Hacke e de Picciotto, pronti a partire per un viaggio con voi stessi?

All’arena estiva di San Salvi il duo oltrepassa ogni canone musicale


Hacke e la de Picciotto durante il concerto - Credit Simone Chelucci

ph credit Simone Chelucci

 

C’è un angolo di Firenze diverso e inusuale dove il tempo sembra essersi fermato, dove poter trovare persone e ‘personaggi’ che sembrano esser stati catapultati dalle scene musicali degli anni ’70, parlare di musica ai tavolini del bar, il ‘gainsBARre’ per la precisione, e ascoltare concerti di qualità. È l’arena estiva del giardino di San Salvi a Firenze, gestita da tre anni dall’associazione culturale La Chute insieme a Chille de la Balanza, teatro per tutto il mese di luglio del festival ‘SalviAMO la musica’ con live molto interessanti che sicuramente escono dal coro e spiccano per qualità tra le tante proposte dell’estate fiorentina, a rimarcare che competenza e passione spesso possono più di tanto altro.

Dopo i concerti ad entrata gratuita (Bob Corn; Stolen Apple + Medjugori), altri eventi culturali e la serata con il grande Lee Ranaldo dei Sonic Youth, sabato scorso è stata la perfetta simbiosi del duo anche nella vita, Alexander Hacke e Danielle de Picciotto, ad andare in scena, proponendo un eccellente lavoro di matrice Experimental-Drone che intervalla suoni più oscuri e gotici, a parti elettroniche e psichedeliche, morbidezze, percussioni fino ad arrivare ad un uso quasi esasperato della parola e della voce.

Più che un concerto una performance tra suoni tribali e ancestrali che richiamano riti antichi, un utilizzo della voce gutturale da parte di lui che risveglia la parte più primitiva e selvaggia in ognuno di noi, frasi scandite da lei che vanno a formare uno splendido spoken word che si fonde con la musica di sottofondo creando un mix letale tra bellezza, agitazione ed ossessione. Il tutto amplificato dalle illustrazioni e dai video alle spalle dei due musicisti, creati dalla stessa Danielle che è anche e soprattutto visual artist, che ricordano grafiche medievali e gotiche, amplificando l’effetto dei suoni e della musica ed ipnotizzando lo spettatore portandolo quasi in altra dimensione.

 
Danielle de Picciotto suona il violino durante il concerto - Credit Simone Chelucci

ph credit Simone Chelucci

 

A mitigare questo effetto e a ridonare leggerezza, la loro complicità che fiorisce ad ogni sguardo, ad ogni nota dei loro strumenti, come fossero mezzi per arrivare a quell’apice di bellezza che si sente essere vera, reale. I due portano all’estremo la sperimentazione fondendosi con gli strumenti, Hacke graffia la sua chitarra elettrica, la alterna con il ritmo ancestrale delle percussioni, miscela i campionatori; lei sul palco assume quasi i tratti di una divinità mitologica, suonando il suo violino, pizzicando la piccola arpa con le delicate mani e facendo vibrare la ghironda che, tramite la complessa tecnica dei colpi di manovella, sollecita la corda della trompette e realizza formule di accompagnamento ritmico.

Alexander Hacke ha inizato a suonare da giovanissimo con i Sentimental Jugend in compagnia di Christiane Vera Flescherinow (autrice del libro culto 'Noi, i Ragazzi dello Zoo di Berlino') prima di entrare a far parte nel 1980, neanche quindicenne, degli Einstürzende Neubauten (dei quali ancora tutt’oggi è una delle colonne portanti) ed inserirsi sei anni più tardi nei Crime & the City Solution di Simon Bonney.

Danielle de Picciotto è artista a tutto tondo, co-fondatrice della berlinese Love Parade, pittrice, voce degli Space Cowboy e visual artist, che riesce a creare quella sinestesia tra orecchio ed occhio, suono, parole e arte.

 
Alexander Hacke durante il concerto - Credit Simone Chelucci

ph credit Simone Chelucci

 

La loro musica sa di resistenza e rinascita, i loro suoni parlano alla parte più interiore di ognuno di noi, toccano il dark, per poi riaffiorare e spingerci a ricostruirci come una fenice e a vedere il mondo con occhi e mente nuova. Così come hanno fatto gli stessi Alexander e Danielle, coppia nella vita da 15 anni, arrivati a queste sonorità dopo un percorso nomade che li ha portati ad abbracciare una nuova filosofia di vita ridefinendo una nuova scala di valori. “Nel 2010 abbiamo lasciato Berlino per girovagare diciotto mesi e capire dove poter abitare. Sono passati quasi dieci anni ed abbiamo incontrato diverse situazioni, nuove culture e ci siamo aperti a nuove influenze ed architetture” -  ha sottolineato Hacke durante il concerto.

Il risultato finale è simile forse allo stordimento, al riaprire gli occhi dopo un lungo viaggio che aveva talvolta i tratti del sogno altri dell’incubo, un mix di bellezza che si scontra con le nostre paure più recondite e le nostre ossessioni e ti lascia lì incredulo davanti a quello che hai appena vissuto.

Perché sì, non hai appena ascoltato un concerto, ma sei diventato tu il protagonista di un rito ancestrale di una performance che ha coinvolto tutti i tuoi sensi e ti ha affascinato e sconvolto allo stesso tempo.

 
Danielle de Picciotto suona il violino durante il concerto - Credit Simone Chelucci

ph credit Simone Chelucci

 
Per conoscere i prossimi appuntamenti proposti all’arena estiva di San Salvi:
Profilo FB associazione culturale La Chute  

Intanto domani, mercoledì 17 luglio, non perdetevi ‘La notte di Atlantide’ con Nada e Gianni Miraglia

 

Francesca Nieri (recensione); Simone Chelucci (fotografie) - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 16/7/2019

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