The Winstons, tra psichedelia e culto dell'anarchia ancestrale

Ecco a voi l'italianissimo trio di Enro, Rob e Linnon Winston

 
Locandina concerto 'The Winstons'

Già solo captando nell' aria qualche pezzo di "The piper at the gates of dawn" dei Pink Floyd, durante la messa a punto degli strumenti sul palco, capiamo subito che aria tira.

La serata che hanno regalato i 'The Winstons' lo scorso 8 aprile ai giovani pratesi che si trovavano nei locali di Officina Giovani (Ex-Macelli) è stata un'esibizione che ha fatto, per certi versi, rivivere la psichedelia di quel "folle diamante" di Syd Barrett, quando ancora la sua mente riusciva a sprigionare luce e sogni attraverso la musica. Sembra apparentemente un trio improvvisato, ma ci si rende conto molto presto che in realtà siamo di fronte a musicisti molto preparati che sanno molto bene quello che stanno facendo.

Enrico Gabrielli porta tutta la sua conoscenza da polistrumentista che vanta collaborazioni con alcune tra le più affermate realtà musicali italiane (come Afterhours, Baustelle, Capossela) ma anche internazionali (come Muse e Pj Harvey), il suo estro e le sue tematiche di timbro tipicamente anni '70, che ci ha già fatto apprezzare con i 'Calibro 35'; e si dedica a tastiere, sax e seconda voce.

Il basso, la chitarra e la prima voce sono affidati niente meno che a Roberto Dellera, storico bassista degli 'Afterhours' che ha lasciato il gruppo proprio negli ultimi mesi. Ma in realtà i 'The Winstons' non amano molto essere riconosciuti.

Fatto sta che si dichiarano sia sui social che su youtube con degli pseudonimi: "quello alto si chiama Rob Winston, quello strambo Enro Winston e quello con i baffi Linnon Winston". Ed è proprio quest' ultimo, Lino Gitto, che si dedica egregiamente a batteria e in alcuni brani alla voce. 

Collocherei la loro musica in un punto che si trova al centro di un triangolo i quali vertici sono i 'Calibro 35', i 'Pink Floyd' di Syd ei primi 'King Crimson'.

Ma la loro definizione è sicuramente molto più originale e stimolante: "psichedelia, anarchia ancestrale". Come avrete capito a questi ragazzacci piace divertirsi e non prendersi troppo sul serio. Ed è questo che trasmettono anche con la loro musica.  

A conferma della loro bravura, questo progetto, praticamente appena nato, riscuote già molto successo nonostante il loro primo album - in cd e vinile - sia appena uscito da qualche mese (gennaio 2016) con l'etichetta della storica BTF di Matthias Scheller, label che produce e distribuisce un catalogo inestimabile di soundtracks e di progressive italiano storico. Una piccola curiosità...

La surreale copertina del disco è realizzata dall'artista giapponese Gun Kawamura, autore anche dei testi di due brani dell'album ("Diprotodon" e "Number Number"), cantati dagli stessi Gabrielli e Dell'Era nella lingua del Sol Levante. Non ci resta che ringraziare e ascoltare.

Pagina FB 'The Winstons'

 


 
 

 

Stefano Di Ninni - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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