Giovedì 23 novembre al Quilombo, tra le pieghe della voce di Billie Holiday. E’ l’appuntamento che inaugura il ciclo “Sentieri sonori - percorsi di educazione all'ascolto consapevole”, una serie d'incontri per riscoprire i capolavori e i protagonisti della musica e le loro contaminazioni (questa riga era talmente bella che l’ho copiata pari pari dall’apposita pagina di Facebook - e non escludo recidive).
Togliamoci questo dente: la cattiva notizia è che il percorso è corto, peccato. Ad ogni modo mi rendo conto che cose come l’organizzazione, la gestione, le agende e tutto il resto giustifichino e condizionino delle scelte, perciò provo a farmela prendere bene paragonandolo ad un opposto, un percorso noioso. Avevo circa 11 anni, mi persi in bici nel bel mezzo della campagna marsicana e forai una ruota. Ero solo. Riuscii comunque a cavarmela rincasando per cena e nessuno seppe mai niente, quindi ci misi al massimo 4 ore, anche se sembrava tempo infinito. Considerando che il primo di questi tre incontri sul Jazz è durato circa 2 ore e che 2x3 fa 6, potrei ritenermi non solo soddisfatto ma anche grato. Evviva Zenni, evviva il Quilombo!
La prima volta che mi sono imbattuto in Stefano Zennifu con la trasmissione “Body and Soul”, su Radio 3. Fu una scoperta fantastica. Riempii il mio iPod con questa specie di enciclopedia e la sfruttai al massimo cogliendo ogni tipo di spunto di ricerca. In quel periodo lavoravo spesso di notte e la gestione del tempo libero e degli affetti era davvero complicata perché continuavo ad essere notturno anche nei giorni di riposo, così ascoltavo musica ad oltranza, crollando alle prime luci del mattino. Ricordo di una volta in particolare (o almeno così me la voglio ricordare), che mi svegliò la bellezza incontenibile del terzo movimento di “The Black Saint and the Sinner Lady” di Charles Mingus, proprio da una puntata di “Body and Soul” dal titolo “Charles Mingus: ritratto del santo nero”. Fu un vero colpo di fulmine quel disco. Che sveglia!
La bellezza di questo genere di percorsi/lezioni/conferenze tenute da Stefano Zenni, almeno per quanto mi riguarda, e dove io la vado a cercare, sta nel mettere comunque al centro la persona che è nell’artista, avvicinandoti ad essa, facendotici stare quasi a fianco. Un valore aggiunto enorme e personalmente non so fin dove sarei potuto arrivare da solo nella comprensione di quest’arte senza quel particolare punto di vista. A tal proposito sono molto affezionato alla puntata di “Body and Soul” dedicata a Lester Young (i podcast sono ancora disponibili sul sito di Radio Rai 3), certe note cominciavano a vivere una storia nella mia testa e il recente incontro su Billie Holiday ha soddisfatto in pieno tutte le mie aspettative.
Scrivere dell’incontro specifico su Billie Holiday è alquanto rischioso. Potrei solo sporcare con un banalissimo riassunto, il racconto di una vita piena, difficile, preziosa. Per questo preferisco raccontare di una narrazione offerta da sempre più che di un singolo evento che (forse) vi siete persi. Nel caso, potete ancora recuperare, l’atmosfera è la migliore possibile e il Quilombo è davvero un gran bel posto.
Stefano Zenni, per chi non lo conoscesse, è direttore artistico della rassegna Metastasio Jazz presso il Teatro Metastasio di Prato, nonché docente presso i conservatori di Bologna e di Firenze. La sua pubblicazione più recente è "Che razza di musica. Jazz blues soul e le illusioni del colore", EdT, Torino 2016. È, inoltre, artefice e curatore di un mucchio di belle cose legate al Jazz. Averlo a Prato è una fortuna incredibile.
A chiunque abbia letto queste righe e ne avesse la possibilità, consiglio caldamente di partecipare ai due incontri rimasti, ne vale davvero la pena:
- 7 Dicembre ore 21.30: Viaggio nel capolavoro |Ellington canta Shakespeare | Such Sweet Thunder;
- 14 Dicembre ore 21.30: Oltre i suoni | All that Jazz | la musica afroamericana al cinema.
Ingresso 6 euro, prenotazione obbligatoria all’indirizzo e-mail direzionequilombo@gmail.com
Alessio Cerasani - ERBA magazine
Punto Giovani Europa