Un the di ERBA: quarto incontro

Saretto Cincinelli: l'esperienza di un Curatore di mostre

 
foto di Claudia D'Osvaldi

Il quarto incontro "Un thè di erba" ha visto protagonista il curatore di mostre toscano, Saretto Cincinelli disponibile a raccontarci la sua esperienza nel mondo dell'arte. Cincinelli ha sottolineato come non abbia mai scelto un percorso universitario in tal senso, ma la sua formazione scolastica sia stata magistrale, e l'approccio all'arte sia avvenuto autonomamente, mosso da un iniziale prorompente interesse per il cinema surrealista.
 
Dei primi film di Luis Bunuel (Un chien andalou) lo affascinavano i riferimenti surrealisti visionari legati alla pittura (si pensi che il film fu realizzato in collaborazione con il grande pittore Salvador Dalì) e le accortezze stilistiche prodotte dal video di pari passo con le ricerche avanguardistiche degli anni Venti del Novecento.  Si interessa di scrittura, creando recensioni per amici artisti e pubblicando i suoi scritti su riviste di arte e cultura quali Next (di Roma) e Flash Art (di Milano).
 
Parlandoci del panorama Storico-artistico degli anni 60-70 caratterizzato da un ritorno ad un'arte essenziale quale l'Arte Povera, il suo successivo superamento, che  avviene con la nascita del videotape e la mondializzazione dell'arte negli anni '80 con la ribalta delle artiste donne e la globalizzazione, si sofferma sulla fortuita coincidenza per cui gli fu affidata la curatela di una mostra in cui figuravano, tra i molteplici artisti, Massimo Barzagli (a cui era legato anche da una profonda amicizia). 

 

Ricordava  Vedute e Forme a San Giovanni Valdarno e Su Fondamenti invisibili a Montevarchi. Molto proficua fu la conoscenza ,durante un progetto a cui in realtà non avrebbe dovuto prender parte, della allora direttrice del Museo MAN di Nuoro, Cristiana Collu.
 
Le due menti si misero insieme, Cincinelli dal punto di vista creativo e Collu principalmente nella gestione dei fondi a disposizione, e diedero vita, nel corso degli anni, a una serie di mostre e collettive che consolidarono sempre più il loro rapporto di mente e braccio.

Una nostra curiosità, a questo punto, ci ha spinto a domandare qualcosa in più sulla figura del curatore, di cui spesso si ha una concezione fumosa e generica, soprattutto sul rapporto che spesso si viene a creare tra artista e curatore. Nel realizzare una mostra collettiva è certo che le richieste degli artisti ( soprattutto se si ha a che fare con opere video) devono collimare con le decisioni del curatore, che ha il compito di valutare adeguatamente gli spazi di allestimento in base al concetto proposto dall'opera.
 
L'artista è solitamente colui che vuole avere la decisione ultima nell'allestimento della propria mostra, che, in molti casi, se si tratta di una personale, può essere accolta o permettere di giungere a un compromesso.
 
L'importante per il curatore è comunque conoscere a fondo e bene lo spazio in cui la mostra verrà allestita, in modo da fornire i giusti suggerimenti e trovare le giuste soluzioni alle richieste degli artisti. Talvolta infatti impegnati a dover realizzare contemporaneamente più mostre, lavorano freddamente su progetti al computer, senza tener presente ostacoli quali prese ecc. che solo una visione sul posto fornisce, inviando le proprie assistenti giustamente votate al rispetto pedissequo del progetto fornito (questo il caso di Mark Lewis in occasione di una sua personale al Museo Marini di Firenze il 28 ottobre 2009).
 
La capacità e bravura del curatore  sta quindi nel saper dosare e gestire e in questo Saretto Cincinelli ci ha fornito più di un esempio, tra cui uno relativo ad una mostra recente su David Claerbout tenuta al Mart di Rovereto e conclusasi il 13 gennaio 2013. Gli spazi del primo piano del museo non ben si prestavano al lavoro e ad un ottimale visione dei lunghi video dell'artista belga, perciò dopo una discussione anche col direttore del Museo la scelta è stata quella di intervenire direttamente sull'ambiente modificandolo letteralmente. L'allestimento è stato curato dall'architetto Pedro Sousa che ha creato un perfetto ambiente totale dove l'opera e l'architettura sono completamente integrate. La riuscita della soluzione è evidente anche perché tutt'ora questa parte del museo è stata mantenuta in tali condizioni.

 
saletta bar Officina Giovani

Nel contesto dell'organizzazione di mostre, una che lo ha visto impegnato a partire dal 2007 è stata la rassegna L'evento immobile che, anch'essa nata dal rapporto lavorativo con Cristiana Collu, ha messo in moto una serie di rimandi che hanno permesso a tale tema di riproporsi in forme diverse fino al 2012. Protagonista il video. Si è cercato in tutte le rassegne (L'eventoimmobile. Contrattempi(2007) L'eventoimmobile. Incantamenti(2008), L'eventoimmobile. Lo sguardo ostinato(2009), L'eventoimmobile.
Annunciazioni (2010)L'eventoimmobile. Sfogliare il tempo(2011) L'eventoimmobile. Apparizioni.) di sottolineare la complementarietà nel video dell'immagine in movimento e della stasi, come tempo dinamico e tempo bloccato nelle diverse varianti di un discorso visuale. Si voleva mettere in luce come da sempre nel video vi sia un linguaggio molteplice.

Chissà se questa rassegna procederà negli anni a venire, noi ci auguriamo di si e di poter ammirare altre mostre curate da questa mente creativa quale è quella di un uomo appassionato d'arte che di lavoro fa il custode in un museo, Saretto Cincinelli.

 

 

Irene Mesolella e Ilenia Vecchio - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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