Mercoledì 6 aprile, allo Spazio Giovani di Comeana, si è svolto il primo incontro del ciclo "Utopia-Distopia", presentato da Luca Bonistalli della Libreria Fahrenheit di Pistoia.
Il progetto si svolge in tre serate ed affronta il tema da diversi punti di vista e con diverse variabili, quelle che hanno caratterizzato l'evoluzione e la successiva involuzione del concetto di utopia.
La serata dello scorso 6 aprile è servita per introdurre l'argomento, con spezzoni di filmati, brevi estratti di letteratura e spunti di riflessione. Il termine 'utopia' nasce con Thomas More che per la prima volta, nel 1516, usa questa parola per delineare dettagliatamente una società ideale, posta su un'isola, dove vigono regole ferree, ma il cui obiettivo è creare un luogo giusto, equo, dove le differenze sono annullate in favore di un'equità sociale assoluta: si abolisce così la proprietà privata, le ore di lavoro sono per tutti sei al giorno e, lavorando la terra, si garantisce al regno un'agricoltura e un allevamento di sussistenza, si vive in totale armonia e la cultura e la conoscenza sono alla base del quieto vivere.
Nasce così il concetto di utopia: qualcosa che è molto difficile, se non impossibile, da raggiungere; si immagina una realtà che accontenti tutti, che sfaldi ogni conflitto. Ma sarà davvero così? Il successivo concetto di distopia, che negli anni a venire ha avuto un successo superiore a livello letterario e cinematografico, indaga il conflitto che si crea a seguito di una società utopica.
Le distopie sono tante e hanno sfumature diverse: alcune nascono dalla volontà di scardinare una società perfetta in favore di un ritorno all'individualità, altre sono già ambientate in futuri alienanti e freddi, basati sulla totale assenza di sentimenti. Basti ricordare '1984' di Orwell o 'Fahrenheit 451' di Bradbury, due degli esempi più famosi.
Perché l'uomo è portato ad immaginare un futuro oscuro e privo di libertà? Perché è già successo. I semi per un'involuzione sociale sono già stati piantati nella terra, in epoche diverse e con modalità diverse, ma il rogo dei libri voluto da Hitler a Berlino non fa parte di una realtà immaginata purtroppo, ma della nostra storia.
Pensiamo sempre di esserci evoluti, di aver superato l'oscurantismo storico in cui periodicamente ci inabissiamo, ma non è così. Esso torna, come in un ciclo, e le menti più elevate osservano attonite e incredule. Ecco perché il tema della distopia sarà sempre attuale: fa parte della faccia più oscura dell'uomo e della consapevolezza che ci sarà qualcuno che prima o dopo si ribellerà. Perché qualcuno che si ribella nelle distopie, c'è sempre.
I prossimi incontri si svolgeranno mercoledì 13 aprile, con la proiezione del film 'The Giver - Il mondo di Jonas', e mercoledì 20 aprile con l'introduzione del concetto di 'Ucronia'.
Francesca Rinaldi - ERBA magazine
Punto Giovani Europa