Per Firenze e non solo è ormai un’icona della street art. Con i suoi ‘omini’, che volano via dietro ad un palloncino rosso o salgono una scala immaginaria verso i propri sogni e desideri, e le sue parole chiave che suonano come dei veri e propri spot (EXIT; FLY AWAY; RESISTENCE; SAVE; LOVE), ha tappezzato le vie fiorentine e quelle delle principali città italiane ed europee, catturando con quell’immagine iconica gli sguardi dei tanti passanti ed i loro desideri, paure, emozioni.
Chi di noi non ha mai avuto il desiderio di fuggire via da qualcosa o di rincorrere un sogno rimasto lì sotto gli strati della quotidianità?
Ed Exit/Enter, artista toscano classe 1990, con il suo disegno semplice, immediato ed allo stesso tempo poetico allo stato puro a firma •K, è riuscito proprio in quest’intento. Scale, fili di palloncini che ti portano via dalla rigidità della vita frenetica, omini che fuggono da qualcosa o corrono verso qualcosa, ma poi si rincontrano con il tema centrale dell’amore (LOVE) simboleggiato dal cuore rosso, unico vero motore della nostra società. I suoi disegni parlano a tutti, parlano dei nostri sogni infranti, delle aspettative deluse, della frenesia di una vita che spesso ci schiaccia senza permetterci di esprimerci, ma anche di amore, innamoramento, speranza e di quel briciolo di spensieratezza e follia che ci fa vedere il mondo con gli occhi della fanciullezza.
Parlano a noi, ma ci raccontano anche l’artista e la sua interiorità come sottolinea lui stesso: “Il mio bisogno primario è sempre stato esprimermi. Ho iniziato ad usare i muri come mezzo di comunicazione, perché non riuscivo ad avere la possibilità di esporre i miei lavori e, purtroppo, senza un pubblico qualunque l’opera d’arte è fine a se stessa. Fare arte in strada mi ha dato l’opportunità di raggiungere un grande numero di persone e così i miei disegni hanno finalmente iniziato ad avere un senso più ampio”.
Un messaggio importante quello che Exit/Enter vuole veicolarci, di riflessione e denuncia della nostra società e di uno sperato ritorno al bello tramite l’arte che può e deve creare nuova cultura, come lui stesso sottolinea: “Mi piace raccontare storie ed ambientarle sui muri crepati delle città, piccole narrazioni che, attraverso la stilizzazione dei personaggi, cerco di rendere accessibili a tutti. Il mio obiettivo è incuriosire il distratto passante, strappandogli un sorriso, un’emozione, accendere una riflessione. Penso che l’arte, oggi più che mai, debba tornare a parlare all’uomo comune. L’artista dovrebbe occuparsi della trasmissione del bello, denunciare i malesseri della società, comunicare tramite immagini che suscitino emozioni e creino nuova cultura”.
Nelle sue ultime opere, come in quella scelta, la tecnica a spray usata da Exit/Enter rimane la stessa, ma si può notare un’evoluzione nei suoi tratti e nei soggetti rappresentati: il tratto delle sue figure è più ‘nevrotico’ e meno lineare ed iconico rispetto al precedente; gli 'omini' si sono trasformati in guerrieri e ad essi si sono iniziati ad affiancare mostri antropomorfi e draghi, figure al limite del mitologico che rappresentano le nostre paure e la società sempre più alienante in cui viviamo.
Ah per chi non lo sapesse •K sta per… eh eh eh… vi piacerebbe saperlo eh?!
Pagina FB dell’artista Exit/Enter
Profilo Instagram dell’artista Exit/Enter
Francesca Nieri - ERBA magazine
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