Welcome to the machine

Teatro Verdi di Montecatini Terme, 24 Gennaio 2009

Sagoma di un uomo in piedi su fondo rosso
Fonte: Michele Pera

 
Dopo otto anni dal suo debutto torna il musical sulla vita di Syd Barrett, 'pazzo diamante' dei Pink Floyd.

Ore 21.30, calano le luci in sala sulle nostalgiche note di Pigs on the wing (part 2); la scena si presenta essenziale, e lo rimarrà per tutta la durata del musical. L'idea è di quelle alle quali nessun fan floydiano può resistere: raccontare l'ascesa e la caduta di Syd Barrett, storico fondatore e leader dei Pink Floyd dal 1964 al 1968 nonché personaggio tra i più significativi della storia della musica popular, attraverso alcuni dei brani più celebri della band inglese.

Welcome To The Machine, dunque, porta dentro di sé l'ambizione di raccontare i vizi della 'macchina' dello spettacolo: l'universo barrettiano, costellato da produttori discografici di dubbia moralità, drogato dai soldi e dal successo, necessariamente induce a riflettere, ponendo l'accento sugli aspetti più snervanti del business discografico. Inoltre, trattandosi di uno spettacolo debuttato nel 2001, i sette anni di stagionatura ne hanno arricchito il significato estendendo il punto di osservazione a tutta la società, e in particolare al costante processo di spettacolarizzazione della stessa.
 

Persone in cerchio e al centro un uomo
Fonte: Michele Pera


Il concept, insomma, risulta estremamente stimolante, fornendo ampi spunti di riflessione su tematiche di estrema attualità; se consideriamo poi, che il veicolo del messaggio sono alcune tra le più belle canzoni dei Pink Floyd (The Great Gig In The Sky; Astronomy Domine; Money; Shine On You Crazy Diamond; Time; Brain Damage; Comfortably Numb; Wish You Were Here; Eclipse), il cocktail diventa esplosivo. Alcune crepe, però, emergono dalla messa in scena dello spettacolo, a mio parere leggermente carente negli aspetti scenografici e coreografici. Punto di forza sono indiscutibilmente i musicisti, ed il pubblico in sala non tarda ad accorgersene omaggiandoli con vigorosi applausi al termine dell'esecuzione di quasi tutti i brani, tutti eseguiti assolutamente dal vivo dagli attori protagonisti e da una band di quattro musicisti diretta da Massimiliano Salani.

In conclusione l'autore/regista Emiliano Galgani (già regista di Circo Faber) conferma ottime potenzialità a fronte dei mezzi a disposizione, non sempre all'altezza. Lo spettacolo nel complesso risulta comunque coinvolgente e a tratti emozionante.


Giorgio Nardiello - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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