Prato, la città dalle cento ciminiere, ha cambiato molte pelli dallo scorso secolo ad oggi, mutando profondamente il proprio assetto urbano. Ecco allora che gli ex edifici industriali si trovano ad essere dei contenitori di un passato recente, un'eredità che aspetta solo di essere raccolta, trasformata e resa nuovamente utile.
Abbiamo intervistato Stefania Biagioni, una delle figure coinvolte nel Progetto di mappatura e riqualificazione di questi spazi.
Da cosa prende ispirazione il progetto? Quali sono le associazioni coinvolte?
Il progetto Industrial Heritage Map è un laboratorio di ricerca portato avanti dall’Associazione SC17 che coinvolge diverse figure professionali. Attraverso una puntuale collaborazione ed un costante scambio d’idee e competenze, è stato istituito un gruppo di lavoro sul tema della mappatura del patrimonio industriale nel territorio di Prato e della Val di Bisenzio.
Dal 2005 ad oggi SC17, attraverso l’esperienza nata all’interno della Corte di Via Genova, porta avanti una ricerca legata all’arte contemporanea e all’archeologia industriale, basata su un'osservazione attenta dell 'architettura e del passato storico e produttivo della città di Prato. La città dalle cento ciminiere è infatti caratterizzata dalla forte presenza di strutture industriali che hanno permesso la sua nascita ed il suo sviluppo. Il lavoro di mappatura ha preso inizio da uno studio partito con alcune esplorazioni della città, i “Diari Urbani”, che rappresentavano inizialmente una semplice raccolta fotografica. Successivamente si è stabilito un confronto con un volume pubblicato dall’Assessorato alla Cultura nel 1984, “La città abbandonata”, individuando l'aspetto attuale e quello originario di sedici fabbriche storiche. Dopo questa prima fase è nata poi l’esigenza di un’analisi più approfondita degli elementi che caratterizzavano la città-fabbrica di un tempo e di ciò che ne è rimasto oggi. Nel 2015 è avvenuto l'incontro di Chiara Bettazzi (artista, presidente e fondatrice di SC17) con l'architetto Federica Cerella, l'archeologa industriale Stefania Biagioni e la sociologa Chiara Soldà in occasione della compilazione delle loro tesi di laurea e di master, riguardanti proprio il riutilizzo urbano e l'archeologia industriale. Da qui Chiara Bettazzi ha avuto l’idea di coinvolgere le tre figure professionali nella creazione di una mappatura delle strutture industriali pratesi. Il gruppo di lavoro è formato quindi da un team eterogeneo e multidisciplinare, che ha unito capacità ed esperienze diverse per realizzare un progetto comune e condiviso che ha preso il nome di Industrial Heritage Map (http://industrialheritagemap.sc17.it/). Siamo partite da una ricognizione attenta delle fabbriche ancora presenti ma ormai cadute in disuso, ed abbiamo poi proseguito con un confronto con il prossimo piano strutturale fornitoci dall’urbanistica comunale. Lo scopo principale di questo progetto è infatti quello di accrescere la consapevolezza dell'incredibile patrimonio industriale presente nella provincia pratese e sensibilizzare le istituzioni e la comunità in genere su possibili riattivazioni di questi spazi, temporanee o permanenti. Ogni fabbrica, catalogata e numerata, è correlata dalle principali informazioni storiche che abbiamo recuperato e ricostruito attraverso ricerche on-line, in archivi di testate giornalistiche e attraverso la consultazione di altre fondamentali pubblicazioni riguardanti il territorio, come quelle scritte dall'architetto Giuseppe Guanci, ed infine invitando la cittadinanza a fornire informazioni in modo attivo sulle fabbriche e la loro storia.
Com’è possibile per i cittadini di Prato contribuirvi?
Industrial Heritage Map è un laboratorio costantemente in itinere e accoglie testimonianze orali o scritte provenienti da ogni fonte. Ogni possibile contributo della cittadinanza è fondamentale! Raccogliamo informazioni, racconti e ricordi circa le fabbriche già incluse nella mappa ma anche segnalazioni riguardanti strutture industriali o ex-industriali non ancora inserite.
Invitiamo quindi chi ha informazioni al riguardo a scrivere all'indirizzo e-mail: industrialheritagemap.sc17@gmail.com
Quali sono i progetti per gli spazi che di volta in volta vengono mappati? Come viene decisa una loro eventuale riconversione?
L'Associazione SC17 sta rivolgendo la propria attenzione ed il proprio impegno ad espandersi oltre i limiti della Corte di Via Genova, esportando in altri contesti l’esperienza del recupero di vecchi edifici industriali attraverso la cultura e l’arte contemporanea. Tenendo presente il tessuto sociale complesso che la città presenta, vogliamo infatti creare un filo di unione tra l'importante passato legato alla memoria di edifici che hanno lasciato un segno indelebile nella nostra identità e un futuro possibile che si prospetta per queste strutture. E Prato si sta dimostrando sensibile alla valorizzazione delle strutture industriali, che vengono ora rigenerate e riutilizzate e non più demolite. A questo scopo, oltre al progetto di mappatura, portiamo avanti ormai da tre anni TAI (Tuscan Art Industry), riattivazione temporanea di fabbriche storiche del territorio pratese attraverso interventi legati all’arte. Ogni anno vengono coinvolti artisti, architetti, fotografi e altre figure professionali che sono chiamati a lavorare sulla struttura industriale e sul suo contenuto attraverso ricerche negli archivi, sulla storia del fabbricato e su quella di chi l’ha vissuto lavorandoci. Durante le giornate di riattivazione della fabbrica sono proiettati video d’artisti, film d'archivio e sonorizzazioni d’ambiente. Vengono inoltre realizzate opere site-specific, spesso attraverso un periodo di residenze di artisti, laboratori o workshop, con una particolare attenzione alla formazione. Grazie alla collaborazione con l'architetto e storico Giuseppe Guanci, in occasione di TAI organizziamo anche itinerari guidati negli edifici industriali analizzati. Nell'edizione del 2015 è stato preso in esame l'ex lanificio Lucchesi, mentre nel 2016 l'attenzione si è spostata sull'ex lanificio Società Anonima Calamai. L’archivio Industrial Heritage Map ha lo scopo di avviare e consolidare la promozione dell’utilizzo di queste strutture. Proprio per questo motivo la mappatura, partita inizialmente come archiviazione per progetti legati all’arte e agli itinerari di archeologia industriale, è volta anche a promuovere la location management, ovvero la riattivazione dello spazio, anche temporanea, per shooting di moda, scenografie, allestimenti, produzioni per film, set fotografici o cinematografici, eventi culturali, ecc. SC17 si occupa anche della ricerca di locations industriali adatte ad ospitare questi tipi di intervento. In base alle necessità, suggerisce i luoghi più adatti alle esigenze di coloro che sono alla ricerca di uno spazio.
Qual è, a suo avviso, lo spazio industriale con maggiori potenzialità di riutilizzo?
Sono tantissime le strutture ex industriali presenti nel territorio di Prato incredibilmente interessanti dal punto di vista di una possibile riattivazione. Vi sono molte fabbriche storiche come, ad esempio, l'ex lanificio Forti situato a La Briglia, la Gualchiera di Coiano, l'ex lanificio Canovai in via del Romito, il Peyron Sud di Vernio o l'ex lanificio Romei in località Cerbaia. Il patrimonio industriale della provincia di Prato è così ricco e diversificato per caratteristiche architettoniche e storiche che scegliere è davvero difficile. Auspichiamo, nel corso del tempo, una riattivazione e/o rigenerazione per la maggior parte di queste strutture.
Gaia Zipoli - ERBA magazine
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