Green day

 
Il gruppo "Green day"
www.presents.knittingfactory.com

Sono passate da qualche minuto le 21:00 quando, sul magnifico palco allestito nella splendida Piazza Unità d'Italia di Trieste, fa la comparsa un uomo vestito da coniglio rosa, accompagnato da "Blitzkrieg Bop" sparata a tutto volume dagli altoparlanti.
 
La folla, all'unisono, urla "Hey! Ho! Let's go!". Ormai è chiaro a tutti: nonostante abbia ricominciato a piovere e faccia un freddo inimico e novembrino, i Green Day stavolta suoneranno.

Gli spettri di bufere e malori vengono definitivamente spazzati via dalla colonna sonora di "Mezzogiorno Di Fuoco" con la quale il trio di Berkley (e, assieme a loro, il chitarrista Jason White, ormai quarto membro della band, ed altri due polistrumentisti) si presenta ai dodicimila spettatori. L'inizio del concerto è devastante, con "99 Revolutions" subito seguita da "Know Your Enemy".
 
I Green Day sono in formissima, Billie Joe si precipita da una parte all'altra del palco, incita la folla, fa salire due fan a cantare con lui, rende noto a tutti che le condizioni climatiche pessime non influiranno sull'andamento della serata.

Dopo una prima parte dedicata a pezzi nuovi (tra le altre "Stay The Night", "Stray Hearth", "Nuclear Family") o quantomeno più recenti (come "Letterbomb", "Holiday" e "Boulevard Of Broken Dreams"), vengono rispolverate vecchie canzoni come "Burnout" e "2000 Light Years Away". Non mancano hit del passato come "Hitchin' A Ride", "Brain Stew", "Longview" o "Basket Case". C'è anche spazio per accennare un paio di cover ("Highway To Hell" degli ACDC, "Shout" degli Isley Brothers, "Satisfaction" degli Stones e "Hey Jude" dei Beatles").

Dopo "X-Kid" e "Minority" la band di Berkley lascia il palco. Piazza Unità d'Italia però non ne ha ancora abbastanza e chiede il bis. I Green Day non si fanno pregare più di tanto e concludono l'esibizione con "American Idiot", "Jesus Of Suburbia" e "Brutal Love".

Sotto una pioggia incessante ma sopportabile, la band californiana ha suonato per più di due ore rendendo a me ancora più incomprensibile l'etichetta di "gruppo da ragazzini" che con troppo spesso e con eccessiva faciloneria viene loro affibbiata.

I Green Day tengono il palco in maniera impeccabile e sono maestri nel creare intimità con il pubblico. In una Piazza enorme, in mezzo a migliaia di persone, si ha la sensazione di essere in un piccolo locale di provincia, ad assistere ad un concerto di un gruppo di amici.

Iniziai ad ascoltarli da adolescente e, adesso che i trenta per me sono davvero vicini, ad un concerto dei Green Day provo ancora le stesse emozioni e sento gli stessi brividi di quando ero appena diciassettenne e, con in spalla lo zaino di scuola, un sabato pomeriggio prendevo il treno per vederli la prima volta al Palasport a Firenze.

Erano otto anni, dal Jammin Festival 2005, che non ci vedevamo con Billie Joe e soci. In mezzo ci sono stati due show annullati e, questa gita nella bellissima Trieste, a due passi dalla Slovenia, ha avuto per me il dolce sapore di una piacevole rimpatriata.

 


 
 

 

Iacopo Innocenti - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 11/1/2017

I Social di ERBA Magazine: