Will Hunting

Ragazzo ribelle di Gus Van Sant

 
locandina del film
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Il coraggio di affrontare la propria vita, assaporandone le gioie e subendone i dolori, anche a costo di soffrire parecchio piuttosto che avere dei rimpianti: ecco qual' è il messaggio del film.

Uno psicologo vedovo, Sean McGuire (Robin Williams), esprime questo stesso messaggio al suo paziente, unico nel suo genere, Will Hunting (Matt Damon), un ragazzo dotato di un grande intelletto soprattutto nella matematica nonché dal complicato carattere.

Will, tra risse in strada, libri a tonnellate, uscite con il suo gruppo di amici tra cui Chuckie, il suo migliore amico (Ben Affleck), e problemi di matematica da risolvere, è costretto alla fine a vedere, appunto, lo stesso Sean per diverse sedute.

I due hanno caratteri diversi, ma una stessa infanzia, vissuta tra abusi e maltrattamenti perpetrati dai loro padri.

Cosa può spingere finalmente una persona a mettersi in gioco? È un quesito che ci pone il regista attraverso la scena del parco, dove viene rivelata l'avventurosa, romantica e drammatica esistenza di Sean, ed il discorso dello psicologo di non essere rammaricato rivolto ad un arrogante, pauroso ed immaturo adolescente Will, che faticherà a capire come vivere degnamente la sua vita ed a mettersi in gioco come nella scelta di un lavoro e nel rapporto amoroso con una ragazza, Skylar (Minnie Driver), conosciuta dopo una rissa.

Il film ci insegna a rischiare, a giocare le proprie carte, ma soprattutto a non avere alcun rimpianto. E Sean è la prova tangibile di una vita vissuta a pieno.

 


 
 

 

Brian Vannacci - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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