Cina: prima tappa

 

Diario di bordo...

 
La birreria all'interno dell'aeroporto di Francoforte è veramente elegante. Quello che più colpisce di questo posto è l'incredibile silenzio che vi regna: accoglie tutti con discrezione e lascia che il tempo scivoli via piano piano, in attesa di un aereo, di un appuntamento, di chissà cos'altro.
 
La gente cammina veloce e in silenzio lungo i viali che circondano questo elegante pub e i clienti del locale parlano tutti sottovoce. Anche la televisione è senza audio, c'è una partita di calcio guardata distrattamente, forse per rispettare l'atmosfera tranquilla del posto.
 
C'è una bella donna giapponese, sola ed assorta nei suoi pensieri. Sta guardando la gente passare, scrive qualche appunto e ogni tanto beve da una grossa tazza di tè caldo. Sembra di essere in una fiaba: i tedeschi che bevono birra e si fanno un panino con wurstel, una coppia inglese un pò anzianotta, la donna che pare Agatha Christie e il marito che sembra un lord, che stanno consumando tè e biscottini, altri giovani nordici che hanno ordinato birra e hamburger....quasi quasi allora anche io avrei dovuto ordinare pizza e caffè, perchè sono italiano ed invece mi son preso una bella birra perchè costa poco.

Questa atmosfera è veramente rilassante, quasi sexy direi: addirittura le luci gialle, soffuse, proiettano sul tavolo strane ombre di color blu elettrico mai viste prima. La birra costa poco: mezzo litro di Erdinger costa 3,20 euro: in Italia, per esempio a Travalle, non ti prendi neanche una mezza birra piccola, perdipiù servita nel bicchiere di plastica. Questo è il paese della birra oltre che del puzzo di merda...

Appena sedutomi al tavolino ho combinato il primo danno di viaggio, rovesciando una vecchia zuccheriera. Si può anche fumare, bene.

Francoforte sembra una città fredda e impersonale, d'altra parte siamo in Germania: alle 18.20 il cielo è già grigio e buio. Gli edifici ultramoderni non sembrano trasmettere molte emozioni: ero già stato da queste parti qualche anno fa con Diego, Nicola Ciardi e mio fratello e forse, l'impressione di città 'fredda e funzionale' è rimasta impressa da allora.
 
La prima cosa che si sente appena scesi dall'aereo è il puzzo di merda: un odore onnipresente da queste parti, perchè il centro-sud della Germania è un'area agricola molto importante, i campi sono tutti concimati e ovunque si sente questo odore.
 
Quando eravamo piccolini si giocava in fondo alla discesa, a Paliana, nella stradina che portava dalla stalla di Bruno ai campi e c'era lo stesso odore: che alla fine non è male, ci si abitua ma in città non si sente mai e allora ti par diverso. Certe cose però mettono nostalgia se penso che ormai Bruno è già morto da molti anni. Il tempo passa troppo velocemente...

Con l'arrivo a Francoforte sono cominciate le prime difficoltà e i primi contrattempi. Ho avuto un pò di paura quando vedevo che il mio zaino non compariva sul nastro trasportatore: una guardia aeroportuale molto gentile mi ha poi spiegato che era stato già direttamente imbarcato sull'aereo per Shangai.
 
Gli sbirri tedeschi sono efficenti anche se con quella giacca verde pisello e il cappellino bianco fanno un pò ridere: sembrano tutti omini della playmobil.

Qui devo parlare inglese, probabilmente dovrò usare anche un pò di tedesco, maledizione, ma mi vergogno: eh si, se vai all'estero, e soprattutto se ci vai da solo, è fondamentale conoscere le lingue, perlomeno l'inglese, perchè sei veramente solo e in un ambiente nuovo e sconosciuto in cui è facile perdersi. Chissà che cosa succederà in Cina, probabilmente dovrò arrangiarmi anche scrivendo le informazioni su dei pezzi di carta. Comunque essere solo non mi dispiace, anzi provo una sensazione nuova di libertà, lontano dall'opprimenza di casa e della mia città, non so ben definire questo sentimento: sembra tutto molto 'caldo', romantico e per la prima volta dopo tanto tempo so che dovrò contare unicamente su me stesso, sulla mia capacità di muovermi e di adattarmi agli ambienti, alle situazioni più disparate e nuove.
 
Per la prima volta mi sento a mio agio nella mia solitudine. Vorrei quasi che non finisse mai questa sensazione, che ogni giorno possa scoprire un mondo nuovo ed un aeroporto diverso.

Ok, tra un'ora e mezza mi devo imbarcare, il viaggio sarà lunghissimo: tanto vale prendersela con comodo. Spero di sedermi accanto a qualche bella ragazza cinese o, perlomeno, spero di essermi sbagliato sull'identità di questa giapponese di fronte a me, e che anche lei venga in Cina con il mio stesso aereo. E' bello pensarlo ma è meglio non farsi troppe illusioni...

 



 

Francesco Tattini - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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