“Tamam Shud” e il volto blu dell’oblio

Spettacolo/Concerto interattivo all'interno del Contemporanea Festival

 
Fotografia dello spettacolo 'Taman Shud'
Fonte: fotografia di Eleonora Mari

Il caso Taman Shud è un caso ancora irrisolto di un uomo trovato morto sulla spiaggia di Somerton, un sobborgo di Adelaide, nel sud dell'Australia. Prende il nome da un pezzetto strappato di una pagina delle poesie persiane Rubʿayyāt di ʿUmar Khayyām, trovato in una tasca nascosta dei pantaloni dell'uomo, con scritto Tamam Shud, che in persiano significa "finito", "concluso". Non si è mai scoperto né l’identità dell’uomo, né la vera causa della sua morte.

Ed è della morte - e dell’oblìo che porta con sé -  che ci parla questo spettacolo/concerto interattivo, svolto nelle sale della Scuola di Musica Verdi all’interno della programmazione del Contemporanea Festival.

Tutto inizia nell’atrio, davanti alle scale dove ci attende, in silenzio, un uomo con la faccia dipinta di blu e trapunta di stelle. E’ la Notte (o la Morte?) con i suoi occhi penetranti che ci invita a seguirlo… Saliamo le scale dietro di lui che comincia a cantare un brano lirico: la sua voce profonda riecheggia nei corridoi e nelle stanze della scuola e ci condurrà in uno strano viaggio sospeso tra Giorno e Notte, Vita e Morte, Ricordo e Oblìo. 

La prima tappa è un’insolita scena del crimine. E’ lì che incontriamo un uomo vestito di bianco, in una stanza semivuota, che ci invita ad ascoltare la sua storia. Insieme a lui una donna con il volto dorato (Il Sole, la Vita?) che incontra la voce dell’uomo blu ed insieme intonano un canto. Le loro voci intrecciate rompono il silenzio e ci trasportano altrove.

Non ci sono sedie, solo dei pannelli e un pianoforte a coda e gli spettatori sono invitati ad avvicinarsi all’attore che intrattiene il pubblico interagendo continuamente con esso e abbattendo ogni barriera tra attore e personaggio. 

L’uomo, visibilmente agitato, ci vuole convincere di essere morto e di non conoscere la causa della sua morte. Chiede a noi di aiutarlo a svelare il mistero e poi comincia a raccontarci la sua vita, i suoi eventi significativi, con un misto di ironia e malinconia. Cerca la nostra attenzione, ha bisogno di un pubblico che lo ascolti e lo ricordi e ci fa riflettere sul bisogno di essere ricordati, di continuare ad esistere per qualcuno, sennò è come se non fossi mai esistito…

La morte è come quando arriva il sole e le stelle scompaiono”.

 
Fotografia dello spettacolo 'Taman Shud'
Fonte: fotografia di Eleonora Mari

L’attore/personaggio cerca complicità, ci fa sorridere, vuol metterci allegria e continuare a focalizzare l’attenzione su di sé, come un 'Cappellaio Matto intrattenitore' che non si vuole arrendere all’oblìo e snocciola monologhi spezzettati e smangiucchiati come tazze di thé rotte e sgangherate, saltando pagine di copione ma tenendoci avvinghiati alla scena.

Il giorno e la notte, sistematicamente, ripetono il loro canto. Cambiano le stanze, cambia il copione.

A un certo punto ci invita a sdraiarci a terra, al buio, per simulare la morte, e così, dimenticarci per qualche minuto di tutti i nostri guai. Perché anche vivere è faticoso e ogni tanto è bello annegare nell’oblìo! E come farlo se non con il vino…appena alzati ce ne offre un bicchiere a testa e ci invita a una festa privata: “Glorifichiamo la vita!” Balliamo tutti insieme! Dimentichiamo…

Non ci sono risposte alla fine dello spettacolo, nessun mistero è stato risolto, nessun crimine svelato. Solo la consapevolezza del buio e della luce. Attraverso il canto celestiale e infernale delle due voci misteriose, percepiamo la realtà come una medaglia a due facce: l’una non può esistere senza l’altra, consci che si deve ricordare per non morire ma anche dimenticare per sopravvivere.


Spettacolo: di e con Alex Cecchetti
Contralto: Elisabetta Vuocolo
Controtenore: Alessio Barni
Musica: Henry Purcell, W.A. Mozart, G. Rossini, Giovanni Battista Pergolesi, Francesco Landini, Vermell de Montserrat, George Gershwin, Gregorio Allegri 
Produzione: Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con il progetto TransArte


Programma Contemporanea Festival 2016

Per informazioni sull’artista Alex Cecchetti

 

 

Eleonora Mari - ERBA magazine
 
Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 10/1/2017

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