Prato si prepara a diventare fulcro nazionale ed internazionale dell’arte contemporanea. Ed in vista del Grand Opening di domenica dopo il restyling del Museo di Arte Contemporanea Luigi Pecci a firma Maurice Nio, propone nei vari spazi pubblici e privati della città una serie di mostre, come tante piccole stelle che brillano e ruotano intorno al grande ‘Sole’ Pecci.
In ambito delle iniziative che traghetteranno verso l’apertura di domenica, ieri, martedì 11 ottobre, presso la Camera di Commercio di Prato si è inaugurata la mostra Icastic for Pecci Center arrivata direttamente da Arezzo per rendere omaggio al nuovo Pecci. Le opere dei tre artisti, il brasiliano André Komatsu, l’egiziano Moataz Nasr (presenti all’inaugurazione) e lo spagnolo Jaume Plensa, sono state accolte nello splendido cortile della Camera di Commercio, già di per sé esempio fantastico di architettura moderna, come il grembo materno accoglie i suoi figli.
Erano presenti all’inaugurazione oltre a due degli artisti, l’assessore alla Cultura di Prato Simone Mangani e l’assessore al Turismo Daniela Toccafondi, Elena Pianea responsabile del settore Musei a nome dell’assessorato alla Cultura della Regione Toscana, il presidente della Camera di Commercio di Prato Luca Giusti, Mauro Cristiani rappresentante degli artisti, Fabio Migliorati curatore della mostra e Pasquale Macrì tra gli ideatori di questo format.
Una mostra che parla di frontiere politiche, sociali, umane. “Fa riflettere sul fatto se devono essere infrante e su come infrangerle. Sono gli artisti a rispondere a queste domande con i loro diversi linguaggi, mettendoci davanti a quella sottile differenza tra limes, confine che separa, e limen, confine che unisce” – come hanno sottolineato il curatore della mostra Fabio Migliorati e uno degli ideatori Pasquale Macrì.
Con l’integrazione, l’azione e l’amore come nelle opere dell’egiziano Moataz Nasr dove nel suo labirinto si celano le parole in linguaggio sufi ‘Niente politica nella religione, niente religione nella politica’. Come sottolinea lo stesso artista “La vita può trarre in inganno, cela troppe distrazioni che ci fanno dimenticare quello che è importante per il nostro cuore, il ruolo dell’artista è quello di far vedere cose che di solito le persone non riescono più a vedere o che oltrepassano anche involontariamente. Come una lente, l’arte ingrandisce e rende valore a ciò che può sfuggire. Nelle mie tre opere ho messo un piccolo loop: l’AMORE”.
‘Frontiera da infrangere’, ma anche ‘frontiera violata, oltraggiata’ nell’installazione di Komatsu, dove l’arte si fonde con l’architettura: un muro di rete da cui partono come coltelli pali metallici diretti verso chi osserva il muro stesso o forse verso chi lo ha creato? Per Komatsu “l’arte è il modo di ricapire la realtà” e la ‘gabbia’ ed il ‘muro’ della sua opera diventano una sottile metafora della politica del suo paese e del controllo che i mass-media hanno sulla popolazione.
Un ritorno alla Natura, intesa come ‘casa’, ‘origine’, nei bronzi dello spagnolo Plensa, dove gli uomini con la pelle tatuata con le capitali del mondo abbracciano un albero o riflettono su se stessi.
“Le opere sono a sua volta ospitate all’interno di un’altra opera d’arte e messe a disposizione di tutta la città abbattendo la barriera tra privato e pubblico” – come ha sottolineato il curatore della mostra. Pasquale Macrì, tra gli ideatori della mostra, ha inoltre soffermato l'attenzione sulla fruizione dell'arte da parte delle persone: “Oggi come mai c’è l’esigenza di alfabetizzare alla cultura della contemporaneità. Icastic parte da questo presupposto e si pone l’obiettivo non di esporre ma di far vedere, mettendo le sue opere fuori, tra la gente, per farle vivere e far capire il linguaggio degli artisti, quel linguaggio fatto di contemporaneità, di ‘dolore’ e ‘amore’ per il presente. L’opera d’arte contemporanea non è fatta per piacere o non piacere ma per coinvolgere, anche per farci star male”.
Tanta emozione e soddisfazione nelle parole della rappresentante regionale, Elena Pianea, che si è dichiarata ‘Onorata di aver sostenuto quest’evento in uno dei luoghi pratesi che iniziano ad essere palcoscenico del grande Opening di domenica. Il fatto che un museo di arte contemporanea riapra al pubblico non è un fatto scontato e non avrebbe senso se intorno non ci fosse una rete a maglie molto strette fatta di tante realtà e persone. Prato è stata molto intuitiva nel capire l’importanza del contemporaneo e ora ne prende i risultati.’
E’ intervenuto anche l’assessore alla Cultura del Comune di Prato che arrivava proprio dai ‘lavori in corso’ al Pecci, il quale ha sottolineato come il Comune abbia accolto in maniera entusiasta la proposta di Ars Nova di inserirsi all’interno del cartellone di eventi in vista della riapertura del Pecci e di come, l’aver ospitato una mostra in un luogo privato aprendolo al pubblico, dimostri come queste due realtà possono e devono collaborare in nome della cultura.
Prato è riuscita negli anni a guardarsi intorno. E’ stata fortunata ad avere collezionisti che hanno investito nell’arte, ma anche molto intelligente e proiettata al futuro. E adesso è arrivato il momento di cogliere i frutti di quei piccoli semi lanciati anni fa.
Icastic
11 ottobre 2016 – 11 gennaio 2017
Corte Camera Commercio Prato - via del Romito, 71
Autori: Jaume Plensa, Moataz Nasr , André Komatsu
Curatori: Fabio Migliorati
Francesca Nieri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa