La potenza della meraviglia

Intervista a Filippo Cardini


 

Laureato, sposato e padre di due figli (gemelli), Filippo Cardini,dopo aver vissuto per qualche tempo nel Regno Unito, è tornato a Prato, sua città natale. Molto attivo nel contesto culturale pratese, è socio fondatore del Ministero delle Storie, progetto di generazione artistica interdisciplinare e dell'associazione culturale Slowcomix. Nella provincia di Prato ha inoltre tenuto i corsi di scrittura creativa Tuttestorie presso Officina Giovani, Scrittura creativa in collaborazione con il Comune di Prato presso lo Spazio polivalente Prato Sud, Scrivere! presso La Bottega Immaginaria a Seano e Meraviglie, quest’ultimo in partenza il 20 marzo al Terminale. Nel 2015 ha pubblicato “Le Potenze”, il suo primo romanzo, per Marco Del Bucchia Editore.  

L'intervista:

Ciao Filippo, è un po’ che non ci si vede! Se non sbaglio l’ultima volta è stata ad Officina Giovani, giusto?Sì, quando sei stato gradito ospite del mio laboratorio di Officina Teen sulla scrittura e la creatività.

Che esperienza è stata? Il corso era rivolto a giovanissimi…Nel gruppo ci sono ragazze e ragazzi tra i 13 e i 17 anni: curiosi, intelligenti. Coraggiosi anche, perché io non lo so se a sedici anni avrei fatto un corso di scrittura. Non è roba figa, non ti fa apparire popolare. Gli scrittori son gente pensosa, in giacca di tweed, che fuma la pipa e puzza d’inchiostro (la puzza è metaforica, io emano un maschio e gradevole aroma muschiato).

Ahahaha, però ricordo - perché una volta ho avuto 13 anni - che non era del tutto inusuale avere una certa urgenza di scrivere di sé (o almeno per sé). Ricordo che diversi, tra i miei coetanei, scrivevano canzoni e poesie.Verissimo, infatti sono arrivati con storie, racconti già pronti. Hanno una vera urgenza di scrivere. La cosa straordinaria è la disponibilità a condividere e mostrarsi, che è essenziale per un artista, ma difficile da fare, c'è sempre imbarazzo. "Mi prenderanno in giro, rideranno”, ”Non posso dire la verità”. Ma se non ti lanci dal nido non voli.

Infatti, anche io penso che faccia parte di un percorso, quando hai davvero qualcosa da dire questa cosa diventa incontenibile.Poi dal confronto si impara, ed è bello sapere di non essere soli. Scrivere è un'attività solitaria e imbarazzante, diceva Svevo.

 
 

Non ti chiedo più dello stretto necessario perché voglio rispettare la sensibilità coraggiosa di quei ragazzi. La volta che sono venuto sono rimasto piacevolmente colpito dalla loro fantastica energia. A te lascia qualcosa?Aivoglia! “Quando uno si lamenta: è arrivata l’AMBULAGNA”. No, sul serio, quando ho proposto il corso non ci credevo tanto, ma ho scoperto che a questi ragazzi scrivere PIACE e mi sono accorto che piace un monte anche a me. L'entusiasmo che ci mettono, la voglia, sono affamati e assetati di meraviglia è tutto un esplodere di meraviglia: gli scrittori sono così, mi sono accorto, sono persone che non smettono mai di meravigliarsi, e a me è tornata voglia di scrivere, che ultimamente non avevo più tempo da dedicarci, ma quando diciamo "non ho tempo" in realtà stiamo dicendo "mo' non mi va”.

Ho molto apprezzato anche il fatto che hai voluto “contaminare”, passami il termine, il loro percorso con cose apparentemente estranee. Mi hai concesso di venirvi a trovare con la chitarra una volta, fare quattro chiacchiere coi ragazzi e creare qualcosa con loro, ma non sono stato l’unico ospite…Oltre a te, che hai parlato della tua esperienza di cantautore, sono intervenuti anche Federica Zabini come scrittrice di racconti brevi, Marco Mancini come visual artist e Lauraballa come pittrice, illustratrice e artista a tutto tondo. L'idea era di far vedere ai ragazzi che l'ispirazione è ovunque, e la libertà di espressione non deve essere mai limitata, tantomeno da noi stessi.

Come era strutturato il corso? C’era un format preciso?All'inizio sì, poi è cambiato tutto seguendo le intuizioni mie e di tutti. Alcune idee sono rimaste: lo scrivere ognuno una propria storia, farne una collettiva, gli incontri con voi artisti, l'uscita psicogeografica…

Un momento, cos’è un’uscita psicogeografica?In soldoni è lo studio del modo in cui il paesaggio influenza il pensiero e viceversa (paesaggio urbano, di solito) e infatti siamo andati in via Pistoiese e in centro, che sono i posti più psicogeografici della città.
Al termine del laboratorio, che oramai manca poco, faremo un evento conclusivo aperto al pubblico nei locali di Officina Teen e presenteremo i lavori realizzati dai ragazzi, che saranno raccolti in una pubblicazione. Stiamo ancora decidendo il titolo, ma abbiamo già la copertina. Avrà una piccola tiratura, ma francamente ci dà a tutti una bella soddisfazione!

