Serata dall'indubbio potere ipnotico che vede sul palco del MetJazz due brillanti e quanto mai talentuose valenze artistiche nostrane. John De Leo, ex storica voce dei Quintorigo, e il pianista Fabrizio Puglisi.
John riesce a rendere semplice ciò che non lo è. Vederlo dal vivo è un'esperienza suggestiva e, al tempo stesso, costruttiva che impressiona favorevolmente.
Le sue attitudini, derivate da una tradizione popolare, si mescolano col jazz e col rock contemporaneo e la sua duttilità vocale coadiuvata da loop (spesso infatti la voce viene ripetuta e manipolata da strumenti analogici) ci porta a sentire vari strumenti di un'orchestra che percepiamo, ma che realmente non vediamo.
Il maestro Puglisi, da parte sua, si dimostra un artista completo sia nell'atteggiamento mentale che nell'esecuzione. L'energia della sua esecuzione mette in luce la carica trascinante della sua musica di ricerca.
Il concerto si svolge tra il serio e il faceto, con parti classiche innestate a parti puramente sperimentali nelle quali fanno capolino anche dei "Carrillon"; ma questi due grandi artisti italiani lasciano indubbiamente un segno positivo sul pubblico accorso.
Marco Lippini
Lunedì 15 febbraio ho assistito all'evento del Metastasio Jazz 2016 che ha visto la partecipazione di Fabrizio Puglisi e John de Leo.
Mi aspettavo un effetto straordinario e commovente scaturito da questa collaborazione di due artisti noti per la loro infinita creatività nella
ricerca del suono. Ho sentito, come immaginavo, quello che non si può spiegare! Questi sono concerti letteralmente da vivere.
Venite una sera, stanchi dopo il lavoro, ad ascoltare musica jazz e otterrete l'impressione di essere stati i testimoni di una nascita di un'entità.
In questo caso, il duo John De Leo più Fabrizio Puglisi, sono i veri esploratori; i pionieri che vanno oltre. Hanno ispirato musica e trasformato la serata con e contro tutte le regole classiche! Un modo molto particolare di vivere la musica; ricercare i suoni, trovare note che non esistono, creando associazioni che non ti aspetti di sentire.
Per me, quell'ora e mezzo di concerto, è stata rivivificante. Magari vi prende la curiosità di andare a vedere su wikipedia chi sono questi due artisti, cosa hanno fatto, ecc... Nell'articolo di wikipedia dedicato a John De Leo troverete questa frase: "la voce dialoga con un ensemble di archi, con chitarre e una sezione fiati di legni, in formazione bandistica, in duo con un trombone".
Non è possibile immaginare come funzionano questi effetti dal vivo. Ho sentito nella voce di John i pianti del violino, le corde che tremavano sotto le mani di musicista, ho sentito il contrabasso che John suonava nella sua immaginazione muovendo le mani sul palco.
Se volete conoscere questi artisti e i loro pezzi, non fidatevi alle registrazioni, è meglio che andiate ad ascoltarli al prossimo concerto!
Klimova Kseniia
Marco Lippini e Klimova Kseniia - Erba Magazine
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