Sabato pomeriggio. Ore 15 circa. Da un quarto d’ora, a trenta cm dal camino e ad un metro dalla tv, ho iniziato a guardare l’inizio della terza stagione di Gomorra. Chissà per quale strano ragionamento decido di spegnere tutto, filare sotto la doccia e partire. Destinazione Firenze. In solitaria, così a caso, con la mia reflex come unica certezza.
Due ore dopo, sempre per caso, mi ritrovo a prendere un caffè alla Feltrinelli in piazza della Repubblica, dopo aver già scattato un po’ di foto sul Lungarno. Mi faccio un giro in libreria e sul cartello della sezione “narrativa” noto un post-it giallo, con scritto “eat books, no allergens”. Sorrido e vado subito su Instagram a vedere la pagina in questione: Post-hit.
Decido così di scrivere in direct a questo artista dicendogli che si merita un nobel per la genialità. Il proporgli qualche domanda è venuto automatico, anche per il fatto che è rimasto entusiasta di questo mio interessamento.
Innanzitutto ciao! Grazie per la tua disponibilità e soprattutto per avermi fatto pensare “no vabbè perché non è venuta in mente a me una cosa così!”. Appunto, come ti è venuto in mente? Qual è stata la scintilla che ha messo in moto tutto questo?
Un gioco, soltanto un gioco di comunicazione non invasiva applicata alla strada. Una presa in giro bonaria, forse, della street art stessa, in cui chiunque può appropriarsi di una piccola “opera” e iniziare una vera e propria collezione di figurine gialle.
Stai riuscendo a proporre una forma di street art con dei banalissimi post-it. Cosa vuoi far arrivare a chi si sofferma a leggerli? Sono molto ironici e in lingua inglese, c’è un significato particolare per queste tue scelte?
Le persone hanno bisogno di sorridere, oggi più che mai. La scelta ironica va in questa direzione, mentre quella dell’inglese è chiaramente dovuta al desiderio di una diffusione più ampia possibile, ma non è assolutamente vincolante. Credo, magari, che alcuni giochi di parole siano più efficaci e d’impatto rispetto all’italiano.
Un tuo attacco di arte su molti semafori di Firenze ha fatto sì che anche La Nazione (articolo del 9/11/17 ndr) scrivesse un articolo su di te. Emozionato di più a leggerti su un quotidiano o mentre attacchi un post-it con la speranza che nessuno ti noti?
Chiaramente la seconda. È molto più adrenalinica. Fa piacere, tuttavia, sapere che un messaggio simile possa arrivare ad una tale ed inaspettata risonanza. In ogni caso, penso che niente possa battere la sensazione provata quando, nell’attaccare un post-it, si incrocia lo sguardo silenzioso e sorridente di chi già è a conoscenza del progetto e ti vede in azione, per la prima volta, davanti ai suoi occhi: sembra quasi di conoscersi da una vita, senza effettivamente sapere chi siamo l’uno/a per l’altro/a.
Questo tuo progetto comunicativo come si svilupperà in futuro? Hai altri orizzonti da conquistare oltre Firenze?
L’utopia sarebbe far sì che Post-hit diventi un movimento globale. Non richiede specifiche doti tecniche e chiunque può diventarne parte, in qualsiasi città/paese desideri. D’altronde, chi è che non regalerebbe un sorriso a qualcuno se gli dicessero che costa meno di 2 centesimi?
Prima di salutarti vorrei chiederti dell’evento che ci sarà sabato 25 novembre a Firenze e di cosa si tratta?
Si chiama“Stop-hit / Post-hit book & exhibition against violence”: Per l’occasione - il 25 novembre è appunto la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne - è stato prodotto un mini poster book del progetto in serie limitata, ordinabile via mail fino al 21 novembre. Il ricavato totale della vendita verrà destinato ad una Onlus del territorio fiorentino che opera con donne e minori vittime di violenza. L’inaugurazione della mostra è, dunque, il 25 novembre al Caffè Notte, ore 18:30.
Nell’augurare un caloroso 'in bocca al lupo' a questo artista innovativo per l'evento “Stop-hit / Post-hit book & exhibition against violence” di sabato 25 novembre alle ore 18,30 al Caffé Notte, vi consiglio di andare a conoscerlo meglio sui suoi profili social...
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Andrea Toccafondi - ERBA magazine
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