DICIASETTE SETTE OTTANTASETTE
Black Heart Boy nasce a Firenze il 17 luglio del 1987. Trascorre la sua infanzia diviso tra la sua città natale e Milano, nella quale nel frattempo si è trasferito con la famiglia. Fin da bambino nutre un forte interesse verso il disegno e già all’età di 15 anni, colpito dai graffiti, si avvicina al mondo della street art, in quel periodo molto diffusa e attiva, e decide di buttarsi nella mischia!
Abbandona gli studi artistici e prova varie strade lavorative, dall’idraulico al muratore, dall’elettricista al tabaccaio, senza per fortuna mai cessare la sua produzione artistica. Poi il trasferimento a Londra dove inizia a lavorare nella ristorazione; nella CITY l’illuminazione… viene introdotto, da quello che diventerà il suo futuro coinquilino, al mondo della serigrafia, fino a quel momento poco conosciuto, e nello stesso periodo inizio a tatuare.
Tornato in Italia consegue l’attestato per tatuatore professionale ed insieme ad un gruppo di amici d’infanzia porta avanti un progetto serigrafico sperimentale (tuttora vivo) GENUINE STUDIO.
E poi, come lui stesso ci racconta… “A causa di un problema fisico sono costretto mio malgrado ad interrompere precocemente la pratica del tatuaggio. E' un momento difficile, dove molte mie convinzioni artistiche e personali vengono meno, molte situazioni mi opprimono, sembrerebbe la fine. Ma poi vengo coinvolto nel progetto Tacim Collective ed incontro Black Heart Boy. E con lui rinasco…”.
BHB è il lato più oscuro di te? Quando nasce e cosa rappresenta? E’ stato terapeutico il fatto che sia venuto fuori questo tuo lato attraverso l’arte?
Black heart boy è un avatar, un concetto: CUORE NERO. Nasce come sfogo in un periodo difficile di forzata regressione. Non riuscivo a tenere la matita in mano: dopo aver trascorso gran parte della vita a braccetto della tua arte, prova ad immaginare cosa significhi non poter nemmeno a tracciare una riga. BHB viene concepito a fine estate 2016 grazie all'incontro con Tacim Collective che mi intoduce al mondo del Wheat Pasting e Poster Art. Questa branca della street art mi incuriosisce subito, forse perché meno rilevante perché più effimera: mi piace che ad un certo punto il poster si stacchi (o venga staccato) dal muro, per non lasciare più traccia.
Qual è la tua tecnica di lavoro? Che materiali utilizzi? I tuoi soggetti sono decisamente ‘dark’ e abbastanza macabri… cosa vuoi esprimere attraverso essi?
Per lo più lavoro su carta con chine nere e rosse, pennarelli permanenti, bombolette spray a pastelli cerosi od oleosi, inchiostri vari e tutto ciò che mi permette di lasciare un segno. Creo soggetti a un primo sguardo macabri, sicuramente cinici (tutti ispirati da qualcuno o qualcosa) a volte in antitesi a soggetti classici dai tratti sporchi e graffiati.
A chi ti ispiri? E che significato – e potenza – ha per te l’arte?
Rimango shockato da quanto alle volte il messaggio artistico possa essere crudo, spietato, viscerale, morboso. Si pensi alle opere di Hermann Nitsch, a Marina Abramovic o a Damian Hirst, esponenti di un'arte di vero impatto psico-fisico che suscita nello spettatore una reazione forte. BHB si inserisce in questa linea e tenta di diffondere questa rivisitazione in chiave moderna di ARS MORIENDI, che in Italia non ha ancora preso piede…
Cosa c’è dietro la necessità di lasciare un segno di se stessi per le strade? La street art sta divenendo un mezzo di espressione e comunicazione sempre più potente, immediato che riesce a raggiungere vari tipi di fruitori. Che ne pensi?
Penso che la città, con le sue vie, i suoi muri, le sue superfici e le opere che gelosamente custodisce, sia a tutti gli effetti da considerarsi una vera e propria galleria d'arte in costante cambiamento, banco di prova continuo, dove ogni giorno un pubblico multiforme e improvvisato sottopone a giudizio la tua opera con occhio frenetico ma non meno critico. Con Black Heart cerco di raggiungere questo nuovo pubblico, suscitarne una reazione, porlo di fronte ad una semplice domanda: ‘sei felice? Fermati e pensaci, puoi farlo oppure no... a te la scelta’… Come viene recepito il messaggio? Non è fondamentale per me. Forse la morte sta nel non poter più comunicare e non nel non poter più essere compresi.
Parlaci un po’ del tuo lavoro realizzato per Tacim Collective, la donna con gli occhi vuoti e le labbra rosse divenuta il simbolo dello stesso collettivo…
Il ritratto realizzato per Tacim Collective fa parte di una serie di volti minimalisti modificato poi in computer grafica e scelto come icona del collettivo. La donna con gli occhi vuoti e le labbra rosse lascia a voi (te compresa) la libera interpretazione degli innumerevoli significati…
Per chi lo volesse conoscere meglio BHB e la sua arte:
Profilo Instagram blackheart.boy
Francesca Nieri - ERBA magazine
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