Che Prato sia una città splendida, lo si sa, ma lo scorso fine settimana si è illuminata di una luce molto speciale. Nata nel mezzo di qualche polemica, come succede sempre con le idee impreviste e innovative, la Festa delle Luci a Prato è stata una dimostrazione di capacità, civiltà, volontà e di convivenza.
Con una quantità inimmaginabile di lavoro da parte delle associazioni partecipanti, in tre giorni molto intensi, Prato ce l'́ha fatta a dimostrare che dai problemi possono e devono nascere delle opportunità e che ogni piccola azione significa tantissimo quando si tratta di integrazione.
Con "pulizia" come parola d'ordine, gli abitanti del "Macrolotto Zero" si sono mobilitati per presentare alla città una faccia diversa di quella che di solito raccontano le cronache dei giornali locali: in un ambiente curato e rivalorizzato hanno accolto i tanti partecipanti con offerte di cibo, figure luminose, musica, dragoni danzanti, bandiere di pace, lanterne dei desideri e il tipico sorriso e la gentilezza che contraddistingue la cultura orientale.
I tanti addobbi tipici del "Chun Jie", nome in cinese della festa della primavera (festival delle luci), hanno rallegrato le strade della Chinatown pratese che per l'occasione si son riempite di curiosi, famiglie, giovani, turisti, anziani, bambini e passanti increduli, che non solo hanno partecipato alle attività e ai diversi laboratori in programma, ma sono diventati loro stessi parte integrante di questo evento senza precedenti.
I tanti addobbi tipici del "Chun Jie", nome in cinese della festa della primavera (festival delle luci), hanno rallegrato le strade della Chinatown pratese che per l'occasione si son riempite di curiosi, famiglie, giovani, turisti, anziani, bambini e passanti increduli, che non solo hanno partecipato alle attività e ai diversi laboratori in programma, ma sono diventati loro stessi parte integrante di questo evento senza precedenti.
Julia Mendez - ERBA magazine
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