Stranger Things è sicuramente la serie più bella di tutto il 2016, e lo dico nonostante quest'anno non sia ancora finito, ma vi sfido a scommettere che nei prossimi mesi possa uscire una serie tv più bella di questa!
Telefilm targato Netflix, è subito diventato un cult sia in Italia che all'estero; difficile trovare critiche negative a riguardo. Parto subito dicendo che è una serie tv fortemente citazionista, ma non in senso negativo come siamo soliti pensare quando si fa riferimento a questa parola. È citazionista, sì, ma in sé contiene un proprio stile che la distingue da tutti quei prodotti cinematografici cui fa riferimento; non è una semplice scopiazzatura di ET o di Piccoli Brividi, ma mette in luce tutti quei canoni che in passato avevano catturato il pubblico per suspance, curiosità dell'ignoto e bambini protagonisti.
Le vicende si svolgono negli anni '80 e nel telefilm si respira in tutto e per tutto questa epoca storica; dai vestiti dei protagonisti, alla colonna sonora (veramente sublime), alle abitudini dei personaggi e via dicendo. Se vogliamo, in questo contesto vengono valorizzati forse per la prima volta quegli anni, sempre caratterizzati da un forte amore per il trash, le spalline larghe e gli strass.
Non solo, ma viene dato anche un sacco di spazio alla componente femminile che qui detiene il "potere" su ogni vicenda che incontriamo nel corso delle otto puntate; se un tempo le donne (proprio nei telefilm/film e cultura degli anni '80) erano costantemente viste come un "accessorio" dell'uomo, qui sono proprio loro le eroine della storia, che sanno prendere in mano le situazioni all'apparenza più disperate, affrontandole a viso aperto con paura, certo, ma anche con un coraggio mai visto. Da Nancy, a Joyce, a Eleven ognuna combatte con i propri timori dall'inizio alla fine per far vincere le loro idee e sconfiggere il demogorgone che ha sconvolto le loro vite sotto diversi punti di vista.
Ma se le donne sono le vere protagoniste di Stranger Things, a loro si aggiungono quattro bambini decisamente adorabili: Will, Mike, Lucas e Dustin. Quando l'amico Will scomparirà misteriosamente, infatti, i suoi amici faranno di tutto per ritrovarlo e trarlo in salvo; con l'aiuto di Eleven e senza non poche difficoltà e litigi, ma in un modo o nell'altro riusciranno a rimanere sempre uniti portando avanti il loro unico scopo al fine di ritornare insieme per giocare di nuovo a Dangeon&Dragons. E' bellissimo come è stato trasposto sullo schermo il legame e il rapporto di questi ragazzini, alle prese con un pericolo più grande di loro, ma che allo stesso tempo suscita in loro una grande voglia di affrontarlo con tutta l'innocenza e la fragilità che solo un bambino di quegli anni può avere.
Ma questa serie tv si fa amare anche per tutti i riferimenti ad altre saghe e "nerdate" mozzafiato; come ad esempio Star Wars, X-Man, Lo Hobbit e chi più ne ha più ne metta.
Ho amato moltissimo anche le atmosfere quasi oniriche che sono state realizzate in un contesto essenzialmente quasi sempre realistico, ma che ho trovato degne di un'ambientazione dal sapore fantastico/magico, come ad esempio la scena in cui la madre di Will "acconcia" tutta la casa di lucine natalizie coloratissime. Pur essendo quella una scena carica di pathos e disperazione, saprà inevitabilmente strapparti una reazione di meraviglia (soprattutto per i tuoi occhi).
Stranger Things è adatta a tutti, dai più piccoli ai più grandi, proprio perché nei bambini sa innescare quella vena fantastica che sa sempre conquistarli; e per gli adulti perché, oltre che a riportare in luce un'atmosfera vintage e tanta nostalgia, racconta una storia semplice ma allo stesso tempo ricca di carica emotiva, che sa sì guardare al passato, ma che si proietta in un futuro in cui ci è ancora permesso di fantasticare con l'immaginazione a dispetto degli anni. Pur avendo delle tinte horror infatti, non è assolutamente niente di tutto ciò, anzi... provare per credere!
Curiosità: Nel telefilm viene fatto riferimento al progetto MKULTRA, ovvero il progetto messo in atto dalla CIA per il controllo della mente, durante gli anni '50/'60, allo scopo di controllare e influenzare la mente di particolari soggetti quali carcerati, persone comuni, agenti della CIA, militari, prostitute, senzatetto, malati mentali e tossicodipendenti, utilizzando però pratiche del tutto illegali.
Eleonora Giovannini - ERBA magazine
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