'La merda'

L'Italia messa a nudo

 
immagine dallo spettacolo La merda
Foto di Valeria Tomasulo

La Merda, scritto e diretto daCristian Ceresoli e interpretato daSilvia Gallerano, è certamente uno spettacolo che non si dimentica facilmente a partire dal titolo così poco politically correct e oggetto di censura sui cartelloni eventi di diversi comuni italiani. A leggere le entusiastiche recensioni dei maggiori quotidiani stranieri, come il Times, che lo ha definito “straordinario” si capisce che lo spettacolo che ci troviamo ad assistere non è una provocazione fine a se stessa ma un qualcosa di più.

Per scelta del regista, il pubblico entra in sala a scaglioni mentre l’attrice completamente nuda e seduta su un uno sgabello molto alto posto al centro del palco canticchia e sussurra alcune frasi prima di iniziare il monologo, diviso in tre parti, in cui narra della sua vita e della sua voglia di farcela a tutti i costi nel mondo dello spettacolo.Lei, piccola ed esteticamente inadatta all’ambiente dello showbiz, come ripete spesso in relazione alle sue cosce, cruccio di quando era solo una ragazzina, tenta con ogni mezzo di ottenere la notorietà desiderata.

 
immagine dallo spettacolo La merda

I temi preponderanti sono quelli del padre e della patria. Del padre scopriamo subito che si è tolto la vita buttandosi sotto un treno quando lei aveva solo 13 anni. Tra i suoi ricordi maggiori ci sono le domeniche all’acquario e i discorsi sugli uomini piccoli e con la camicia rossa, che fecero l’Italia. La tragica storia del padre però, viene vista anche come un aneddoto da raccontare nelle future interviste di quando diventerà finalmente famosa e che certamente le faranno ottenere l’accondiscendenza necessaria da parte del pubblico e degli addetti ai lavori. Il padre che parla spesso della nascita della patria, quella italiana, che non ne esce però bene: è una patria, infatti, dove si ricorre a mezzucci, alle conoscenze per farcela (non solo nel mondo dello spettacolo), dove domina il maschilismo e dove si è disposti a tutto, anche a spettacolarizzare gli eventi tragici del proprio passato per ottenere notorietà.

Il senso di rabbia, frustrazione e smarrimento vengono resi benissimo dall’attrice, la quale riesce a trasmettere tutta l’inquietudine e la paura che lei prova anche allo spettatore, che man mano non farà più caso alla nudità esibita ma rimarrà travolto dagli stati d’animo e dal racconto, vera parte scandalosa dell’opera. Specialmente il monologo finale: quando tutta la rabbia da lei accumulata, la merda di cui il titolo, viene fuori in un dialogo carico di rabbia e di resa ai metodi barbari della nostra società.

Un’interpretazione così sentita “e da strapparti la pelle di dosso” come ha scritto il Guardian che ha consentito a Silvia Gallerano di diventare la prima attrice italiana a ricevere il prestigioso premio The Stage Award for Acting Excellenceal Fringe Festivaldi Edimburgoper la sua recitazione straziante e dolorosa.

L’urlo di dolore contro un’Italia, una patria dileggiata e nella quale l’esempio dei padri hanno perso valore che però viene omaggiata (con la speranza di farla ri-sorgere di nuovo?) dall’attrice che canta, in una versione non canonica, l’inno di Mameli e che accoglierà gli applausi (scroscianti ed entusiasti) avvolta nella bandiera tricolore.


 

 

Erika Alampi -ERBA magazine

Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 29/1/2019