Alessio Lucarini è un fotografo freelance di Prato classe '90. Appassionato di arti visive, soprattutto cinema e fotografia, si laurea al DAMS di Bologna.
Durante il periodo universitario inizia a scattare prima in analogico per poi passare anche al digitale. Conseguita la Laurea, inizia a lavorare come fotografo freelance, cercando di portare avanti anche alcuni progetti personali.
Attualmente collabora con lo studio MOMOKAI di Prato.
Le tue fotografie, viste per caso su Instagram, mi hanno subito colpita. Dove nasce l'idea di un progetto fotografico sulla metropolitana berlinese?
Metro Project nasce da un viaggio fatto a Berlino lo scorso anno insieme ad altri due fotografi con l'intento di realizzare ognuno un progetto fotografico personale. Inizialmente ero concentrato sul realizzare un progetto fotografico su alcuni quartieri di Berlino Est cercando di fotografare alcuni dei tipici palazzi sovietici chiamati Plattenbau, ma mentre aspettavo la metropolitana a Berlino è nato Metro Project.
La metro di Berlino diventa nelle tue foto un mondo a parte rispetto a quello in superficie, dove le persone si mettono a nudo facendo vedere la reale faccia della loro quotidianità fatta di viaggi ed attese. Cosa ti ha affascinato di questo mondo 'underground'?
Mentre aspettavo la metropolitana pensavo a quante persone nella loro diversità ogni giorno scendessero dalle strade e vivessero il mondo della metropolitana recandosi ognuno alla propria meta senza conoscere niente di sé. Mi incuriosiva vedere la frenesia che avvolge la stazione della metropolitana e si ferma all'interno del vagone, ma anche come la metropolitana riesca a far condividere, non solo uno spazio, ma anche momenti quotidiani della giornata a persone che non sanno niente l'una dell'altra di ogni ceto, cultura e religione. Ho iniziato così a scattare foto a persone di ogni tipo che mi si 'posavano' davanti, o a persone in attesa di essa, persone che scendevano o salivano le scale, cercando di rubarne attimi e momenti delle loro azioni quotidiane; rimanendo in disparte e cercando di non far notare la mia presenza.
Nelle tue foto prevalgono i colori giallo, blu e nero. Anche se non hai potuto scegliere, dato che sono i colori della metro berlinese, c'è stato comunque un richiamo cromatico verso questi colori che ti ha fatto intraprendere questo progetto?
Per quanto riguarda la predominanza del giallo e del nero nelle fotografie non ha nessuno scopo specifico. Rappresenta soltanto l'atmosfera interna dei vari vagoni metropolitani in cui ho scattato queste foto, che si contrappongono all'esterno che invece è molto più cupo.
In molte tue foto sono immortalate persone che salgono e scendono scale, ma anche persone in attesa. Che significato simbolico hanno?
Le scale rappresentano il movimento delle persone che scendono e salgono per andare in metropolitana o andarsene dalla metropolitana. Questo movimento fisico mi interessava molto proprio perché si basa sul motivo della realizzazione di questo progetto, ovvero il movimento delle persone nel loro vivere il luogo della metropolitana.
Altro elemento che ho notato nei tuoi scatti è il fatto di giocare sulle trasparenze attraverso questo 'vedo-non vedo' in cui i finestrini dei vagoni giocano da filtri. Perché questa scelta?
Le fotografie scattate attraverso i vetri dei vagoni sono scattate in questo modo, non per non avere problemi con il soggetto (anche se questo è successo in moltissime occasioni), ma per cercare di imbalsamare quel momento dell'azione del soggetto nella sua integrità senza interferire con esso e fare notare la mia presenza.
Al centro del tuo lavoro gli sguardi delle persone che sembrano in alcuni casi arrivarci diretti senza il tramite della tua macchina fotografica. Cosa volevi trasmettere attraverso i loro occhi?
Gli occhi mostrano l'identità della persona, che si contrappone all'anonimato che si vive nelle grandi città, ma ancor di più nelle metropolitane.
Sito Internet Alessio Lucarini ph
Profilo Instagram alessio_lucarini_photographer
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