Ogni angelo è tremendo

 
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"Ancora non lo sapevo, ma fin dal principio sono stata un'anima assetata di bellezza. E non sapevoneanche che la bellezza porta con sé, come discreta ancella, la sete di verità."

Dopo l'ultimo romanzo Per sempre, Susanna Tamaro pubblica Ogni angelo è tremendo,un'autobiografia profonda e dolorosa. A poco più di mezzo secolo di vita, la scrittrice guarda
indietro e ci regala la sua infanzia, il percorso che l'ha portata ad essere donna.

Un testo senza sconti, in cui gli intrecci familiari vengono denudati dal vento triestino, città natale. All'indomani della seconda guerra mondiale, le mine esplodevano nei poster sulle pareti della scuola, nei corridoi echeggiava "Tapum, tapum, tapum". La curiosità di bambina alimentava domande che cadevano ogni volta nel vuoto. Un vuoto in cui finivano le persone e i giorni, che pervadeva ogni cosa, logorando il tempo e sbriciolando le radici sempre più labili della propria famiglia.

Il rapporto con i genitori, pressoché inesistente, ha segnato profondamente il carattere di una bambina, prima "iceberg" e poi "scendiletto". Un padre donnaiolo e assente, una madre che soffre
di personalità multiple, che un giorno chiedono l'annullamento del matrimonio, cercando con quel gesto di cancellare, invano, il passato. "È vero che i bambini si adattano a tutto e che trovano mododi sopravvivere in qualsiasi situazione, ma in fondo al proprio animo, desiderano una sola cosa: avere una mamma e un papà, preferibilmente che si vogliano bene".

Sebbene la passione e il legame con la scrittura siano arrivati tardi, il destino aveva già scritto il talento dell'autrice. Tra gli antenati, infatti, spiccano i nomi di Sara Levi e Abramo Moravia, che unisce la Tamaro a Ettore Schmitz, nonché Italo Svevo. Tra gli amici di famiglia c'erano James Joyce e Giuseppe Ungaretti. Un giorno, camminando sul Carso, lesse una poesia di Rilke: "all'improvviso, visceralmente e in forma larvale, capii che, da qualche parte, tra me e le paroleera stato scritto un destino.
 
Poi, a circa ventisei anni accadde il miracolo: "Corsi in una tabaccheria a largo dei Baullari,comprai un quadernetto con la copertina arancione e una penna biro, poi, seduta su un gradino poco distante, cominciai a scrivere.
 
"Il tentativo continuo di riempire i vuoti che, giorno dopo giorno, diventavano voragini e la risucchiavano dentro il baratro dell'assenza, si trasforma. Grazie alla scrittura attraversa l'oscurità "per scoprire il punto in cui, a un tratto, il buio misteriosamente si può trasformare in luce."

 


 
 

 

Noemi Neri - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 11/1/2017

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