Varcando la soglia di un nuovo mondo

Il bagno turco - Hamam

 
Regia di Ferzan Ozpetek, con Alessandro Gassman, Francesca D'Aloja, Carlo Cecchi, Halil Ergun. Italia-Turchia-Spagna 1997.

Ci sono film che si ispirano - volontariamente o meno - a opere precedenti del loro regista; ci sono opere, invece, che riescono a contenere al loro interno non quello che è stato, ma quello che sarà. Il bagno turco - Hamam è il film che nel 1997 segnò, dopo 15 anni di gavetta come aiuto regista, il debutto cinematografico di Ferzan Ozpetek; ma lungi dall'essere una prima prova abbozzata, il film riesce incredibilmente a contenere in sé tutti quegli spunti, quelle immagini, quelle sensazioni che compariranno nei film successivi. Quasi il regista avesse sentito la necessità di far uscire tutto d'un colpo quel mondo immenso che si porta dentro e che negli anni ha così magistralmente disseminato nei suoi film. In Il bagno turco - Hamam c'è la commozione delle lettere rivelatrici de La finestra di fronte, il calore della famiglia non biologica di Saturno contro, la tensione mistica dei corridoi di Cuore sacro e la scoperta di un nuovo mondo, di una nuova identità de Le fate ignoranti.

Misticismo e dimensione corale si fondono nel percorso di Francesco che, avendo ricevuto in eredità un bagno turco da una zia che viveva a Istanbul, si ritrova nella capitale turca con l'intenzione di risolvere la questione. Il viaggio, però, avrà delle conseguenze inaspettate nella vita del protagonista. La scoperta dell'hamam, della nuova 'famiglia' della zia, del suo passato, della città che l'ha accolta e rapita lo porteranno su nuove tracce di se stesso; attraverso sentieri mai percorsi arriverà a scorgere qualcosa che non aveva mai notato, trascinando, involontariamente, in questo vortice bellissimo di consapevolezza e amore per la vita, anche la moglie Marta che ancora più di lui aveva smarrito la propria felicità.

Ancora non è presente nel cast la fedelissima Serra Yilmaz, ma al suo posto danno ottime interpretazioni tutti gli attori turchi. Perfetto Gassman, deluso e insoddisfatto, ma non nevrotico; splendido il percorso di crescita di Francesca D'Aloja. La colonna sonora è dominata da melodie turche vagamente misticheggianti - scelta comprensibile data l'ambientazione - ma non mancano le note di pianoforte inconfondibilmente 'alla Ozpetek'.

Un'illuminante opera prima che contiene in sé tutto quello che poi è stato e, forse, anche ciò che sarà.



Mirella Pane - Redazione ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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