Se fino all’altro giorno ero convinta che i giochi da tavolo si fossero fermati al Monopoli, il mio viaggio al Play – Festival del Gioco ha riscritto tutte le mie conoscenze sull’argomento. Con una partenza veloce da Pistoia e due ore di autostrada, a mezzogiorno eravamo già là, un piccolo gruppo che si apprestava a svaligiare gli stand della fiera. Io mi sarei limitata a guardare intorno: non avevo la minima idea di quello che avremo potuto trovare. Nel quartiere fieristico di Modena ci accoglie un padiglione interamente dedicato a giochi da tavolo per famiglie e bambini, ma soprattutto per tutti coloro che alla fine non hanno mai smesso di giocare.
Già vedendo il parcheggio della struttura – pieno – e le macchine parcheggiate anche nei campi circostanti, mi resi conto dell’importanza che la fiera aveva a livello ludico. Il Play, arrivato alla sua decima edizione, raccoglie i grandi appassionati dei giochi da tutta Italia: un’infinità di accenti ti accoglie al suo ingresso, con intere comitive che si sono portate appresso perfino l’intera famiglia, dal fratello al cuginetto di cinque anni. Era sabato ed era solo il secondo giorno della fiera – presente dal 6 all’8 aprile – ma la quantità di gente presente mi ricordò i giorni di fuoco del Lucca Comics.
Chi frequenta questi luoghi, sa di cosa parlo e probabilmente sta già tremando. Non riuscivo a capacitarmi di come potesse esserci così tanta gente interessata a giochi da tavolo come Scarabeo o il Gioco dell’Oca. Solo una volta entrata potei rendermi conto di quanto fossi arretrata. I giochi da tavolo si sono evoluti nel corso degli anni. È possibile fare un gioco su qualsiasi argomento: dai classici giochi di strategia alla Risiko siamo passati a giochi più interpretativi, i cosiddetti giochi di ruolo (o gdr) dove il tuo compito è quello di creare un personaggio, interpretarlo e muoverlo all’interno di un mondo in cui intraprenderà nuove avventure.
Le ambientazioni vanno dal classico fantasy del Signore degli Anelli a qualcosa di più fantascientifico, dal western al thriller horror. Scegli la tua ambientazione e vivila con il tuo personaggio. Se a qualcuno come me, poco avvezzo a questo mondo, risulta difficile capirne le modalità, è stata allestita la Ludoteca, un’area gestita dalla Tana del Goblin, un’associazione videoludica, in cui sono stati inseriti dei tavoli dove è possibile provare i giochi grazie alla guida degli espositori che ti seguono passo per passo nella comprensione del gioco, fino a viverlo interamente: un vero e proprio parco giochi per grandi e piccini.
Ed è proprio per questi ultimi che Modena Play ha ideato la novità di quest’anno: la Play Kids. Un padiglione interamente dedicato al gioco in famiglia e ai bambini con diversi laboratori per i più piccoli, dalla costruzione di intere città con i mattoncini Lego alla riscoperta di giochi in legno come le trottole o le biglie per la gioia nostalgica dei genitori.
Mi sono persa tra gli espositori che mostravano sui loro banchi le ultime novità dei giochi da tavolo. Come mi ha spiegato più tardi uno degli amici che ho accompagnato, il mercato dei giochi da tavolo e dei gdr ha conosciuto un vero e proprio aumento di popolarità negli ultimi anni, con un numero di appassionati che cresce di volta in volta. Il motivo è semplice: avere nuove proposte di svago per passare una serata a casa tra amici che non comprenda pizza, Netflix o pub.
Come se non fosse abbastanza, il Play si estende anche all’esterno: oltre alle consuete zone break, c’è il Play Village, un’area dedicata al mondo del gioco di ruolo dal vivo (LARP) e al cosplay. Sul palco del ModenaFiere vediamo sfilare musici, giocolieri e guerrieri di tribù vichinghe che si scontrano all’ultimo sangue per la gloria eterna, così da avere quasi l’impressione di trovarsi proiettati in un altro mondo e in un altro tempo. Uno dei membri dello staff del Play mi chiese se avevo mai giocato a qualche gioco da tavolo.
Gli dissi che la mia esperienza si limitava a Cluedo. Senza che avessimo la possibilità di dire di no, iscrisse me e i miei amici a una sessione da quaranta minuti alla Tana dei Goblin; il gioco prescelto era “Pozioni esplosive”, dove lo scopo è quello di prendere più biglie-ingredienti per creare pozioni e scatenarne i loro effetti imprevedibili. Abbiamo passato quasi due ore a giocare. Quando ce ne siamo accorti, era già l’ora di tornare a casa e avevamo visto e fatto solo la metà di quello che ci eravamo prefissati.
Come quando si è bambini e la mamma viene a prenderci da casa dell’amico durante un gioco molto intenso: è questa la sensazione che si ha dopo essere usciti dal Modena Play. Un’amarezza sottile per la fine del gioco, ma con il ricordo di tutto il divertimento ancora impresso nel cuore.
Vittoria Mori - ERBA magazine
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