Martedì 6 dicembre il Museo del Tessuto di Pratoha ospitato Lutz Walter, segretario generale di ETP (European Technology Platform) e R&S & Innovation Manager di Euratex (The European Apparel and Textile Organisation) “agenda per l’innovazione strategica e la ricerca nel settore tessile-abbigliamento europeo”. L’appuntamento ha avuto non a caso sede a Prato, da sempre una delle capitali dell’industria della moda.
L’assessore alle Attività Produttive del Comune di Prato, Daniela Toccafondi e il consigliere delegato Confindustria Toscana Nord nonché nuovo presidente del Museo del Tessuto, Francesco Marini, hanno aperto l’incontro con Lutz Walter. Hanno fatto una breve introduzione spiegando come è nato il progetto in questione e sottolineando il ruolo fondamentale del Comune di Prato, che ha fatto da tramite con le aziende sul territorio dando loro la possibilità di rendersi competitive e di partecipare a progetti europei in un mondo che sta cambiando e che è in continua evoluzione.
Le tematiche che ha portato alla luce Lutz Walter sono state molteplici. Ha toccato svariati argomenti che ad oggi sembrano svincolati l’uno dall’altro, ma che in un futuro non molto lontano avranno una crescente possibilità di legarsi tra loro. Secondo gli studi effettuati da Lutz Walter uno dei punti da migliorare nel tessile, per essere competitivi e creare attrazione, è uscire dalla produzione di massa. Uscire dal sistema delle creazioni in grandi quantità per approcciarsi verso orizzonti di qualità, ricercatezza, attenzione per i dettagli. Di conseguenza le aziende potrebbero specializzarsi nella produzione di prodotti di nicchia.
Da tenere in considerazione è anche il rispetto per l’ambiente che inizia dalle singole iniziative di piccole e grandi aziende che decidono di sostituire i prodotti chimici, attualmente usati, con materiali più ecologici da cui derivano prodotti sostenibili che hanno il così detto valore aggiunto. Altro elemento importante è la tracciabilità di ogni singolo prodotto (da dove viene, con cosa è fatto, che materie prime sono state usate), che rende anche il consumatore più consapevole sulla scelta che andrà a fare.
Oggi siamo nell’era dei millennials, ovvero generazioni cresciute con l’avvento della digitalizzazione sia nelle vendite, ma anche e soprattutto negli acquisti. I venditori si appoggiano sempre più all’e-commerce, dove non hanno costi d’affitto, ma devono comunque sottostare alle regole delle piattaforme a cui si affidano come Amazon o Zalando.
Le generazioni passate rimangono affezionate all’acquisto in negozio, hanno bisogno di toccare con mano e provare i singoli prodotti, ma si sta assistendo ad un’inversione di marcia e ad un aumento esponenziale degli acquisti on-line, in fondo basta un click da pc, cellulare o addirittura dagli ultramoderni orologi per farsi recapitare i prodotti scelti direttamente a casa. I compratori stanno cambiando, ed il mercato deve saper adattarsi a questi rapidi cambiamenti. Va studiato sempre di più il cliente e le sue esigenze, dato che il sistema di distribuzione digitale si diffonderà in maniera virale in tutti i mercati.
Valentina Lippi -ERBA magazine
Punto Giovani Europa