Occhio per occhio, dente per dente

Intervista a PePe coibermuda


 
PePe coibermuda intento a firmare una sua opera
 

Nonostante sia nell’ambiente della street art non ho mai avuto il piacere di conoscerti di persona, non conosco la tua storia e quindi andrò ad istinto facendo emergere le sensazioni che le tuo opere e i tuoi disegni mi hanno trasmesso. Semplicemente.

Ciao PePe, come mai indossi i ‘bermuda’? Vuole essere semplicemente un nome ironico che richiama la tua arte o questi ‘bermuda’ hanno un significato nascosto che magari vuoi svelarci?
Ciao Fra, il mio vero nome è… ma non mi è mai piaciuto. Finalmente un giorno ho deciso di cambiarlo per trovarne uno che rispecchiasse meglio il mio essere in quel momento. Mi sono presentato all’ufficio anagrafe del mio paese, Peperopoli. Il nome mi è venuto di botto, Pepecoibermuda, ma dato che all’anagrafe serve un nome ed un cognome ho optato per Pepe Coibermuda. Ho pensato fosse il nome perfetto. La prima volta che ho pittato su un muro indossavo dei vecchi bermuda beige, che dopo la pittata sono diventati completamente colorati, dopo anni li utilizzo ancora. 

Nella street art siamo poco abituati a vedere opere colorate che veicolano messaggi positivi ed ironici, troppo spesso gli artisti riversano nell’arte sentimenti o sensazioni un po’ meno allegre o critiche alla società. Per questo ti stimo. Perché la tua arte, dai colori caldi, mette decisamente di buon umore, riuscendo comunque a far passare messaggi ulteriori. Può essere letta a più livelli, è geniale. Cosa significa per te fare arte e qual è il messaggio che vorresti far arrivare a chi osserva le tue opere? Che importanza ha l’ironia ed il ‘detto tra le righe’?
Mi piace trasmettere quello che provo in quel momento. La felicità associata ad un colore, l’ironia rappresentata da un personaggio frutto della mia immaginazione. L’idea dei ciclopi nelle cassette della posta è nata per caso come la maggior parte delle mie opere. Ho notato che il mio paese Peperopoli era invaso da queste cassette spoglie, lasciate all’abbandono. Ho pensato di ridare loro una vita popolandole di personaggi surreali per attirare l’attenzione dei passanti e strappare loro un sorriso. 

Le tue opere osservano spesso il mondo attraverso un grande occhio. Talvolta ho l’impressione che siano loro ad osservare te e non viceversa. Che importanza e che significato ha per te quel grande occhio che osserva il resto del mondo? 
Un giorno ho deciso di andare su una montagna per ritrovare me stesso, non avevo una meta ma ho vagato invano per tre giorni e tre notti fino a quando mi sono addentrato in una sorta di grotta scavata nel tufo e lì incisi nelle pareti c’erano raffigurati dei ciclopi che giocavano ad un primitivo gioco di carte che in seguito ho scoperto essere il burraco. 

Una piccola chicca che ti caratterizza e che io adoro particolarmente sono i tuoi disegni all’interno delle pagine dei libri che spesso pubblichi nelle tue pagine social. Talvolta crei un gioco tra le parole ‘immortalate’ della pagina e il disegno che realizzi a fianco, altre volte le due sono totalmente distinte. Che importanza ha per te la parola, che importanza ha per te il disegno? Che forza possono raggiungere se le due forme espressive dialogano tra loro veicolando lo stesso messaggio?
In realtà i disegni sono il frutto di quello che provo leggendo le parole della poesia. A volte il legame tra essi è più chiaro, altre volte no. Altre volte lo capisco solo io e va bene così. 

Ho avuto modo di osservare le tue opere all’interno delle ex Officine Meccaniche Reggiane e partecipato, qualche muro più a destra del tuo, alla jam realizzata alle Officine Reggiane. Che brivido provi a passare dalla carta al muro? Quanta forza può avere l’arte se viene condivisa con altri artisti e con chi la potrà vedere? 
Dipingere sul muro ti da una libertà (fisica e mentale) che il disegno su carta non ti da. Ho necessità di farlo. Non per gli altri, ma solo per me. Le jam sono un momento surreale in cui ti trovi a condividere la tua stessa inspiegabile passione con altri. E’ una botta di carica artista. Come una secchiata di acqua ghiacciata in una giornata di sole. Quello che ti resta dopo è fantastico.
  
Ho visto in alcune foto che anche tu ami coinvolgere tuo figlio in alcune opere che realizzi. I bambini, occhi scevri da pregiudizi e giudizi, che hanno quel modo istintivo e senza condizionamenti di disegnare e creare. Quanto è importante mantenere questo lato vivo dentro ognuno di noi? 
E’ indispensabile per poter mantenere quello che sei e ricordarti quello che veramente vuoi. Libero da condizionamenti e da pregiudizi. 

Per conoscere meglio il surreale mondo (ma mai quanto la realtà) di PePe coibermuda:
Profilo FB Pepe coibermuda
Profilo Instagram pepecoibermuda


 
Murales realizzato durante la jam ad Officine Reggiane - ph Francesca Nierimurales dentro Officine Reggiane - ph Francesca Nieri
 

A sinistra 'Murales realizzato durante la jam ad Officine Reggiane - ph Francesca Nieri'
A destra 'Murales ciclope dentro Officine Reggiane - ph Francesca Nieri'

 
Pepe coibermuda sullo sfondo Murales ciclope arancioMurales ciclope di Pepe coibermuda - ph Rosetta Bonati
 

A sinistra 'Pepe coibermuda sullo sfondo Murales ciclope arancio'
A destra 'Murales ciclope di Pepe coibermuda - ph Rosetta Bonati'

 
Murales nel manicomio - combo Pepe coibermuda con Mr DadaMurales - combo Pepe coibermuda insieme a Bibbito
 

A sinistra 'Murales nel manicomio - combo Pepe coibermuda con Mr Dada'
A destra 'Murales - combo Pepe coibermuda insieme a Bibbito'

 
murales dentro Officine Reggiane - ph Francesca NieriPepe coi bermuda all'opera
 

A sinistra 'Murales dentro Officine Reggiane - ph Francesca Nieri'
A destra 'Pepe coi bermuda all'opera'

 

Francesca Nieri - ERBA magazine
 
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Ultima revisione della pagina: 4/7/2017

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