L'uomo senza passato

Mies vailla menneisyytta è il titolo originale del film finlandese del 2001, uscito in Italia nel dicembre del 2002, anno in cui è stato candidato agli Oscar come film straniero ed ha ricevuto al Festival di Cannes il Gran Premio della Giuria e la Palma d'Oro per la miglior attrice Kati Outinen.

Il genere della commedia si mischia a quello drammatico grazie anche all'efficacia delle musiche di Jouko Lumme, che ci immergono in un'atmosfera ricca di speranza per un uomo che ha smarrito nel tempo e nello spazio la propria identità.

Ed è proprio di questo uomo, interpretato da Markk Peltola, che il regista Aki Kaurismaki ci narra la storia con grande positività, senza sentimentalismi o pietismi.

L'uomo, giunge a Helsinki probabilmente in cerca di un lavoro, qui viene aggredito e derubato da un gruppo di malviventi. Nello scontro picchia fortemente la testa e questo gli procurerà una totale amnesia che condannerà il suo passato all'oblio.

Al suo risveglio si trova all'ospedale, dal quale scappa, qui lo credono morto, una fine troppo scontata per un uomo che viene picchiato, il regista infatti lo fa "resuscitare" dandogli una nuova possibilità. Dopo aver girovagato, saranno due bambini a trovarlo sdraiato sulle rive di un fiume e ad avvertire i loro genitori.

L'uomo viene accolto nella baracca della famiglia povera che lo aiuterà a riacquistare un proprio ruolo sociale e una propria dignità, con un grande esempio di solidarietà che domina un po' tutto il film. L'uomo, resosi conto di non ricordare niente del passato, cerca di costruirsi una nuova identità, decide quindi di cercare un lavoro ma i problemi iniziano subito, infatti senza documenti non può essere assunto da nessuno e all'ufficio di collocamento viene trattato male, considerato pazzo o bugiardo.

Conosce Irma, una donna molto simile a lui, avvolta anch'essa dal mistero.
Questa, interpretata da Kati Outinen, gli darà dei vestiti e gli offrirà lavoro presso l'associazione di volontariato di cui fa parte, "l'esercito della salvezza". Messo insieme un po' di denaro, l'uomo riesce ad affittare un container accanto alla famiglia che lo ha aiutato.

Inizia così una nuova vita, fa nuove conoscenze e a poco a poco sembra reinserirsi in società, ma la parte più importante di sé torna a mancare, non conosce il suo nome né la sua provenienza, ancora è soltanto quello che gli altri percepiscono di lui, ed è di nuovo silenzio ogni volta che stringe la mano a qualcuno.

È anche vero che l'uomo sembra non interessarsi troppo a quel vuoto che ha alle spalle, ma che piuttosto cerchi di andare avanti e di costruirsi una nuova vita che anche se nella povertà, risulta piacevole.

A questo punto ecco la svolta, l'uomo è testimone di una rapina dentro una banca, arrivano dunque problemi con la legge. Di fronte all'interrogatorio, infatti, l'uomo non può rendersi utile in alcun modo, non è identificabile.
Viene divulgata la sua foto, adesso anche la polizia si impegna a ridargli un passato.

Nel frattempo nasce una storia d'amore con Irma, fa amicizia con un gruppo di musicisti dell'associazione di volontariato invitandoli nel suo container per fargli ascoltare la musica rock, in modo da rinnovare un po' i loro "concerti", pianta patate nell'orto e le condivide con il vicino.

Evidente il senso di solidarietà anche quando entra dentro un bar e chiede dell'acqua, l'unica cosa che non si paga, qui gli viene offerto il pranzo.
Incontra poi, il rapinatore della banca che gli spiega il motivo del suo gesto, dovuto al non poter più pagare gli stipendi ai suoi operai. Il rapinatore chiede all'uomo di consegnare per lui le buste paga e poi si toglie la vita.


L'uomo, che avrebbe potuto tenersi tutti i soldi, mantiene fede alla promessa, dimostrando ancora il suo altruismo. Agli annunci della polizia arriva finalmente risposta, l'uomo è sposato e faceva il saldatore. Raggiunge la moglie, facendo un salto nel passato per chiarire quello che è stato. Parlandole, scopre che litigavano spesso, tanto che erano pronte le pratiche per il divorzio e la ormai ex moglie si era rifatta una vita.

Messo a posto quel tassello mancante, adesso, anche se ancora non sa bene chi era, sa con certezza quello che vuole essere. Torna quindi al suo presente, che più di ogni altra cosa adesso gli appartiene, al suo container, da Irma, che è diventata la sua fidanzata.

Tutto il film nella sua drammaticità, di un uomo che non ha nessuno, neanche se stesso, è dominato dal lato ironico dei dialoghi, talvolta surreali. L'evidente disagio delle persone emarginate, appare non pesare troppo nelle loro vite, questi, sembrano avere davanti a sé, soltanto un lieto futuro, con un'atmosfera quasi fiabesca, non si sa niente, infatti, del loro passato e i divertenti dialoghi, che sono allo stesso tempo profondi nella loro semplicità, si contrappongono alla loro condizione di miseria materiale.

Lo spettatore è avvolto da un senso di speranza e ottimismo trasmesso dalla forte solidarietà di tutti i personaggi, è sorprendente, infatti, come Aki Kaurismaki riesca a mostrare il degrado sociale di persone marginali, senza suscitare troppi inutili pietismi, ma bensì coinvolgendo chi guarda in un tifo partecipato alla vita dei protagonisti.



Noemi Neri - Redazione ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

I Social di ERBA Magazine: