Dietro il marchio Nero liquido tattoo c'è il volto di Barbara Piccinni classe '76. Nata nell'assolata Puglia dove ha ricevuto una formazione prettamente umanistica, dal Liceo Scientifico alla Facoltà di Lettere Moderne, ha vissuto e lavorato a Roma per 10 anni, in una grande libreria, nella quale ha sempre cercato di dare un'impronta personale. Convivere tra libri di narrativa, poesia, teatro e dischi di ogni genere, dalla classica al black metal, passando per l'elettronica e la new wave, l'indie e il jazz, le ha permesso di appassionarsi all'arte, in ogni sua forma, e di imparare ad assecondare i suoi moti interiori, attraverso il disegno.
Nel 2007, grazie ad un periodo di tortuosa elaborazione interiore, ha abbandonato per un certo periodo i fogli da disegno e per la prima volta si è messa di fronte ad una grande tela bianca. “Ho comprato colori a olio, pennelli, cavalletto e ho iniziato a dare sfogo a tutto ciò che avevo dentro. È stato un percorso intenso, terapeutico direi, che mi ha portato, nel 2010, ad un'esposizione dei miei lavori in una mostra personale intitolata Panic!, presso l'Antù a Roma” - sottolinea Barbara.
La passione per i tatuaggi è sempre stata nel suo DNA, nonostante abbia dovuto attendere molto per poterla esternare. Quando si è manifestata come sottolinea lei stessa: “è stata una liberazione, un profondo e radicato bisogno di imprimere sulla pelle il vissuto della gente e il mio vissuto personale. L'emozione vibrante che mi pervade quando impugno la macchinetta per tatuare è indescrivibile; è una grande soddisfazione incontrare persone che mi chiedono di tatuarsi i miei disegni, ma altrettanto interessante creare dal nulla qualcosa assecondando il più possibile le idee e i bisogni di chi si rivolge a me con la voglia di avere sulla pelle una parte della propria anima”.
Dal 2011 vive e lavora tra Firenze e Prato. È stata una scelta di vita dettata dal bisogno di spazi a misura d'uomo. Ed è proprio grazie al trasferimento in Toscana che ha dato vita a Nero Liquido, il suo alter ego. “L'amore per l'inchiostro e per il nero si sono fusi e hanno potuto esprimersi a pieno, troppo a lungo sopiti a causa della frenesia della vita romana” - come ci racconta.
Adesso tatua in studi professionali, cercando di affermare il suo stile (dotwork, blackwork, tribale), rigorosamente black & grey, ma non disdegna mai richieste di lavori più semplici, che possano far avvicinare i ragazzi più giovani al mondo del tatuaggio.
“Si sa… una volta fatto il primo, non ci si ferma più!”
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Francesca Nieri -ERBA magazine
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