Solo gli ingenui muoiono d'amore

Teatro de Los Andes

Testo, regia e interpretazione: César Brie
Assistente alla regia: Maria Teresa Dal Pero
Musicisti: Davide Castiglia, Paola Sabbatani

Fabbrica Europa XIII edizione: Laboratorio del Possibile - 5/21 Maggio 2006
Firenze, Stazione Leopolda
10 maggio 2006

Un insolito rito di vestizione dove a indossare gli abiti del cadavere è un uomo in carne ed ossa, scalzo, in mutande, un "flaco" esile solo nel sembiante, in esilio da un'esistenza troppo ingenua nei cui panni ormai fatica a riconoscersi. Negli antri più bui dell'Acatraz fiorentino - singolare spazio della Stazione Leopolda, fino al 21 maggio arena ospitante della XIII edizione di Fabbrica Europa, Laboratorio del possibile - il protagonista assoluto è lui César Brie, attore argentino, ma boliviano d'adozione, fondatore del Teatro de Los Andes, con un monologo dal titolo Solo gli ingenui muoiono d'amore.

Entra in scena e tra il pubblico che lo circonda si fa luce creando un percorso di candele, flebili lumi che pian piano ne delineano il volto, mostrando la scena: c'è l'abito di un morto esposto con tanto di foto, fiori, alcool, pane e biscotti, ci sono croci e candelabri. Non è un rinfresco funebre, né tanto meno si respira lo strazio della fine, si brinda piuttosto a un piacere, forse mai gustato fino in fondo.

Ma nessuno si presenta a vegliare la salma, è lui che compiange se stesso e la propria esistenza. Tutto si articola tra l'ironico, il malinconico, il mimo e la drammatizzazione vocale. L'uomo rievoca l'infanzia del morto; i compagni di scuola; le restrizioni e i tabù imposti dalla famiglia; quella sessualità scoperta di nascosto, di notte, sfogando i primi istinti sul cuscino; l'iniziazione alla politica e al lavoro artistico; le pene d'amore.

Così vero e attuale Cèsar Brie regala al pubblico fiorentino, sempre numeroso in questi giorni per le sue rappresentazioni, un monologo toccante ed esistenziale, dove i canti popolari e gli inni mariani si fondono ad una comicità genuina e intelligente, godibile e mai banale.

"Morire non è una novità" - dice l'attore - ma non a tutti è concesso di andare incontro alla fine con tale forza e consapevolezza. Non si può cambiare il corso delle cose, la solitudine e la tristezza lo hanno accompagnano nel corso della vita, ma il suo racconto diventa la sua libertà, il suo modo di condividere con il mondo le sue pene. Il bagaglio è pronto, adesso può anche sciogliersi tra il fumo e la cenere. "Non è il calore del cuore - conclude - ma almeno è calore".

Alla Lepolda Cèsar Brie ha presentato i due monologhi più famosi, Il mare in tasca (9/5) e Solo gli ingenui muoiono d'amore (10/5). Per il 12 e il 13 maggio è attesa l'ultima creazione Otra vez Marcelo, vibrante ritratto dell'intellettuale e uomo politico boliviano Marcelo Quiroga Santa Cruz, assassinato in Bolivia nell'80 a causa del suo impegno contro le dittature.

Miriam Monteleone - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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