Across the universe

Locandina del film
Locandina del film

 
Regia di Julie Taymor. Con Jim Sturgess, Evan Rachel Wood, Joe Anderson, Dana Fuchs. Produzione USA 2007.

Film sugli anni '60 se ne sono visti molti. Diversi registi si sono cimentati nella rilettura di un periodo cruciale della nostra storia recente. Generalmente nei film di questo tipo la colonna sonora viene usata in modo consistente per cercare di comunicare lo spirito dell'epoca. In Across the universe la colonna sonora è il film. Le vicende dei personaggi, Jude, Lucy e Max, vengono cantate da loro in prima persona attraverso le musiche ed i testi di un gruppo che fu la spina dorsale dell'universo musicale degli anni '60: i Beatles. Proprio da Liverpool parte l'avventura del protagonista, Jude, che, per fuggire da un'esistenza condannata al proletariato, decide di imbarcarsi per l'America. Qui si spalancheranno per lui una nuova vita, una nuova cultura, una nuova realtà. E infatti oltre all'amore e all'amicizia, Jude e i suoi compagni dovranno affrontare anche il mondo reale: si scontreranno con le amare ingiustizie della guerra, parteciperanno a manifestazioni per la pace, rimarranno invischiati in scontri e lotte armate.

Il messaggio di fondo non si discosta molto da quello di altri film del genere. L'intento è ancora una volta quello di ripercorrere i principali eventi storici inscrivendoli in un contesto umano e culturale. Cercare di trasmettere, insomma, lo spirito di un tempo che ha affascinato tante generazioni. La forma del film è, invece, decisamente particolare. Le canzoni dei Fab 4 non sono usate come semplice sottofondo, ma sono re-interpretate dai protagonisti, che le fanno vivere attraverso i loro sentimenti e le loro fragilità. Non necessariamente le canzoni più famose e popolari, ma quelle che più si adattano al carattere dei personaggi, alle loro avventure, alle loro gioie o alle loro paure. Non solo i suoni, ma anche le immagini sono degne di nota: i colori scintillanti e psichedelici originano visioni distorte della realtà, quasi fossero viaggi all'interno delle coscienze dei protagonisti. Gli anni sessanta dal punto di vista dell'inconscio, si potrebbe azzardare. Ma anche la visione politica non manca. Significativa la scena in cui un gruppo di adolescenti in calzoncini è costretto a trascinarsi sulle spalle la Statua della Libertà lungo i campi di battaglia vietnamiti.

Un film che ha cercato di distaccarsi dall'ordinario, anche a rischio di sfiorare i confini del trash. Nel complesso un film interessante; ma la scommessa è stata vinta solo parzialmente, visto che il trash ogni tanto fa capolino.



Mirella Pane - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 27/6/2016

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