Hyper-Portraits

Il mondo di Andrea Martinelli

 
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Autoritratto 'La bocca', Andrea Martinelli

E' rimasta aperta fino allo scorso 15 Dicembre a Prato un'incredibile e coinvolgente esperienza interattiva nei suggestivi spazi del piano terra di Palazzo Pretorio. All'interno è stata infatti allestita la mostra dedicata al mondo dell'artista pratese Andrea Martinelli dal titolo Hyper-Portraits - Il mondo di Andrea Martinelli.

Grazie al lavoro della Digital Con-temporary Museum su ideazione di Elisabetta Rizzuto e in particolare allo sviluppo e realizzazione di Manuel Buscemi e Davide Totaro (in collaborazione con il gruppo WorkShow e coordinato da Pamela Gori), il visitatore che è entrato in questi spazi si è potuto immergersi letteralmente nel mondo delle opere dell'artista, con la possibilità di interargivi manualmente grazie all'utilizzo di luci, torce e sensori.

Si è potuto così non solo sfogliare i vari ritratti del corpus dell'artista, ma anche ingrandire i dettagli, fare confronti e "vivere" nuovamente la mostra tenutasi agli Uffizi lo scorso Settembre 2013, al Piano Nobile dell'edificio Vasariano (nella Sala del camino), grazie al sistema di sensori che permette di scorrere sullo schermo le sale della mostra.

Non c'erano quindi opere reali esposte, ma questo sistema di luci e schermi che, nel suggestivo e angusto spazio buio delle antiche mura pratesi, bene si erano adattate a coinvolgere un pubblico di non esperti, ad entusiasmare gli appassionati focalizzando l'attenzione sui dettagli delle mimetiche opere dell'artista, aiutando così lo spettatore a comprenderne profondamente la poetica.
Oltre alla presentazione della mostra  sono state presentate diverse serie di dipinti dell'artista: quella dei ritratti pratesi raffigurante cittadini pratesi, dove molti si sono divertiti a riconoscere volti noti; la suggestiva serie dei ritratti dedicati al nonno (intitolate Il volto del grande nonno numerate) dove, grazie al tipo di esposizione e presentazione, è stato possibile apprezzare le minime e impercettibili modifiche espressive apportate dall'artista sul volto dell'uomo (spesso infatti Martinelli ripropone lo stesso soggetto presentato da angolazioni diverse o con espressioni mutevoli). Infine gli autoritratti con le donne, nei quali è sempre più evidente e marcato il senso di solitudine ed estraneità dalla società insite nell'animo dell'artista.

È stato presentato anche il dipinto La Bocca (tra l'altro immagine di locandina della mostra di Prato), celebre autoritratto donato dall'artista a Firenze, in occasione della suddetta mostra e oggi conservato tra i ritratti contemporanei del Corridoio Vasariano. Qui è ancor più eclatante il sentimento contrastante che Martinelli ha nei confronti dell'universo femminile: un'enorme volto femminile emerge infatti dall'ombra e dalla sua bocca fuoriesce l'autoritratto in penombra dell'artista stesso, mentre sul volto di costei sono visibili (come venuzze di couperose in evidenza) in alto dei ragni (ad accentuarne l'aspetto oscuro e spaventoso), in basso invece ecco agli antipodi farfalle e libellule, con un bipolarismo caro all'indole dell'artista.

Il tipo di allestimento suggestivo, oltre a coinvolgere ancor più il visitatore e renderlo realmente partecipe e non solo semplice spettatore, continua, a mio avviso anche quella dicotomia che è alla base dell'opera stessa di Andrea Martinelli. Infatti, con alcune delle tecnologie più avanzate in campo multimediale era presentato, in occasione di questa mostra, uno degli artisti contemporanei che in realtà più si distanzia da quel mondo, portando invece avanti una tradizione grafica tra le più classiche, che affonda le sue radici nel mondo Rinascimentale e che può benissimo ricordare col suo tratto deciso, fine e meticoloso più che l'Iperrealismo di un Duane Hanson a quale talvolta viene paragonato, gli antichi disegni conservati al Gabinetto degli Uffizi, un Andrea del Sarto, o un Signorelli, pur con delle varianti di ritratti e autoritratti a figura intera che più si avvicinano allo stile e al mondo delle graphic novels più moderne (si pensi soprattutto, ad esempio alla serie Dino in piedi 1 e 2).
Martinelli utilizza solitamente una tecnica mista su tavola, carta o tela o la classica pittura ad olio che, in realtà, ricorda più da vicino la china o il tratto della matita proprio per la sua meticolosità nel tracciare i dettagli del volto umano (mimesi dovuta anche al fatto che l'artista spesso dipinge i ritratti col soggetto dal vivo).

 


 
 

 

Ilenia Vecchio - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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