Chi c'è dietro il PRISMA che vaga per le strade pratesi e fiorentine? So che non vuoi rivelare la tua identità, ma dacci delle piccole indicazioni... Chi si cela dietro questa forma iconica rosso-blu?
Ciao Francesca! E’ vero, a questo punto mi viene da dire che tu sei l’unica persona che sa dare un nome e un volto a CìPpì. Spero di non dover prendere seri provvedimenti! Scherzi a parte, dietro a questo prisma c’è un ragazzo che, senza rendersene conto, ha messo in moto un qualcosa che a quanto pare era in un cassetto dentro di sé. Diciamo che ho trovato la chiave. Adesso viene il bello.
Da dove nasce questo bisogno di esternare la tua emotività e creatività artistica attraverso una forma geometrica, minimalista e lineare?
Penso di poter tranquillamente dire che l’arte, sotto ogni forma la si faccia, sia spinta da un carico emozionale che, in certi momenti della vita, non riesci a trattenere. Io ho solo seguito l’istinto, me stesso. Non ho fatto altro che lasciarmi andare e vedere dove mi portava il cuore. Sono sempre stato un tipo molto razionale, ligio alle regole. Penso che derivi da lì questo trasporto per questo prisma, la minimal art e il mondo dei pattern geometrici in generale.
Un prisma fatto di due triangoli, uno blu più grande e uno rosso più piccolo che sembrano fondersi in un abbraccio, nonostante le linee rette e spigolose, e divenire una cosa unica. Che significato c'è dietro questa forma? Perché la scelta cromatica del rosso e del blu e la scelta del legno come materia?
Nasce tutto da un libro di pattern geometrici che, dopo quasi tre anni, ho ritrovato per puro caso in una libreria a Firenze. Dalla Tate Modern sono andato a ritrovarlo qui, per destino forse. Sta di fatto che non ho esitato a comprarlo stavolta e, quando sono arrivato alla pagina di quel prisma, mi sono emozionato. Quello è stato il mio “giorno zero”. Rosso e blu ti potrei dire che sono i colori di Prato, che per me rappresenta veramente tanto, quindi con questi due colori magari riesco a dare un’identità ulteriore a questo progetto. Il legno? Mentre pensavo a come poter fare ho cominciato a sentire il rumore della sega elettrica del mio vicino di casa… Non ho fatto altro che andare a trovarlo e mettermi all’opera.
Portare nei posti questa forma, che tu conservi come una reliquia, e fotografarla. E' comunque un volere lasciare il segno e renderla quasi sacra. Perché questo estremo bisogno di lasciare un segno? Che messaggio vorresti arrivasse a chi ti segue?
Tra le tante passioni sbocciate che stanno tendendo alla malattia c’è quella della fotografia. Per questo ho deciso di provare a fondere queste cose il più insieme possibile cercando di farne una cosa unica e particolare. Lasciare un segno? Ti dico solo che quando si sente dire la classica frase “lasciati cavalcare dalle emozioni, non le assecondare!” hanno ragione, sto vivendo irrazionalmente e quello che mi passa per la testa lo faccio, senza preoccuparmi delle conseguenze. Quindi spero che, chi veda le mie foto e magari altro in futuro, non si soffermi solo a dire “ganzo, bellino!”, ma che ci veda di più. Che magari nella quotidianità delle nostre giornate la svolta è sempre dietro l’angolo, inaspettata. Per me è stato così.
E' più importante il centro delle tue foto o la cornice (l'ambiente in cui inserisci la tua forma)? A volte metti a fuoco il prisma, altre volte il contorno, il luogo. Ha un significato la messa a fuoco delle tue fotografie?
Questa domanda non me l’aspettavo! Sì, hanno un significato particolare ma preferisco che rimanga mio. Per me non conta il messaggio che arriva, ma come arriva. L’interpretazione dell’arte è soggettiva ed è proprio questo il suo bello. Se una persona si sofferma a guardare e osservare il mio lavoro, il mio progetto, grattandosi la testa, emozionandosi o mettendosi a ridere, per me già è un successo. Proprio come è capitato a te quando mi hai scritto qualche giorno fa!
Il tuo progetto, nato come necessità di esternare un qualcosa di tuo, di personale, potrebbe divenire un qualcosa in più ed essere utilizzato a livello di marketing e comunicazione. Ci hai mai pensato? Come potresti incanalare questa immediatezza grafica data dall'immagine del prisma in un progetto più ampio?Potrebbe divenire e ne sarei ben contento. Per questo sto costruendo un sito internet volto a far scoprire il nostro territorio con una chiave di lettura diversa. I tempi saranno lunghi, sono in fase “embrionale” e il tempo non basta mai! Di certo non mi pongo limiti e sono aperto a tutte le possibilità che mi si potranno eventualmente presentare davanti. Se poi sarà un buco nell’acqua, di certo non mi dispererò, anzi. Sarò stato ben contento di averci provato!
Se ti sei incuriosito, così come è capitato a me, visita la pagina Instagram del progetto CìPpì
Francesca Nieri - ERBA magazine
Punto Giovani Europa