In occasione della Giornata del Teatro 2016, il Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci ha presentato una serie di performance site-specific in dialogo con le opere della mostra La fine del mondo, che ha inaugurato la riapertura del Centro per l’arte Contemporanea Luigi Pecci al pubblico lo scorso 16 ottobre.
The Ultimate Gesture #1 - la danza toscana per La fine del mondo (con la partecipazione di Aldes, Company Blu, Compagnia Giardino Chiuso, Compagnia Simona Bucci e Sosta Palmizi) è stata un’esperienza indimenticabile e totalizzante.
Prima di tutto per la location, la suggestiva navicella spaziale del nuovo museo Pecci a firma Maurice Nio, che porta con sé aspettative e sogni, arte, progetti in costruzione, idee che nascono e vogliono prendere forma. Poi per il fatto che ogni spettacolo si è svolto in una stanza diversa, con la cornice delle opere della mostra “La fine del mondo”, che inserite nello spettacolo prendono vita con nuove suggestioni e significati, simboli ed emozioni.
Il primo spettacolo, Studio davanti a una testa, si è svolto nella stanza “bianca”, dove gli oggetti sono come “murati” e scompaiono nelle pareti, privati del loro significato usuale e divenuti in quel momento arte scenografica; luce, soprattutto. La ballerina, Claudia Catarzi, danza con movimenti fluidi, assumendo le sembianze di un pesce (o di una sirena), soprattutto quando indossa una cuffia da nuotatrice sincronizzata. Poi si toglie le scarpe, danza libera, senza confine, sperimenta lo spazio del corpo liberandosi di ogni rigidità e talvolta appare lei stessa acqua, onde che vogliono spingersi oltre, esprimere se stesse, infrangersi e allungarsi a propria volontà. Uno spettacolo per gli occhi, risultato di una ricerca del movimento molto accurata.
Lo spettacolo, poi si sposta nella stanza del tronco d’albero, dove rami intrecciati e allungati fanno da cornice a una danza dai toni sommessi, lenti, notturni delle due ballerine, che sembrano esplorare la parte più oscura della natura. Rumori di bosco e versi di animali quasi impercettibili accompagnano la performance e ci riavvicinano alla terra, al primitivo, alla scoperta e alle nostre paure più profonde… Forse quelle che sperimentava l’uomo primitivo quando si trovava di fronte ad una natura minacciosa che spaventava ma proteggeva insieme. Second earth, il titolo, seconda terra, forse una nuova opportunità per riscoprire la terra e rispettarla, invece di dominarla e controllarla…
Il terzo spettacolo, Bianchisentieri, quello che mi ha regalato emozioni più forti, si è svolto nella stanza dei minerali, ma ci ha portato lentamente davanti alla parete dei numeri infiniti e delle operazioni incorniciate. Un bianco e geometrico scenario per una danza così dolce e struggente da essere commovente. Le due ballerine si muovono lente e letteralmente “accartocciate su se stesse” con un vestito bianco adornato ai fianchi da lunghe colonne fatte di coni di carta attaccati l’uno all’altro, ricordando delle spugne di mare, tronchi d’albero o gli stessi minerali. Dapprima separate, si spostano quasi in agonia, alla ricerca di uno spazio, trascinandosi dietro ere geologiche, i mutamenti lunghissimi e impercettibili della natura. Il rumore del mare, delle onde che si infrangono (ancora di nuovo l’elemento acqua che torna) mi hanno fatto pensare agli scogli, al loro lento mutare, e al loro muto stare immobili, colpite dalle onde incessanti; ma anche alla schiuma del mare, destinata a vivere un secondo e scomparire in eterno, in un eterno ritorno dell’identico. E poi una musica celestiale e le schiume/scogli/tronchi si uniscono e cominciano a toccarsi, ad abbracciarsi, a vivere un contatto, come se avessero aspettato un eternità per poterlo fare, con una cura e una tenerezza indescrivibili. Un’esplosione di emozioni. Bellezza, armonia, estasi. I coni di carta si intrecciano, sembrano d'intralcio alla loro unione, ma creano forme e coreografie e adesso sembrano una cosa sola, destinata comunque a separarsi per riformare nuove rocce, nuova acqua, nuova terra, nuova vita, ancora e ancora.
Lo spettacolo successivo, Head on cai guo qiang / verso lo schianto, invece, si è svolto nella stanza che ospita la lunga corsa disperata dei lupi. Qui una donna, selvaggia, sguardo guardingo, capelli corvini, rappresenta l’elemento fuoco, quella volontà e determinazione dell’uomo che non si arrende mai, che si lancia contro le imprese più impossibili, che si schianta sempre sugli stessi muri, gli stessi errori e poi si rialza, più fiero e testardo di prima, come un animale che segue l’istinto. La parte di noi più selvaggia rappresentata con maestria da questa danzatrice-attrice che si muove, cade, si rialza, corre, gira su se stessa, in un folle danza autodistruttiva.
Infine l’ultimo spettacolo, Blinde date, ci riporta nella prima stanza, la stanza bianca e questa volta però siamo invitati a sederci su sedie disposte casualmente intorno e all’interno della scena. Un violinista e una ballerina si aggirano per la stanza, intorno al pubblico, come una strana coppia sadico-masochista in cui lui comanda, con il suono del violino, i movimenti di lei e la tensione è la matrice del loro dialogo. Lui muove l’archetto come un frustino, con sguardo penetrante e minaccioso; lei, con occhi allucinati, compie movimenti spezzati, innaturali, solo per compiacerlo. Si assiste a un virtuosismo di suoni e movimenti spiazzante e prodigioso. Forse qui si percepisce l’aria, come qualcosa di tagliente, pesante, una connessione malata tra due anime che esistono in sincrono, sono separate ma non sono libere perché condizionate l’una dall’altra.
Riepilogo delle performance, danzatori ed autori:
Company Blu
STUDIO DAVANTI A UNA TESTA
di e con Claudia Catarzi
Sosta Palmizi
SECOND EARTH
di e con Olimpia Fortuni e Cinzia Sità
Compagnia Giardino Chiuso
BIANCHISENTIERI
ideazione Tuccio Guicciardini, Patrizia De Bari
coreografia Patrizia De Bari
interpreti Marcella Cappelletti, Melissa Cosseta
costumi Rosaria Minneci
Compagnia Simona Bucci
HEAD ON CAI GUO QIANG / VERSO LO SCHIANTO
di e con Anna Balducci
ALDES
BLINDE DATE
di e con Giselda Ranieri
musica dal vivo eseguita da Emanuele Parrini (violino)
Per informazioni visitare la Pagina del Centro per l'Arte Contemporanea Pecci dedicata allo spettacolo:
The Ultimate Gesture #1 - la danza toscana per La fine del mondo
Eleonora Mari - ERBA magazine
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