Domenica scorsa, 22 gennaio, il Giappone, con la sua tradizione e la sua irriverenza, è entrato nel palcoscenico del Pecci sottoforma di un’affascinante danzatrice, Sayoko Onishi, coreografa, danzatrice e regista giapponese che conta prestigiosi riconoscimenti nel suo paese e nel mondo e che ci ha stupiti con la sua interpretazione della danza Butoh giapponese.
Per chi non conoscesse quest’arte, essa venne definita ai suoi esordi alla fine degli anni ’50, la “danza delle tenebre” per il suo carattere misterioso, grottesco, scioccante e volutamente provocatorio che andava oltre a qualsiasi concezione estetica della danza e del buon costume del tempo.
La danza Butoh, definita anche “la versione punk della danza classica giapponese”, è molto innovativa in quanto mescola danza, teatro, improvvisazione e tradizione giapponese con la danza dell’espressionismo tedesco facendo da ponte tra Oriente e Occidente.
Lo spettacolo in questione si intitola Animal Science, un incontro/scontro tra scienza e mondo animale, in cui si assiste alla ribellione della vita animale al tentativo della scienza di deformarla. Grazie a questa rivolta si ristabilisce un nuovo equilibrio universale costituito da entrambe le forze.
In questa danza teatrale infatti possiamo riconoscere lo spirito animale, l’essere primordiale, l’istinto che lotta con la nostra parte più razionale, logica, evoluta, spirituale. Ed ecco che nel corpo seminudo e dipinto di bianco della danzatrice e nelle sue espressioni facciali, possiamo vedere l’animale, il grottesco, il felino ma anche lo spirito, il volo dell’uccello che si innalza come un respiro, il fiato della ragione.
Adesso rettile, adesso pantera, adesso aquila, la danzatrice si muove interpretando con ogni parte del suo corpo, trasmettendo sensazioni forti e inusuali e ci accompagna nel percorso dell’istinto animale che ognuno ha dentro di noi nel rispondere a degli stimoli esterni e prepararsi così alla fuga o all’attacco. Lo stimolo principale è la musica, ora ritmata, ora in crescendo, e sembra ordinare uno stato emotivo interno dirompente che si traduce in primitivo movimento.
Il pubblico pratese, numeroso e attento, ha risposto con un lungo applauso a questa insolita performance, dimostrando come tutta l’arte, anche la più impegnativa e “di nicchia”, può essere apprezzata perché parla alla nostra “anima”.
Regia, coreografia e danza: Sayoko Onishi
Musica: Tony Lloyd
Direttore artistico: Hermann Markard
Per info:
http://centropecci.it
http://www.butoh.it
Eleonora Mari -ERBA magazine
Punto Giovani Europa