Così ti ha fatto Dio e così ti devo tenere

Sarà visitabile fino al 21 giugno presso Officina Giovani a Prato

 
foto di Francesca Nieri

E' stata inaugurata ieri, giovedì 5 giugno, "Così ti ha fatto Dio e così ti devo tenere", seconda mostra di TU35 - Geografie dell'arte emergente in Toscana, progetto che abbraccerà con diverse mostre, da maggio a dicembre, le 10 province toscane per scoprire e indagare le energie artistiche creative del territorio. Realizzato dal Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci in collaborazione con Officina Giovani, col patrocinio del Comune di Prato e della Regione Toscana ed il contributo di Unicoop Firenze. 

Cornice del progetto la 'fucina' di Officina Giovani, che dopo la prima mostra dal titolo "Romanzo Pistoia", che si è tenuta dal 15 al 31 maggio, ospiterà anche le prossime mostre secondo il calendario: Firenze#1 5.06>21.06, Pisa 26.06>12.07, Siena 26.06>12.07, Massa Carrara 17.07>02.08, Livorno 17.07>02.08, Prato 18.09>4.10, Lucca 09.10>25.10, Arezzo 30.10>15.11, Grosseto 30.10>15.11, Firenze#2 20.11>06.12. 

Trasversalità, energia, fusione tra discipline e linguaggi creativi, unione di tradizione e sperimentazione e soprattutto confronto tra arte "classica" ed arte contemporanea: sono queste le parole chiave della mostra a cura di Filippo Bigagli, Annalisa Foglia e Gabriele Pantaleo, con il contributo di Lorenzo Bruni. 

Gli artisti - Francesca Banchelli, Marco Castelli, Stefano Cesarato, Lorenzo Cianchi, Lek M. Gjeloshi, Guerrilla SPAM, Pietro Manzo, Gabriele Mauro, Mona Mohagheghi, Giovanni Ozzola - si sono messi alla prova tra arte visiva, multimedia, design, musica, cinema e pittura. 

Un banco d'eccellenza su cui sperimentare e su cui tracciare l'inizio di un nuovo dialogo su come proporre una trasformazione di Firenze e della sua percezione da parte di chi la vive e vi abita. Lo stesso titolo della mostra "Così ti ha fatto Dio e così ti devo tenere", tratto da un'opera di uno degli artisti partecipanti, Gabriele Mauro, è stato riadattato e trasformato dai curatori in un quesito da porsi confrontandosi con la realtà fiorentina, spesso imprigionata nell'immagine 'da cartolina' che condiziona ed influenza il rapporto con l'idea di arte. Non un punto d'arrivo quindi, ma solo uno spunto su cui riflettere, da cui partire.Tra le opere si legge la difficoltà dell'arte contemporanea di trovare un suo spazio soprattutto in una città come Firenze, ancora troppo legata alla sua storia passata ed ad un concetto di arte "classica", filtro che la fa vedere ancora come una città più per turisti anziché proiettata verso il futuro e verso le sperimentazioni dell'arte contemporanea. 

Questa "critica" da cui partire è molto forte nelle opere di Gabriele Mauro, che secondo me sono il fulcro dell'intera mostra, senza nulla togliere agli altri artisti. In 'Poster dipinti', installazione che riproduce le stampe con le "immagini da cartolina" ed i quadri della Firenze turistica che i ragazzi extracomunitari vendono in tutta furia sulle strade del centro storico fiorentino a turisti ingordi di souvenir, si sottolinea ancora una volta l'impossibilità di staccarsi da questa idea di Firenze e da questa concezione d'arte, anche per il fatto che è comunque questa immagine che fa ruotare il turismo fiorentino e l'economia locale. Sempre pungenti anche le altre sue opere: due, su supporti e con tecniche diverse, danno il nome alla mostra dove si pone anche a Firenze la domanda "Così ti ha fatto Dio e così ti devo tenere?" ed infine il video proiettato in un datato televisore dove l'artista stesso in un "finto" colloquio con la madre pugliese porta alla luce la difficoltà al cambiamento nell'arte: la madre chiede al figlio - in realtà e lui che si pone delle domande come se stesse parlando con la madre - come mai non dipinga quadri ed opere tradizionali anziché realizzare "tubi" ed oggetti incomprensibili e strani, i quali non si vendono, e sono solo un impiccio difficile "da spolverare".

 


 
foto di Francesca Nieri

Nelle opere di Francesca Banchelli (Firenze, 1981) si intravedono nuove possibilità di dialogo tra politica e comunità e si analizzano le relazioni della società, mentre sono gli "spazi" e le sue diverse percezioni al centro dei lavori di Giovanni Ozzola (Firenze, 1982). Una critica al consumismo sfrenato e agli acquisti in serie, che ci rende un po' tutti simili, si intravede nel lavoro del gruppo di street artists 'Guerrilla SPAM' (collettivo fondato a Firenze nel 2010), particolarmente attivo per le strade fiorentine. 

La volontà di relazionarsi in maniera diretta, ma meno impetuosa, trapela dai lavori di Mona Mohagheghi (Teheran, 1981) in una continua ricerca di un profondo legame personale con Firenze, sua città natale. Questa dimensione intimista emerge anche dai lavori scultorei di Lorenzo Cianchi (Empoli, 1985) e da quelli pittorici di Stefano Cesarato (Firenze, 1989). Le contraddizioni della città contemporanea sono al centro dei lavori pittorici di Pietro Manzo (Salerno, 1981) che invita a un 'Grand Tour' insolito. Le fotografie di Marco Castelli (Firenze, 1991) riflettono sia sulla società contemporanea che sulle suggestioni cittadine, mentre è l'incomunicabilità e la mancanza di rapporti sociali al centro del lavoro di Lek M. Gjeloshi (Shkoder, Albania, 1987). 

La mostra sarà visitabile fino al 21 giugno nei locali di Officina Giovani in piazza Macelli, 4 a Prato, dal mercoledì alla domenica in orario 15.00-19.00.

Informazioni per il pubblicoTel. +39 0574 5317sito Internet www.centropecci.itBlog: http://tu-35.tumblr.com

 

 

Francesca Nieri - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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