Mercoledì 30 marzo al Teatrodante 'Carlo Monni' di Campi Bisenzio si è svolto l'incontro con Erri De Luca, moderato da Simona Baldanzi, per il ciclo Un mercoledì da scrittori, rassegna a cura del Comune di Campi Bisenzio e della cooperativa sociale Macramè, con la collaborazione del Teatrodante Carlo Monni, il 'Porto delle Storie', le scuole di Campi Bisenzio e la Libreria Rinascita di Sesto Fiorentino.
Si tratta della sesta edizione di un progetto molto interessante e sempre più prolifero che vede la partecipazione di numerosi scrittori e letterati. Come dichiarato dagli organizzatori, si scoprono libri, 'Libri che diventano un'occasione per parlare, discutere, indignarsi o semplicemente ascoltare. Che diventano un luogo, con un divano, in un teatro, di mercoledì'.
In questa giornata si è parlato del libro 'Sulla traccia di Nives', in cui Erri De Luca racconta la storia di Nives Meroi, un'alpinista italiana che con il marito, Romano Benet, si confronta con la montagna e la sfida con quel rispetto antico che è proprio delle persone che ascoltano la Natura e la assecondano. I due coniugi praticano un alpinismo di tipo primitivo, senza l'uso di bombole o di attrezzature moderne, mettendosi a tu per tu con la montagna, mantenendo la riverenza e il rispetto che le è dovuto.
Il libro è una raccolta dei pensieri di Nives con cui De Luca ha avuto la fortuna di scambiare opinioni e riflessioni, in occasione di quelle escursioni che costituiscono il vissuto più autentico della donna. Non è così comune un'alpinista donna, in quanto si tratta di una categoria che detiene un monopolio esclusivamente maschile e che non lascia molto spazio al gentil sesso.
La citazione che De Luca ha letto durante l'incontro è pura poesia e riporta una riflessione di Nives che racchiude il senso della sua esistenza: "Ci sono poche donne in alpinismo. La nostra indifferenza alle gerarchie non ha ancora prodotto uno stile diverso, un modo più domestico di stare nell'accampamento.
Ho proposto a qualche altra alpinista di fare insieme quest'impresa, ma non è andata. L'alpinismo di alta quota è ancora maschile. Quando qualcuna di noi riuscirà a ripetere il circuito degli Ottomila avremo tolto al genere maschile l'ultimo club privato. Da quel momento l'alpinismo sarà diverso come lo è stato il giorno in cui il primo sherpa scalò l'Everest con Hillary.
Non dico che sto scalando gli Ottomila in nome delle donne. Scalo per me, per la mia fame di montagne. Sono solo un'alpinista, una donna che pianta le sue punte di metallo sulle pareti più alte del pianeta. Un'alpinista, al femminile, si scrive con l'apostrofo e quell'apostrofo è la mia bandierina di donna che faccio sventolare lassù. Quando arrivo in cima e quel po' di ossigeno gelido entra nel corpo, si fissa in sangue spesso e gonfia il cuore, io so di provare qualcosa che nessun maschio può. Non sono madre, non ho partorito, la mia fertilità si perde tutti i giorni, ma ecco che lassù io sono la Montagna, sono Nives la pietra, Nives la neve, sono Madre Natura che visita l'ultimo gradino sotto il cielo. Lassù sono materia, madre terra, madreperla, madrèpora che è una specie di corallo, madreselva che è il caprifoglio, sono tutto il madre e qualcosa che ho trovato sul vocabolario.
Sono la vocale "a", la desinenza "a" in fondo a tutte le parole, i passi, lassù so che il mondo è di genere femminile, è forza, luce, aria. Perciò sono l'apostrofo davanti al nome alpinista. Per i maschi la cima è un desiderio esaudito, per me è il punto di congiunzione con tutto il femminile di natura. Lassù non esulto. Lassù arrivo all'ultimo punto di una cucitura, quando dai un morso al filo dopo il nodo e lo spezzi. Lassù termino un rammendo. Viene sete a parlare, bevo un sorso di tè. Stanotte non si dorme più, si fa venire giorno."
Erri De Luca si è poi confrontato con il pubblico sulla propria vicenda personale che lo ha visto imputato e poi assolto per essersi dichiarato contro la Tav e avere, a detta degli accusatori, "istigato al sabotaggio".
Ha inoltre indagato il concetto di "muro", asserendo che nella storia abbattere muri ha sempre costituito un motivo di respiro e di miglioramento, mentre adesso non si fa che innalzare muri per impedire migrazioni che non si possono fermare: il mare diventa il muro per eccellenza quando invece è da sempre nobile e antica via di comunicazione, di contatto, di scambio. Interessanti spunti di riflessione
dunque.
Per scoprire i prossimi incontri, visitare il sito www.unmercoledidascrittori.it
Francesca Rinaldi - ERBA magazine
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