Da che parte?

L'orientamento

 

 
Ieri, 22 marzo, siamo giunti al penultimo incontro della rassegna Sensi nell'ambito della Settimana della Scienza. Alberto Peruzzi, il curatore, introduce la serata come di consueto. L'argomento chiave è "Direzioni", illustrato dalla professoressa Felicita Scapini dell'Università di Firenze, che incuriosisce il pubblico del Magnolfi con gli affascinanti moti migratori degli animali.

La conferenza inizia con un po' di storia. Citazione dovuta a Jacques Loeb, uno dei primi precursori dell'etologia, la scienza che studia il comportamento degli animali, per poi passare al Nobel del 1973 ottenuto da Karl von Frish, Nikolaas Tinbergen e Konrad Lorenz.

Ma come si orientano gli animali? Ad esempio, piccoli organismi monocellulari come le alghe, che non dispongono di un sistema nervoso come si orientano nel mare? Ebbene, questi organismi rispondono alla luce, le api, invece, si orientano con l'odore, con il sole e la luna e poi comunicano fra loro le informazioni necessarie utilizzando la danza. Le vespe si orientano in base a caratteristiche topografiche e le ochette appena nate grazie alla trasmissione culturale della direzione, ossia seguono la mamma, a questo proposito sono famosi gli esperimenti di Lorenz. Molti animali utilizzano le linee di forza del campo magnetico terrestre, come le termiti.

Andiamo nell'ambiente marittimo iniziando con uno dei misteri insoluti dell'orientamento. Le tartarughe nuotano per circa 40 anni nell'Oceano per poi tornare al luogo di nascita a deporre le uova, ancora non sappiamo come facciano ad orientarsi e questo rende gli studi sull'etologia ancora più affascinanti.

Le larve planctoniche vivono in mare aperto fino a quando, da adulte, diventano pesci e devono tornare alla barriera corallina, come fanno? Si orientano grazie ad un innato riconoscimento dei rumori prodotti dagli animali presenti sulla barriera corallina: i gamberi che battono le chele per chiamarsi, i ricci che grattano sugli scogli ecc..

E i pinguini? Rimane un mistero come facciano questi simpatici animali ad orientarsi nei ghiacciai senza troppi punti di riferimento. Generalmente gli animali che si spostano in gruppo, come gli uccelli, gli elefanti, seguono il capobranco, cioè un esperto che ha già compiuto il viaggio.

Se dalla terra passiamo all'aria ci vengono subito in mente i pipistrelli. Questi animali volano in uno spazio tridimensionale e riescono ad evitare gli ostacoli e a percepire la presenza di piccoli insetti grazie agli ultrasuoni che emettono. Sono dotati, quindi, di una strategia di radar che gli permette di orientarsi. Le capinere, i passeriformi, invece, hanno l'orientamento iscritto nel DNA. Sono dotati, infatti, di geni per andare a sud-est e di geni per andare a sud-ovest, le loro migrazioni coprono grandi distanze, poi, anche se non tutti, tornano al "proprio paese", gli uccellini, infatti, cantano con dialetti diversi.

"Gli animali - spiega la Scapini - hanno una strategia di orientamento che consiste nell'integrare tutti gli stimoli presenti nell'ambiente". L'uomo da sempre ha cercato di imparare dagli animali studiandone i comportamenti e i moti. Partendo dallo studio degli uccelli, ad esempio, si sono costruiti gli aerei. Oggi la microrobotica studia la costruzione di piccoli robot sulla base della biologia degli insetti. Dobbiamo anche dire, che l'uomo con il sistema di navigazione satellitare ha superato l'animale: se ci perdiamo abbiamo un qualcosa dall'esterno (il satellite) che provvede a dirci dove siamo. Il primo problema dell'orientamento, infatti, è sapere dove ci troviamo.

Conclude la professoressa "gli animali, invece, devono continuare ad affidarsi ai propri sensi". Come ad ogni incontro, sono seguite le domande del pubblico.

L'ultimo appuntamento sarà il 25 marzo, sempre al Teatro Magnolfi alle ore 21.00, con il professore Alberto Peruzzi dell'Università di Firenze che parlerà dei "Nodi".



Noemi Neri - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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