Ti ho visto molto attivo negli ultimi tempi. Eri a Palazzo Pretorio per l’elaborazione drammaturgica del "Processo a Musciattino” con tanto di replica…Armando Pirozzi, il curatore del laboratorio, è un fenomeno e l'idea del laboratorio simpatica. Il mio pezzo era sulla leggenda di Musciattino, le chiacchiere della gente, l'origine del mito (Musciattino tentò di rubare la cintola ma avvenne un miracolo, lui fu preso, condannato, torturato e arso sul rogo, NdR). Un’idea carina e una messa in scena interessante.
Aspetta, pausa biberon. Torno subito… 

 
 

Ok, intanto formulo la domanda: come gestisce il suo tempo lo scrittore-padre-professionista?Un giorno scriverò il Manuale di sopravvivenza alla paternità, un best seller sicuro. Per creare, tu lo sai, ci vuole non tempo libero, quanto mente sgombra dalle incombenze. Ma adesso mi piace di più giocare con i gemelli che scrivere, perciò… Comunque, a giugno esce un mio racconto in una antologia di scrittori pratesi, non posso dire di più perché non ne so molto, ma si tratta di una raccolta di racconti a tema mistery ambientati in varie località della provincia. Appena mi dicono la data di uscita ti avverto!

Oltre a questa antologia, puoi dirci se stai lavorando al tuo secondo romanzo?Ci sto lavorando, con mooolta calma. In realtà si tratta di due progetti: uno riguarda la creazione di folklore urbano, un'antologia di storie di paura in parte inventate e in parte vere; l'altro appartiene alla categoria del “secondo romanzo in faticosa gestazione”: è la storia della ricerca di un grande autore di fumetti scomparso nel nulla e del mistero nascosto dietro la sua scomparsa. Sono a buon punto, perlomeno so come va a finire.

Vuoi dire una o due parole su “Le Potenze”, il tuo primo romanzo?
Gli ho voluto bene, ma ormai è finita, è un capitolo chiuso. Mi è servito per guarire dalla rabbia, direi, che è quello che devono far le cose che uno crea, farti guarire.

Per quanto mi riguarda, io voglio ancora molto bene a “Le Potenze”, hai avuto la capacità di portarmi sulla luna, come l’alieno di “Brian di Nazareth” e scaraventarmi di nuovo a terra! Dopotutto, ho alle spalle anni di lettura del tuo blog, quindi ero stato quasi allevato al tuo stile. Ci racconti cos’era il tuo “Blog Ottuso”?
Come tanti altri, anch'io a un certo punto cedetti alla vanità e aprii un blog personale. Dopo qualche anno di articoli e racconti pubblicati quasi giornalmente però mi resi conto di non aver più né il tempo né l'entusiasmo necessari per continuare a stargli dietro, e decisi di chiuderlo e dedicarmi a forme di scrittura più, passami il termine un po' vecchio, tradizionali. È stata una palestra straordinaria, soprattutto perché scrivere on line ti permette di avere un feedback continuo con chi ti legge, e creare una specie di comunità (anche se quella del Blog Ottuso era mooolto piccola).

Ti va di dirci qualcosa riguardo il tuo nuovo corso di scrittura creativa?
Certo. Si intitola Meraviglie, lo faremo al Terminale Cinema di Prato ogni martedì sera per dieci settimane a partire dal 20 marzo. Lo abbiamo pensato come una “palestra per artisti”, un posto dove allenarsi ad osservare, praticare e creare il proprio universo narrativo. Il corso è aperto a chiunque, da chi è alle prime armi e vuole mettersi alla prova, a chi è già capace e vuole semplicemente fare pratica, migliorarsi nella tecnica o trovare la via della pubblicazione.

Cos’è per te la meraviglia?
Aehm, la meraviglia è (a mio modestissimo giudizio) la chiave per produrre cose belle e significative. Se fai un film per mandare un messaggio, diceva Orson Welles, è meglio se spedisci un telegramma. Io credo che si debba trarre ispirazione da tutto ciò che ci ispira reverenza, sia la Divina Commedia, il canone di Pachelbel, la nebulosa di Orione, le abitudini sessuali dei pinguini. La meraviglia è ovunque, basta guardare bene (i pinguini son gente perversa, credimi).

Ahahahaha. Ciao Filippo, è stato un piacere intervistarti!

Filippooooo…

Ma come mai vanno sempre via tutti senza salutare!?

 

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Alessio Cerasani -ERBA magazine

Punto Giovani Europa

Ultima revisione della pagina: 22/3/2018

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