark comedy demenziale che funziona


locandina Santa Clarita Diet
 

Uscita su Netflix lo scorso aprile, la terza e ultima (ahimè) stagione di “Santa Clarita Diet” non si smentisce e ci conquista dalla prima all’ultima puntata. Viene da chiederci quale sia il segreto per cui, una commedia horror demenziale, sia tanto apprezzata; sì perché la serie fa del black humor il suo marchio di fabbrica, spazzando via stereotipi e cliché di quei prodotti che vogliono essere a tutti i costi “politically correct”, senza però strafare.

“Santa Clarita Diet” ci racconta le assurde e divertenti avventure di Sheila e Joel Hammond, marito e moglie, agenti immobiliari illustri e genitori dell’adolescente e ribelle Abby. Sheila è stata infatti contagiata da un virus presente in una specie particolare di vongole da allevamento, diventando un “non morto”; così, assetata di carne umana, inizierà a escogitare rocamboleschi piani insieme al marito per uccidere e mangiare criminali in libertà nella città di Santa Clarita. 

Per quanto assurde possano sembrare tali premesse, la serie acquista subito ritmo e ogni puntata è pensata non solo per divertire, ma anche per portare a termine piccole missioni senza che a nessuno venga rivelata la nuova identità di Sheila, né tantomeno il fatto che mangi carne umana. Lo stile ricorda molto quello di Tarantino, soprattutto per quanto riguarda le scene splatter, qui volutamente “finte”. Anche il tono dello show e i personaggi sembrano non prendersi molto sul serio, tanto da arrivare a fine stagione con la sensazione che ciò che sta accadendo ai protagonisti, sia del tutto normale. 

Sheila e Joel non possono considerarsi dei veri antagonisti come ci si aspetterebbe da una serie con gli “zombie”, anzi continuano la loro vita di tutti i giorni, esaltando moralità e sani principi. Ovviamente tutto è giocato sul no sense e su una continua contraddizione. Sono questi infatti i punti forti di “Santa Clarita Diet”, un continuo gioco tra il voler rimanere il più realistici possibile e il puro no sense, tutto per il fine di dover far tornare le carte in tavola. Poco importa se alcuni dialoghi sono assurdi o al limite del credibile, tutto è concesso affinché i nostri anti-eroi non vengano scoperti. 

Al tempo stesso, in tutta questa demenzialità ben costruita, si intrecciano temi delicati, affrontati nella maniera più semplice ed efficace possibile, senza però snaturare il tono del tv show. 

“Santa Clarita Diet” si conferma quindi una serie divertente, densa di ironia, che prende in giro la vita della provincia americana, in grado di appassionare e mettere in scena immagini potenti con una Drew Berrymore fresca, giovanile e simpaticissima! 

 

Eleonora Giovannini - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 7/5/2019

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