Fantastic Negrito alla Villa Medicea di Poggio a Caiano

 
Fantastic Negrito

Leo è preoccupato, si gira continuamente intorno: “C’è poca gente - dice sconsolato - mi spiace”. Sono appena le 21, c’è ancora la luce del sole, e siamo stranamente in anticipo.
I posti in seconda fila sono quasi tutti liberi. La prima è riservata, ma per poco. Nel giro di 10 minuti due posti lì davanti sono tutti nostri e siamo centralissimi.  Comunque, col buio, il pubblico arriva e col buio inizia lo spettacolo. Sì, lo spettacolo! Xavier Amin Dphrepaulezz, meglio conosciuto come Fantastic Negritoinizia il concerto con grande carica, la stessa che si ritrova nel suo ultimo album, “Working Poor”, e da quel momento non smetto più di muovere la testa. I temi dell’album sono tutt’altro che spensierati e dal vivo sono celebrati in perfetto stile blues. Trasuda Prince e James Brown, in un modo proprio, senza scimmiottamenti. Guardandolo, ho la sensazione che abbia fagocitato ogni singola nota e tutta la musicalità esibita negli anni, sia dall’uno che dall’altro, perché davvero attraverso certi spettri riesce ad esprimersi e a celebrare la sua storia, della sua cerchia e anche un po’ della mia.
Ma non ci sono solo reminiscenzefunk: posso scovarci un po’ di grunge, un po’ di hip hop anni ’90 e qualcosa di caraibico. E il tutto è davvero ben miscelato.
Con "Night Has Turned to Day" ha modo di raccontare di come un coma di tre settimane gli abbia concesso una rinascita anche artistica. Ricominciando dalla strada e da se stesso, da un album indipendente, che ha vinto un Grammy nonostante lo scetticismo degli addetti ai lavori.
Tutta la band è strepitosa, sebbene non sia una formazione stabile, restituisce un sound potente e coinvolgente. James Small alla batteria, Uriah Duffy al basso, Serlatheo Quinlan alle tastiere e Tomas Salcedo, alla chitarra.
Il concerto si conclude con la cover di “In the Pines” (tradizionale blues, attribuito a Leadbelly) e con i nostri “lallallà” sul finale di "Lost in a Crowd".
Siamo quasi tutti in piedi, per chiederne ancora. La signora accanto mi chiede conforto: “ce ne canterà un’altra, vero!?”. Ma vedo che entra proprio nelle stanze della villa. Riesco solo a sperare che non deluda la signora accanto e che non demolisca quel minimo di credibilità che speravo di acquisire col mio “Sicuro, signora!”. Urlo come un matto. Appare. Ne fa un’altra, una sola, ma la mia credibilità è salva.
Ah dimenticavo, Leo è andato via soddisfatto.

 

 
Fantastic Negritocopertina album Fantastic Negrito
 

Alessio Cerasani-ERBA magazine

Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 29/1/2019

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