Un saper guardare oltre, con fiducia, questa vita in una pervasa monocromia, che rasenta un tocco quasi divino. Così si può enunciare l'arte minimale-concettuale di Gian Luigi Braggio.
Lo sguardo si fissa costante sulle sue tante opere che sembrano scarnirsi e completarsi da sole attraverso un ciclo continuo del suo 'codice'. Codice creato, sapientemente plasmato attraverso il generarsi di una corda, un fil di ferro, che ha solo una soggettiva parvenza di questo, in quanto è sempre costituito da una trama cartacea.
Questo filo, codice che ha innescato, creato l'artista diviene a volte materia pulsante,a volte un vena quasi malinconica a rammentarci cosa rappresentasse quel filo spinato, ma qui tutto è dato da una sensazione, un flutto di ricordo privo però di volerci fare del male. L'opera che in Gian Luigi Braggio costituisce forse l'apoteosi, l'inizio alla sua arte è Generatore: in esso difatti si costituisce, si narra, si delinea e si presenta la sua arte.
Tutto questo si potrà trovare nella splendida mostra personale che si terrà presso il Circolo degli Artisti a Torino all'interno del palazzo Graneri de la Roche (via Bogino, 9) organizzato dall' Associazione Paradigma dal 16 al 20 ottobre 2008 e che avrà per titolo: Codice. Se si vuole apprendere, vedere con occhi diversi il nostro vivere quotidiano inscritto e trascritto da un sublime codice di Gian Luigi Braggio, questo è davvero la giusta occasione.
Valeria S. Lombardi - ERBA magazine
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